
L'incipit del testo di Elene Stancanelli è duro quanto indicativo di un modo di pensare che sta prendendo piede e si sta diffondendo anche a causa delle evoluzioni receti della tecnologia legata a Internet e che vede come protagonisti grandi aziende come Google, Facebook e Amazon. Sono aziende che su vari fronti sembrano negare diritti elementari e si fanno vanto di poterlo fare rendendo note le loro inziiative. Google lo fa sul fronte della personalizzazione degli algoritmi del suo motore di ricerca, Amazon con il suo modlelo logistico e la politica di prezzi che tende a mettere in difficoltà l'intero mondo dell'editoria tradizionale e non, Facebook usando metodi e iniziative manipolatorie che lasciano scarsa libertà agli utilizzatori del suo social network.
Nel suo articolo Stancanelli paragona l'eperimento condotto "dagli scagnozzo do Zuckerberg, manipolatorio, immorale e anche un pò schifoso, allo sventramento di un pelouche. Fa arrabbiare e crea disagio ma non fa correre al commissariato per una eventuale denuncia del misfatto subito.
Qualcuno la denuncia la farebbe anche ma è ancora una minoranza composta da neo-ludditi come l scrittore Jonathan Franzen. La maggior parte degli utenti che dedicano il loro tenpo a Facebook "sono utenti che, anche solo per noiai, saranno felici di essere manipolati, usati come topi per esperimenti, partecipanti di un gigantesco reality che ha per scopo la vendita di crene depilatorie e pillole contro la cellulite..."
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