
La missione dovrebbe essere semplice e realizzabile. Nonostante tutti dispongano ormai di uno smartphone o telefono cellulare, pochi hanno rinunciato ad indossare un orologio da polso e di usarlo per la pianificazione delle loro attività quotidiane.
Concettualmente l’orologio intelligente è una idea intrigante che unisce abitudini consolidate e tecnologie meccaniche funzionanti da decenni alle nuove tecnologie portatili e mobili.
Un’integrazione resa possibile dalla disponibilità di numerosi sensori e dalla loro capacità a comunicare per trasmettersi informazioni e nuove tipologie di dati digitali ma anche per rilevare dati corporei e fisiologici e comunicarli al suo diretto interessato.
La realtà è un po’ diversa. Innanzitutto per il momento gli orologi intelligenti apparsi sul mercato sembrano una imitazione in dimensioni più piccole dello smartphone. In secondo luogo non sembra pensabile che i consumatori siano disponibili in tempi brevi a rinunciare ad un oggetto che, oltre ad abbellire il loro polso e a fornire poche ma utili informazioni, è anche un oggetto di stile di vita e uno status symbol. La pensano così anche le grandi marche produttrici di orologi che non sembrano per nulla preoccupate che le varie Apple, Samsung, Sony, ecc. pensino di sostituire orologi OMEGA, Rolex, A. Lange & Söhne, Piaget, artier, Harry Winston o Philippe Patek o persino Swatch. Consumatori e produttori sembrano concordare che l’orologio di marca è destinato a durare e ad ornare il polso di un numero elevato di persone, sicuramente di tutte quelle che non hanno eliminato il loro orologio dopo l’acquisto di uno smartphone.
I wearable di uso comune sul posto di lavoro?
Il mercato dell’orologio è sicuramente antico ma ben lontano dalla sua obsolescenza. L’orologio meccanico si è evoluto in mille direzioni e forme, fino a diventare un oggetto di lusso fatto di qualità, buon gusto, valori culturali e stili di vita. L’orologio digitale è un dinosauro destinato a sopravvivere alla tempesta smartwatch per la sua qualità percepita dal consumatore, la sua storia e la sua utilità. Lo smartphone non lo ha sostituito ed è facile prevedere che non lo farà neppure l’orologio intelligente di Samsung o quello di Apple quando arriverà. Probabile invece che come lo smarthone ha affiancato il tablet e/o il laptop, anche l’orologio intelligente finirà per affiancarsi all’orologio da polso tradizionale, finendo magari per essere indossato sul polso rimasto libero. Se poi l’orologio posseduto è un Cartier o un Rolex, è molto ma molto improbabile che finisca in un cassetto o venga sostituito da un Galaxy Gear qualunque!
Indossare un orologio è una consuetudine che si tramanda di padre in figlio così come da nonni e genitori si ereditano orologi più o meno costosi e antichi. Non è un caso che le grandi marche vestano i loro prodotti di messaggi e narrazioni marketing che fanno riferimento agli affetti, alla nostalgia, alla ereditarietà culturale e familiare, ecc.
Dalla parte degli orologi tradizionali c’è anche l’incapacità finora manifestata dai produttori di orologi intelligenti di creare prodotti unici che non siano semplici duplicazioni di prodotti e di funzionalità già esistenti. Il fatto di disporre su uno schermo più facilmente e comodamente gestibile informazioni, notifiche di messaggi ricevuti, email è sicuramente positivo ma non sufficiente a giustificare l’acquisto di un nuovo prodotto, soprattutto se costoso come lo sono i primi orologi intelligenti arrivati sul mercato.
Nel frattempo i produttori di orologi intelligenti continuano la loro ricerca di elementi di differenziazione capaci di convincere prima o poi i consumatori a fare una scelta alternativa. Lo fanno ricercando fattori di forma capaci di portare sul polso di una persona un oggetto esteticamente bello ma anche potenzialmente utile. Alcuni produttori puntano a trasferire su questi oggetti indossabili l’intero sistema operativo dello smartphone, altri ad aggiungere nuove applicazioni, altri ancora ad integrare sempre meglio smartwatch e smartphone. Rimane il problema del display che in molti casi è di soli due pollici in diagonale. Una dimensione che rende difficile se non impossibile la lettura e l’interazione. Complicata anche l’interazione tattile attraverso funzionalità e gestures alle quali ci siamo abituati su altri dispositivi mobili.
A favore dei nuovi orologi intelligenti rimane la loro capacità di comunicare e interagire con altri dispositivi, smartphone, tablet, phablet e PC con sistemi operativi differenti e con le loro applicazioni. Inoltre i nuovi dispositivi indossabili sono capaci, con i loro molteplici sensori, di fornire informazioni utili derivanti dal monitoraggio di varie funzioni fisiologiche come il battito cardiaco, la pressione sanguigna, ecc.
Su questo fronte non avranno concorrenza, anche perché le grandi marche di orologi ‘tradizionali’ non sembrano avere alcuna intenzione di competere. Sembrano voler sfidare il futuro e non temere alcuna forma di obsolescenza. E se guardate cosa avete al vostro polso difficilmente darete loro torto.