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Facebook e la noia dei messaggi mai letti! Meglio Snapchat o Instagram!

Facebook e la noia dei messaggi mai letti! Meglio Snapchat o Instagram!

03 Novembre 2015 Redazione SoloTablet
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Nessuno dubita che Facebook sia il social network più popolato al mondo e destinato a esserlo ancora a lungo. Il modo con cui viene usato sta però cambiando, passando da uno spazio attivo di scrittura a uno passivo e per semplici osservatori o curiosi. Già nel 2014 tra i social network più usati, Facebook è stato l’unico a segnare un calo di attività. Ora arriva la notizia di un calo reale e consistente misurato nel terzo trimestre 2015 in -22%.

Cosa succede al muro delle facce e perché le persone scrivono e ‘postano’ meno? Mentre spazi sociali come Pinterest e Tumblr continuano a vedere attività crescenti, Facebook segna il passo e registra un calo consistente. Nel terzo trimestre 2015 solamente il 37% degli iscritti ha scritto e pubblicato qualcosa. Il calo rispetto all’anno precedente è stato del -22% ed è avvenuto nonostante le azioni messe in atto dal social network per ricordare agli iscritti che mancavano dalla loro pagina da troppo tempo suggerendo loro qualche forma di azione e/o iterazione.

Presto per parlare di crisi di Facebook o del social networking online. I segnali di cambiamenti in atto ci sono e non interessano solo Facebook ma anche ad esempio Twitter. Sono segnali che indicano forse una saturazione o la fine dell’entusiasmo che le nuove applicazioni web avevano originariamente suscitato. Il crisi può dipendere anche dalla saturazione del mercato e dall’offerta competitiva esistente. Mentre gli studiosi e gli psicologi, ma soprattutto i manager di Facebook, si interrogano sui motivi della crisi in corso, non rimane che ratificare le percentuali con segno meno che indicano una minore disponibilità degli utenti a scrivere e a mettersi in piazza sul muro delle facce.

 

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I dati del trimestre appena concluso sono stati segnalati dai media. Il Wall Street Journal ha indicato nel 34% il numero di persone che hanno tenuto aggiornato la loro pagina, nel 37% quelli che hanno scritto qualcosa e non semplicemente cambiato il loro stato. Rispetto ad un anno prima le stesse attività hanno visto un calo del 50% e del 59%.

Facebook continua a essere numericamente ben frequentato. Il 65% visita la rete quotidianamente contribuendo alle entrate  pubblicitarie di facebook e alla sua raccolta aggiornata di dati su cui si base buona parte del suo modello di business e di guadagno. Sul medio e lungo termine la flessione registrata può però rappresentare un problema, soprattutto se la tendenza si affermasse e aumentasse il numero di persone passive.

La preoccupazione più grande potrebbe  riguardare i teenagers e le nuove generazioni di nativi digitali. Sempre connessi ai loro dispositivi mobili sembrano più interessati a scorrere i vari flussi di informazione (feed) che ricevono piuttosto che a interagire scrivendo e postando. Il 40% degli utenti di Facebook affermano di collocarsi in questa categoria di persone, curiose ma pigre e poco disponibili al commento e allo scambio.

Può darsi che l’abbandono di facebook da parte degli utenti più giovani dipenda dal fatto che Mark Zuckerberg non è più un ragazzo come loro e che non è più capace di attrarre il loro interesse e entusiasmo. Potrebbe anche dipendere dall’offerta più congeniale ai loro bisogni messa in campo da altri social network come Piterest, Instagram e Snapchat. Un altro valido motivo è la presenza eccessiva di mamme e papà e il crescente successo di Facebook tra i Baby Boomers e adulti della Generazione X. Nessun ragazzo ha voglia di farsi scoprire da genitori troppo curiosi e invadenti e sempre pronti a bloccare libertà e azioni dei loro pargoli prediletti.

La verità è che sembra emergere un cambiamento comportamentale che porta a privilegiare le relazioni interpersonali faccia a faccia a quelle digitali e virtuali online. Meglio parlare e confrontarsi con contati e amici per la strada piuttosto che stare all’interno di reti sociali ampie ma poco integrate e incapaci di generare emozioni reali e favorire nuove relazioni. Disporre di 100 contatti ma non avere relazioni con loro è considerato inutile e insoddisfacente. Molto meglio cinguettare, anche con amici con cui si sta seduti al banco di una birreria, o usare Snapchat per conversazioni peer-to-peer.

 

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I dati emersi sul trimestre trascorso vanno presi con le molle. Potrebbero anche essere più negativi e frutto di un disimpegno crescente nei confronti di una piattaforma di social networking che ha raggiunto quasi un miliardo e mezzo di utenti. I dati che vengono forniti direttamente da Facebook si prestano a interpretazioni diverse perché legate alla frequentazione media o a quella settimanale/mensile, ecc. Non è mai chiaro quanti dei contenuti siano inseriti direttamente dall’utente o siano semplicemente il frutto di post eseguiti attraverso altre APP p apposite funzionalità predisposte dai social network per dare visibilità ai contenuti.

I dati pubblicati sul Wall Street Joural pffrono una fotografia veritiera perché collegata a interviste che GlobalWebIndex ha condotto coinvolgento 50 mila utenti di Internet. Alter indagini condotte ad esempio da Pew Research Center hanno mostrato la validità del trend in atto verso una crescente passività. Nell’indagine di Pew gli utenti che postano dei contenuti quotidianamente sono passati dal 61% del 2010 al 10% del 2013.

Forse è per questo che Facebook invia un numero crescente di mesaggi per invogliare a tornare sulla pagina Facebook e a scrivere qualcosa….

 

 

 

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