
Il compleanno è stato celebrato dal fondatore del moderno Web, Berners-Lee (Il Web non è più quello di una volta!), con la costatazione dei cambiamenti intercorsi, della sua forza ma anche dei rischi che si sono affacciati e dai quali non si è necessariamente immunizzati. Il tutto in contesti nei quali miliardi di persone hanno accesso costante alla Rete grazie a piccoli e potenti dispositivi e alle loro applicazioni.
La pervasività degli strumenti tecnologici sembra offrire infinite opportunità ma al tempo stesso ha evidenziato come Internet e le sue applicazioni possano generare effetti collaterali densi di rischi, sfide e pericoli (Filosofia e tecnologia), soprattutto nel passaggio da una Internet dei molti a una Internet sempre più dominata da chi possiede le piattaforme, i dispositivi e le applicazioni software per accedervi e usarla.
L'effetto negativo (Quello che Internet ci nasconde!) non è solo la perdita di controllo degli spazi usati online e dei dati e le informazioni in essi disseminati come tracce che molti possono seguire, ma anche l'affermarsi di notizie false, la diffusione di pratiche abusive e non propriamente legali come la pubblicità interstiziale e programmatica, l'uso politico dei mezzi tecnologici della Rete, tutti elementi che rischiano di mettere in crisi la nostra libertà personale ma anche le fondamenta stesse delle democrazie nelle quali siamo cresciuti.
Chi possiede le piattaforme tecnologiche attuali ha accumulato un potere immenso sulla vita delle persone per la loro capacità di manipolare le opinioni pubbliche, di facilitare il controllo della vita individuale delle persone da parte di aziende, governi e istituzioni, come ha insegnato l'elezione di Trump negli Stati Uniti ma anche la Brexit in UK.
Il potere nelle mani del cosiddetto GAFA (Google, Apple, Facebook, Amazon) è grande e determinato dalla conoscenza che hanno acquisito sulle azioni e preferenze delle persone. Conoscere comportamenti, stili di vita, scelte individuali permette di manipolarle o condizionarle sia a fini commerciali sia a fini politici. E' un potere tanto più grande quanto insufficienti sono le norme esistenti in grado di proteggere la libertà individuale delle persone, nelle loro vesti di consumatori, cittadini e anche elettori.
E tu chi sei?
In particolare il potere di Google e Facebook nasce dal possedere le piattaforme tecnologiche più utilizzate al mondo ma anche dal loro essere produttori di informazione senza assumerne le responsabilità e i vincoli. Spacciando le loro applicazioni per semplici piattaforme tecnologiche, Google e Facebook non sono vincolate come altri editori dai vincoli delle necessarie responsabilità che derivano dal pubblicare notizie false o delle azioni violente, razziste e xenofobe che nascono da informazioni pubblicate online. La libertà alla quale si richiamano viene sempre collegata alla retorica libertaria della rete ma è anche una scusa perfetta per guadagnare più soldi e di farlo in competizione con altri media e realtà editoriale che devono al contrario fare costante attenzione alla veridicità dei fatti e delle notizie su di essi pubblicate.
Peccato che agendo da intermediari, come pretendono si essere, si dimentichino di avere creato una infrastruttura sulla quale miliardi di persone agiscono pubblicando un volume di dati e di informazione così imponente da permettere loro di richiamare il volume maggiore di budget pubblicitari e marketing e di farlo senza i vincoli e i doveri degli altri editori tradizionali, ad esempio di pagare le tasse.
Il drenaggio di pubblicità di cui Facebook e Google sono responsabili è diventato tale da mettere seriamente a rischio la sopravvivenza della cosiddetta libera stampa. Benchè molti giornali e editori siano passati a modelli di business legati ad abbonamenti e a servizi a pagamento, tutti continuano ad avere bisogno di entrate pubblicitarie che nel frattempo però sono sempre più calamitate da testate (piattaforme) diverse come quelle tecnologiche.
Tutto questo descrive bene la realtà attuale. Una realtà che sembra però in fase di cambiamento, sia perchè Facebook e Google cominciano a sentire su di sè la pressione dell'opinione pubblica e delle istituzioni, sia perchè hanno cominciato a riconoscere la loro responsabilità come editori di contenuti. Non lo stanno facendo per generosità ma perchè un numero crescente di aziende, Marche e attori del mercato pubblicitario stanno scoprendo la scarsa convenienza di vedere le pubblicità dei loro prodotti affincati da messaggi, contenuti e video che celebrano il terrorismo, il sessismo, il bullismo, la discriminazione di genere, ecc.
La nuova percezione che si va diffondendo tra gli inserzionisti si declina nell'abbandono delle piattaforme tecnologiche e in una perdita di guadagni che sembrano intaccare le granitiche strategie e certezze sia di Google sia di facebook. Le due aziende tecnologiche devono al tempo stesso fare fronte a nuove normative istituzionali come quelle della Commissione Europea che prevedono il pagamento di multe salate (50+ milioni di euro) per violazioni intercettate sulle piattaforme sociali online, come ad esempio la pubblicazione di notizie false e il non averle cancellate rapidamente. Il governo tedesco ha portato Facebook in tribunale anche per violazioni sull'uso dei dati personali di cittadini tedeschi e, come tali, europei.
Le recenti iniziative istituzionali sono assolutamente insufficienti ma i primi segnali concreti di un cambiamento di clima che può portare a una maggiore protezione dei diritti individuali dei cittadini europei sull'uso/abuso dei loro dati personali online e a una maggiore trasparenza. Uno scenario futuro nel quale la supremazia di piattaforme come quelle di facebook e Google sarà messa a prova non soltanto dai concorrenti ma anche da quanti continuano a vedere in Internet uno strumento per l'umanità ma a patto che ne venga salvaguardata la libertà e la democrazia e ne vengano bandite ogni forma di degenerazione e tentativo di controllo proprietario.