
Lo scenario nel quale è stata collocata l'idea creativa dei due artisti coreani Shin Seung Back e Kim Yong Hun è quello tipicamente cittadino. Contesti metropolitani nei quali milioni di persone si muovono affrontando anche i rischi e i perisoli derivanti da tassi di criminalità tradizionalmente più elevati che in altri contesti non urbano. L'idea è però applicabile anche a contesti non cittadini.
Nei contesti cittadini strade, incroci, piazze e palazzi sono sempre più monitorati e tenuti sotto controllo elettronico da sistemi elettronici e di videosorveglianza finalizzati alla prevenzione dal crimine, alla protezione dei cittadini e a garantire livelli elevati di sicurezza. Obiettivi della vidosorveglianza sono solitament la qualità della vita sociale, la salvaguardia della salute fisica delle persone e il pronto intervento delle forze addette alla protezione e alla sorveglianza.
I due artisti coreani hanno pensato però di fornire una proposta e una soluzione a coloro che si trovano a muoversi in contesti urbani non ancora protetti e sorvegliati elettronicamente e ni quali non sono presenti videocamere.
Aposematic Jacket, 2014, lens, Raspberry Pi, camera, Wi-Fi module, battery pack and fabric, 15 x 60 x 70 cm
La soluzione l'hanno trovata nelle tecnologie indossabili e nelle fotocamere digitali sempre più piccole e potenti e sempre connesse. Ne è derivato un concept basato su una giacca, denominata Aposematic Jacket, completamente rivestita di micro-fotocamere collegate al web.
La giacca è letteralmente ricoperta da 50 piccole fotocamere, collegate ad un un'unica batteria nascosta che dà loro l'energia necessraia che puntano in ogni direzione e che possono entrare in funzione immediatamente appena si presenta una situazione di rischio o pericolo.
L'attivazione deve essere fatta da chi indossa la giacca e viene fatta con un pulsante apposito collegato all'intero sistema di fotocamere colegato a Internet attraverso Wi-Fi e capace di trasmettere fotografie e immagini a 360° di quanto sta succedendo ad un server remoto.
Per il momento la proposta è una semplice idea artistica che difficilmente troverà una qualche forma di realizazzione. difficile infatti pensare che una persona acquisti un abito Armani o Ermenegildo Zegna e poi lo rovini con l'aggiunta di micro-fotocamere che, nela forma di bottoni, trasformerebbero il vestito in una specie di puntaspilli.
I wearable di uso comune sul posto di lavoro?
L'idea è però intrigante perchè suggerische che le nuove tecnologie indossabili possono trovare ambiti di applicazione molti diversi e fornire al consumatore nuovi servizi, vantaggi e benefici in aree fin qui inimmaginabili. Qualcuno potrebbe evidenziare, come ha già fatto con altri gadget tecnologici come i Google Glass, che questo tipo di tecnologie siano invasive e a doppio taglio. Anche le fotocamere della Aposematic Jacket forniscono infatti un servizio di sorveglanza e protezione ma al tempo stesso comunicare e immagazzinano in un server informazioni di contesto che possono essere usate per violare la privacy delle persone.
L'idea della giacca tecnologica è sul tavolo e darà forma a realizzazioni concrete nei prossimi anni. Le sorprese potrebbero essere numerose così come lo potrebbero essere vantaggi e benefici e le applicazioni.
Aposematic Jacket (panorama image sent to the Web), 2014