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Facebook bye-bye: i teenager preferiscono le APP

Facebook bye-bye: i teenager preferiscono le APP

12 Novembre 2013 Redazione SoloTablet
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La notizia non è nuova perché la tendenza ad un utilizzo minore di Facebook da parte dei teenager era già stata evidenziata da alcune indagini del 2012. Il 2013 ha visto un ulteriore graduale abbandono. I teenager sembrano snobbare il social network perché troppo frequentato da genitori e adulti e prediligere APP come WhatsApp, Pinger, Kik, Tango, LINE, WeChat e KakaoTalk.

A segnalare il fenomeno del graduale abbandono di Facebook da parte dei teenager è stata Facebook stessa. Lo ha fatto parlando dei suoi risultati trimestrali che hanno indicato un calo nell’uso quotidiano del social network, specialmente tra i ragazzi più giovani.  I teenager non sono spariti dal social newtork e non cancellano i loro account, solo lo utilizzano meno di quanto facevano prima. E lo fanno perché lo stanno sostituendo come strumento di contatto e di conversazione con altre soluzioni.

La notizia è stata poi ripresa da tutte o quasi le fonti giornalistiche, segnalando la loro dipendenza dal domino giornalistico che caratterizza la comunicazione online ma anche la scarsa propensione all'analisi del fenomeno che non è sicuramente nuovo e non è certamente associabile solo ai teenager ma più profondo e legato a ciò che Facebook è diventato.

Se Facebook n parla significa che il fenomeno è giù rilevante, come confermato dall’uso esponenziale di strumenti alternativi come WhatsApp, WeChat e KakaoTalk. Il fenomeno non può essere spiegato con la popolarità delle nuove applicazioni ma anche dalla presenza sempre più vasta di genitori, insegnanti, parenti e adulti, intenti e impegnati a postare sui muri del libro delle facce citazioni e foto ma anche a visitare e controllare i muri e le attività dei loro pupilli.

 

 

Il libro delle facce continua a rimanere uno strumento essenziale ma non viene più usato per pubblicare aggiornamenti di stato, indicare stati d’animo e pensieri dal sen sfuggiti. I teenager stanno su Facebook ma in maniera più razionale e oculata. Prima di pubblicare qualcosa prendono un attimo di riflessione e poi probabilmente utilizzano WhatsApp per comunicare ma soprattutto per circoscrivere l’ambito della rete di consocenze con cui condividere il messaggio. Potrebbero farlo anche con Facebook ma dovrebbero conoscere a fondo i meccanismi di configurazione e gli automatismi, che cambiano spesso, di Facebook. Lo fanno invece con applicazioni come WhatsAPP perché sono sempre più usate e più divertenti.

Le applicazioni come WhatsApp ( 350 milioni di utenti attivi) sono in circolazione dal 2009 e sono diventate rapidamente strumenti diffusi di comunicazione che hanno messo in difficoltà prima gli operatori telefonici, facendo calare drasticamente l’uso degli SMS, ed ora i social network. Il punto di forza di queste applicazioni di messaging è la funzionalità di chat in tempo reale che permette di attivare conversazioni private senza che altri ne siano al corrente o le possano ‘origliare’, come potrebbe succedere su Facebook. Le coversazioni sono private e possono coinvolgere gruppi di conoscenti e/o amici che fanno parte delle reti sociali frequentate nella vita reale.

SoloTablet cerca scuole disponibili a collaborare ad una indagine di mercato denominata TECNORAPIDI.  Vogliamo scoprire se siano cambiati i rapporti con la tecnologia delle nuove generazioni Y e Z.

Facebook è una grande rete sociale che non facilità la vita comunitaria di piccole reti sociali private. Il mondo reale non è fatto da un’unica grande rete ma di molte. Ogni individuo può essere presente in reti diverse e voler agire in esse nelle modalità più appropriate alle finalità e alle motivazioni che tengono le insieme. Per questo motivo strumenti come WhatsApp stanno conquistando un numero sempre maggiore di utilizzatori. Un bel segnale a coloro che vedono i teenager scivolare in comportamenti e tipologie di relazioni sempre più virtuali. Nella realtà le preferenze stanno andando a strumenti che fanno della privacy un valore, che non sono disturbati da promozioni o pubblicità indesiderate e che favoriscono la conoscenza tra persone e la relazione.

Il graduale passaggio alle nuove APP è evidenziato dall’uso che della applicazione viene fatto per organizzare incontri/eventi e gestirne la partecipazione. WhatsApp viene percepito come strumento più personale e amicale di quanto non sia un muro aperto al pubblico del libro delle facce.

I giovani delle nuove generazioni sembranbo essere diventati maggiormente coscienti della importanza di difendere il proprio profilo e la propria immagine online. Il ricorso ad applicazioni come WtahsApp permette di condividere foto e immagini su canali di comunicazione privati e più protetti. Non è un caso che per la condivisione di foto i teenager ricorrano sempre più spesso ad una applicazione come Snapchat che permette di condividere la fotografia ma la cancella dopo pochi secondi che è stata vista. Un servizio perfetto per ragazzini a cui piace scherzare tra loro, anche con l’invio di fotografie più o meno provocanti o sexy ma che non amano lasciarle in circolazione per sempre nel mondo vasto e digitale della rete.

La migrazione da Facebook alle APP avviene anche perché esse stanno arricchendo il panorama di servizi e funzionalità offerte. In pratica non servono solo per conversare e chattare ma si stanno trasformando a loro volta in strumenti di social networking e vita comunitaria e sociale. Le applicazioni disponibili sono sempre più numerose e usate da centinaia di milioni di utenti. C’è la sud coreana KakaoTalk, la cinese WeChat e la giapponese LINE, la canadese Kik e la emericana Tango. Queste applicazioni sono costruite su robusti modelli di business. Non sono generalmente inflazionate da inserzioni pubblicitarie ma offrono sempre nuovi servizi a pagamento per il download/uso di video giochi, di sticker, di musica ed altro ancora. Sono dei social network veri e propri che prevedono profili personali e pagine per comunicare e condividere contenuti ma hanno modalità di funzionamento più consona e vicina al modo con cui funzionano le reti sociali e le comunità di persone e di pratiche nella vita reale. Questa loro specificità spiega anche perché per il momento sono applicazioni contestuali alla geografia nella quale sono nate e perché facciano fatica ad espandersi al di fuori di essa. Unica eccezione è WhatsApp che è ormai usata su scala planetaria. Una eccezione anche nel volere mantenere il proprio focus sulla semplice comunicazione.

Nonostante il loro successo e la crescita esponenziale di utilizzatori, il futuro di queste applicazioni è ancora incerto. Poche di loro, con l’eccezione forse di WhatsApp, sono per il momento in grado di generare guadagni e i loro produttori sono spesso ancora alla ricerca del modello di business vincente. La valutazione della loro forza competitiva potrebbe spingere società come Google e Facebook a cercare di scalarle e di acquistarle. Un modo semplice per diminuire il rischio concorrenza e per soddisfare i nuovi bisogni emergenti dei consumatori, anche delle generazioni più giovani. Queste generazioni di teenager difficilmente abbandoneranno queste applicazioni e finiranno anche per richiamare l’attenzione di adulti e di altre generazioni, esattamente come è successo in passato con Facebook.

 


 

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