
Segnaliamo l’interessante articolo di Francesco Oggiano pubblicato su Wired.it che illustra, attraverso un esempio, come Linkedin possa essere usato per trasformare in professionisti e manager d’azienda persone che n realtà non esistono. Il tutto con profili digitali, creati con algoritmi e applicazioni di deepfaking, che descrivono carriere di successo capaci di attirare attenzione e interesse, anche se sono artefatti e smaccatamente fasulli. Profili che, come è raccontato nell’articolo, possono anche essere stati creati dai servizi segreti di mezzo mondo per spiare i loro obiettivi.
Il caso raccontato è solo uno dei tanti che vengono alla luce e che suggeriscono una riflessione più attenta e critica su come le nuove piattaforme tecnologiche possano oggi essere usate per scopi spionistici (compreso il reclutamento) così come per mille altri motivi non propriamente etici. L’attenzione va rivolta in modo particolare alle immagini, strumenti potenti per smuovere emozioni e alimentare fiducia, anche quando sarebbe meglio non fidarsi.
Chi volesse leggere l’articolo lo trova a questo indirizzo.