
Per alcuni la scoperta non è una sorpresa, a molti potrebbe neppure interessare, tanto sono presi nella dorata gabbia in cui Facebook li tiene prigionieri (Voliere e acquari di Facebook per uccellini e pesciolini in gabbia!)
Facebook ha prontamente smentito la notizia segnalando comunque di avere aperto una indagine interna e difendendosi dall’accusa di manipolazione tramite algoritmi e persone ad esso costantemente dedicate.
Il documento incriminato, dal titolo Trending Review Guidelines, è disponibile a questo LINK e presenta fin dalla sua prima pagina il ruolo che il team (Editorial Team, Topic Detection Team, Content Ranking Team) di persone deve svolgere.
Fonte: socialmediacollective.org
La scoperta ha toccato i nervi scoperti di Facebook e del suo fondatore visto il clima rovente caratterizzato dalla campagna elettorale attualmente in corso e il ruolo che il social network potrebbe giocare nel determinare scelte e propensioni di voto.
Zuckerberg ha rilasciato un commento per negare la veridicità di quanto riportato dal quotidiano inglese (Facebook post) ma anche per negare che nelle scelte del team siano stati soppressi trend sociali legati e conversazioni legate al partito repubblicano.
La notizia è stata ripresa anche da Gizmodo che in un articolo ha raccontato dell’intervento attivo di personale Facebook nella soppressione di notizie, racconti e informazioni che avrebbero potuto essere di interesse per un pubblico conservatore e quindi tendenzialmente repubblicano e nella iniezione artificiale (Sempre più schiavi di algoritmi tecnologici) di storie diverse in modo da determinare trend e condizionare l’interesse dei frequentatori del social network.
La reazione pubblica di Zuckerberg e di altri manager dell’azienda evidenzia il potenziale danno di immagine per un’azienda che si è sempre dichiarata neutrale e al servizio del suo vasto pubblico di utilizzatori.
Questi comicati sembrano però avere trovato una smentita forte dal documento che il Guardian ha pubblicato tendendo note e linee guida che sembrano guidare team operativi di Facebook nella gestione di quanto viene pubblicato determinando cosa è di tendenza e cosa non lo è o non lo deve diventare.
Le speigazioni che sono seguite a questo articolo (blog post) sembrano peggiorare la situazione. L’esistenza del team non viene negato ma associato alla necessità di interventi costanti per eliminare informazioni e notizie considerate semplice rumore che come tale va cancellato o reso meno visibile.
La notizia non avrebbe probabilmente avuto grande risonanza se non fosse stata legata alla campagna elettorale in corso. E’ servita comunque ad alcuni osservatori, professori e studiosi dei media sociali per esprimere il loro compiacimento sul fatto che non tutto è gestito da algoritmi tecnologici ma da persone reali preposte, con i loro processi cognitivi e decisionali, a decidere cosa premiare e cosa nascondere.
Ora che la notizia è uscita sta ai milioni di utilizzatori di Facebook fare una riflessione in più sui mondi da essi abitati e sulla loro effettiva utilità o semplicemente continuare a illudersi felicemente per la democraticità, libertà e neutralità degli strumenti tecnologici che utilizza.