
Che la tecnologia non sia solo passatempo e strumento di divertimento o di produttività lo ha indicato una indagine condotta negli Stati Uniti nel 2015. Una indagine che ha evidenziato come, nel paese tecnologico per definizione, le paure delle persone siano sempre più anch’esse di natura tecnologica e tali da generare atteggiamenti e reazioni di tecnofobia.
L‘indagine condotta dalla Chapman University ha evidenziato che tre delle paure principali, cyberterrrorismo, violazione della privacy e ruolo del governo nel controllo degli individui, hanno una matrice tecnologica. L’indagine ha coinvolto 1500 persone di tutte le età ed era finalizzata a scoprire quali fossero le principali paure degli americani su temi quali il crimine, l’ansia personale, il giudizio degli altri, l’ambiente, i disastri naturali, la politica, ecc. La sorpresa è venuta dall’emergere della paura tecnologica, seconda solo dopo quella per i disastri naturali.
E’ una paura tipica, espressa da persone che si sentono dipendenti da qualcosa, in questo caso la tecnologia, e di cui sentono di avere perso il controllo. Una definizione perfetta per la tecnologia odierna, composta di una miriade di strumenti e dispositivi di cui non possiamo fare a meno, a cui deleghiamo tutto e che ci hanno resi assolutamente fragili e dipendenti. Senza prodotti tecnologici molte persone non si sentono più a loto agio ma al tempo stesso non hanno alcuna idea di come i prodotti che usano siano fatti e dell’influenza che possono avere sulle loro vite. Ne deriva una insicurezza e timori che possono dare origine a nuove paure.
Alcune di queste paure sono benefiche perché aiutano a razionalizzare meglio i processi decisionali e a fare delle scelte migliori. Altre paure sono debilitanti e inibenti. Tra le paure tecnologiche quella che ha conquistato la cima della lista è la proliferazione di robot. La maggioranza degli intervistati ha condiviso la preoccupazione che le macchine intelligenti siano destinate a rubare posti di lavoro agli esseri umani e a produrre muova disoccupazione. In confronto la morte è scivolata come qualcosa da temere al quarantatreesimo posto interessando solo il 21% degli intervistati.
Altro tema ritenuto molto importante è quello della privacy, violata costantemente dall’uso che governi, istituzioni e società tecnologiche fanno dei dati personali.