Il dating degli algoritmi intelligenti
Il fenomeno è noto come dating e si presenta con una serie di applicazioni e piattaforme online che permettono a persone sole, in cerca di compagnia, di un partner, dell'amore di una vita, o semplicemente in cerca di avventure e evasioni, di farsi conoscere e contattare per poi pianificare incontri e costruire relazioni.
La ricerca e la scelta di un partner è probabilmente una delle pratiche umane più importanti e complesse. Le decisioni possono essere dettate da impulsi, emozioni e altre reazioni delle quali non si capisce nemmeno bene per quale motivo si manifestino. Continua così anche nell'era tecnologica a attuale caratterizzata da un'offerta di soluzioni e piattaforme tutte costruite intorno a freddi algoritmi ,capaci di valutare argomentazioni a favore o contro le persone che ci piacciono. Algoritmi ancora incapaci però di annusare ferormoni umani o di esercitare il senso dell'olfatto anche perché attivi sulla distanza e in azione prevalentemente nei mondi virtuali online.
Chi ha sperimentato il ruolo dell'olfatto nella scelta di un partner o di altri sensi come la vista, capace di leggere il linguaggio del corpo, sa che il disastro può essere dietro l'angolo e quanto frequentemente il partner che alla fine viene scelto possa trasformarsi in una grande delusione o in una trappola a vita.
La magia dei sensi e gli algoritmi stereotipati
Affidarsi all'olfatto e ai sensi viene ritenuto da molti il modo più intuitivo, inconscio, irrazionale per costruire relazioni sociali ed emozionali. In realtà molti di questi comportamenti sono dettati da meccanismi che regolano il funzionamento del nostro cervello e della mente e sono probabilmente ripetizioni inconsce di stereotipi praticati da sempre dalla specie umana, in modo simile a quano succede ai bonobo o ad altri animali. A dirlo sono alcuni cognitivisti e studiosi della mente che tendono a limitare il contenuto magico di molte scelte emozionali e affettive per legarle a meccanismi, algoritmi mentali che si attivano quando si determinano situazioni particolari.
Se anche il dating tradizionale è condizionato da algoritmi mentali non c'è allora da meravigliarsi se milioni di persone si affidino oggi ad algoritmi di altra natura, ma altrettanto stereotipati, ripetitivi e regolati da logiche e aritmetiche in uso probabilmente da millenni. Algoritmi che hanno determinato e favorito l'evoluzione della specie e la sua sopravvivenza ma anche la felicità degli individui coinvolti. Esattamente quello che fanno oggi gli algoritmi di dating, bravissimi nel garantire l'evoluzione e la sopravvivenza delle piattaforme che li ospitano ma anche di dare felicità, a volte solo momentanea e limitata nel tempo, alle persone che le frequentano.
La scomparsa della magia legata all'incontro con il partner giusto è probabilmente legata anche al dilagante nichilismo e al prevalente solipsismo che caratterizza le generazioni dei nativi digitali. Il nichilismo non uccide solo la verità, la fedeltà, la giustizia e la Politica, può uccidere anche l'amore e la relazione così come la follia e il caos che spesso si generano nella fasi di innamoramento o di esperienze eccitanti e ricche di emozioni.
Il clima nichilista diffuso spiega molto bene anche la fiducia diffusa in algoritmi che dicono di essere capaci di identificare razionalmente, sulla base di dati e informazioni disponibili online, il partner ideale per una vita o quello temporaneo per un incontro di piacere, felicitario ma veloce. Questi algoritmi continuano la loro evoluzione e sono oggi caratterizzati da intelligenze artificiali e capacità di apprendere. Probabilmente quasi quanto gli algoritmi naturali che governano da sempre gli incontri sociali, sessuali ed emozionali.
Mentre ai loro inizi questi algoritmi non avrebbero convinto della loro bontà quasi nessuno, oggi indagini di mercato e studi universitari raccontano il successo delle nuove generazioni di algoritmi evidenziando come quasi un terzo delle coppie formatesi online e che hanno contratto un matrimonio siano ancora felicemente insieme. Un dato che è paragonabile, in alcune realtà nazionali, ai dati sui matrimoni contratti nel modo tradizionale e sulla loro durata.
Se tutti ci vanno perchè dovrei rimanere fuori?
Il dating online è diventato un fenomeno diffuso anche per l'elevato numero di persone che frequentano le piattaforme che lo promuovono e l'ampia offerta da esse proposta. Un'offerta quantitativa e variegata che offre opportunità irraggiungibili nella vita normale di tutti i giorni al di fuori della Rete. Grazie a queste piattaforme ci si può collegare a potenziali partner o troncare la connessione con un semplice movimento tattile sullo schermo. Ci si può collegare/accoppiare con qualcuno sulla base della concordanza dei reciproci profili ma può capitare anche di ritrovarsi collegato a qualcuno molto attraente e emozionalmente accattivante senza nessuna comunanza di profilo.
Un problema questo che potrebbe scomparire con l'emergere di nuovi e più potenti algoritmi capaci di accedere a una quantità maggiore di dati personali, dotati di una evoluta intelligenza artificiale, in grado di apprendere ma anche di permettere a chi li usa di comprendere meglio sè stessi e i propri desideri sessuali, affettivi, relazionali e sociali.
Questi algoritmi tecnologici non devono spaventare.
In fondo anche quando arrivò il telefono, la stampa del tempo fu riempita di commenti sul rischio che venissero meno le opportunità di incontro romantiche ed emozionali perché basate sulla vicinanza e il contatto umano. L'intelligenza crescente degli algoritmi e la loro pretesa di capire meglio i nostri desideri e le nostre motivazioni, più di quanto noi stessi li possiamo capire, suggerisce però una qualche riflessione aggiuntiva, soprattutto se vengono utilizzati per la scelta del partner di una vita. Di mezzo infatti non c'è solo il sesso ma anche la condivisione di valori, emozioni, sentimenti, affetti e altre esperienze che una macchina al momento non è in grado di valutare e neppure di misurare.
In particolare gli algoritmi non sono oggi in grado, e non lo saranno ancora a lungo, di capire quando mentiamo e le nostre bugie. Bugie che sono innumerevoli quando gli umani parlano di sesso, relazioni, affetti e sentimenti. Gli algoritmi saranno anche in grado di individuare eventuali bugie grazie alla immensa quantità di dati di cui dispongono ma le bugie umane, soprattutto quelle che ci si racconta l'un l'altro, sono imprevedibili, creative e così numerose che nessun Big Data o algoritmo sarà mai in grado di favorirne l'individuazione e la decifrazione.
*Tutte le immagini sono scatti di viaggio di carlo Mazzucchelli