
Il 2016 è l’anno delle tecnologie indossabili ma in realtà i prodotti tecnologici indossabili con sensori capaci di acquisire dati personali come impulsi vitali e prestazioni o attività sono in circolazione da tempo. Per misurare il battito cardiaco o il livello di ossigeno del sangue non s’è stato bisogno di aspettare lo Watch di Apple. Prodotti come Fitbit o Jawbone offrono da tempo soluzioni e sensori capaci di monitorare e acquisire informazioni su quasi tutto e di produrre una massa incredibile di dati quantitativi.
La raccolta di dati e la loro misurazione è così diffusa da cominciare a dare fastidio e irritare. Inoltre un flusso continuo di dati quantitativi non fa che aumentare il sovraccarico informativo e il surplus cognitivo, oltre allo stress che sempre si genera quando si dipende da semplici dati per sentirsi in salute, in forma, performante e di successo. Il flusso continuo di dati rischia anche di creare un rumore di fondo che rende complicato individuare i messaggi che questi dati vorrebbero comunicare e di cogliere quelli più essenziali.
Alcuni studi hanno già evidenziato come la misurazione costante di attività umane, qualsiasi esse siano, vitali o sportive, fanno diminuire la motivazione delle persone a farsi monitorare e misurare ma anche a trarre utili benefici dalle informazioni e conoscenze prodotte. Secondo questi studi più si quantifica qualcosa e meno si trova gioia a farlo. Ogni volta che un’azione è misurata cala la motivazione intrinseca della persona a fare ciò che è oggetto della misurazione. Conoscere i dati di una misurazione su attività o pratiche in corso può favorire le prestazioni ma riduce la gioia nel portarle a termine. Sapere che l’orologio intelligente o il braccialetto wearable indossato sta misurando il raggiungimento dei 10000 passi giornalieri da percorrere procura meno gioia di una camminata libera senza l’incombenza costante di dati numerici sui passi percorsi.
I wearable di uso comune sul posto di lavoro?
Secondo gli psicologi i premi associati alla misurazione esterna può minare la gioia e la voglia di fare qualcosa. In alcuni casi però sapere i risultati ottenuti durante una attività aiuta a farla. Ciò significa che se il pedometro del braccialetto elettronico è finalizzato ad una dieta per perdere peso, la misurazione non riduce la gioia legata a camminare.
Al contrario se un’attività è legata al puro divertimento, sapere di essere sotto monitoraggio e misurazione può ingenerare noia, stress e voglia di liberarsi dal controllo dei numeri.
I risultati delle ricerche degli psicologi sono tra loro contraddittorie ma non impediranno ai consumatori di dotarsi di sempre nuovi prodotti tecnologici indossabili e di usarli. Quando i dati prodotti saranno utili continueranno a produrli e a usarli, quando lo saranno meno o fonte di noia, semplicemente lasceranno a casa il Fitbit o l’Apple Watch!