Lo Ziggurat in forma di tempio rappresentato dalla Torre di Babele forse non è mai esistito ma la sua metafora ha reso possibili infinite narrazioni sulla nascita delle differenti lingue del mondo e la separazione che ne è derivata. Oggi la lingua non sembra più essere una barriera. Non lo nel commercio internazionale e nel mondo del lavoro grazie alla conoscenza di più lingue da parte di chi vi lavora ma sempre più grazie a traduttori tecnologici capaci di ascoltare, comprendere e tradurre una lingua in molte altre. Il tutto grazie ad un'intelligenza artificiale in costante sviluppo capace di fornire una comprensione in tempo reale di parole e linguaggi altrimenti incomprensibili e indecifrabili.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Il mercato non è ancora riuscito a tradurre in realtà il pesce Babele descritto da Douglas Adams come capace di percepire le frequenze del cervello e di collegare tra loro i centri del linguaggio di cervelli diversi in modo da farli comunicare e interagire grazie alla comprensione dei messaggi ricevuti. L'evoluzione dell'intelligenza artificiale è comunque tale da far intravedere l'arrivo prossimo futuro di auricolari capaci di assolvere la funzione assegnata dall'autore di fantascienza inglese al suo pesce Babele.
I traduttori linguistici tecnologici prossimi venturi saranno prodotto tecnologici indossabili che sfrutteranno appieno le tecnologie wearable che stanno caratterizzando il mercato tecnologico di questi anni. Prodotti dotati della capacità di catturare e riconoscere linguaggi diversi, macchine dotate di intelligenza e strumenti per la traduzione ma anche capaci di apprendere e migliorare le capacità linguistiche.
Sul mercato esistono già progetti pilota che stanno dando forma a prodotti utilizzabili, nella forma di auricolari, da due persone dotate di APP apposite per gestire la scelta delle lingue da usare e attivare il sistema di traduzione che renderà possibili le conversazioni tra persone che parlano lingue diverse.
Le soluzioni tecnologiche per la traduzione del linguaggio non sono nuove. Le prime ricerche, di origine militare, risalgono agli anni sessanta e hanno portato alla creazione di vere e proprie macchine traduttrici, alcune rese disponibili a partire dagli anni 90 anche sul Web. Nel tempo macchine traduttrici sono state impiegate per il supporto tecnologico o per la traduzione di documentazione tecnica. Oggi i traduttori umani di professione cominciano a preoccuparsi per il loro lavoro e guardano alle macchine traduttrici di ultima generazione come potenziali concorrenti.
Una concorrenza uomo-macchina che si è accresciuta negli ultimi anni, oggi è alimentata dall'affermarsi prepotente di sistemi di intelligenza artificiale sempre più potenti perchè costruiti sull'abilità di apprendere degli algoritmi e del software che la costituiscono. Una concorrenza inesistente per tutti coloro che vedono nelle nuove tecnologie un semplice strumento in grado di migliorare in efficienza e produttività le attività umane, comprese quelle degli interpreti e dei traduttori.
Prima di arrivare a sistemi linguistici tanto intelligenti da sostituirsi a quelli umani passeranno ancora alcuni anni. E' indubbio però che le macchine abbiano fatto un salto evolutivo considerevole nella traduzione da una lingua ad un'altra. Un salto avvenuto grazie allo sviluppo di nuove tecniche, di tipo statistico, linguistico e grammaticale, ma anche alla disponibilità di grandi volumi di dati resi accessibili in tempo reale dalla diffusione del cloud computing e dei Big Data e relativi strumenti di analisi. L'ultima novità è l'introduzione di nuove tecniche di tipo neurale. Sistemi e macchine traduttrici che fanno uso di cervelli artificiali capaci di elaborare l'intero processo linguistico e di comprendere interi paragrafi, frasi e documenti e poi di tradurli in lingue diverse. Questi cervelli operano in modo simile ai vari sottosistemi neurali del cervello umano che si prendono cura del processo della comunicazione (semantica, sintassi, ecc.) e lo fanno in modo rapido ed efficiente per la loro abilità nella gestione del multitasking e delle risorse tecniche e informative di cui possono disporre.
Le traduzioni fornite dai numerosi traduttori tecnologici già esistenti sono ancora lontani dalla perfezione ma ciò non impedisce ad aziende private ed organizzazioni pubbliche di farne già largo uso. L'evoluzione dell'intelligenza artificiale forse non permetterà l'introduzione rapida di traduttori in tempo reale come il pesce Babele sopra menzionato ma è destinata a cambiare profondamente l'eredità della Torre di Babele rappresentata ancora oggi dalla molteplicità linguistica rappresentata in tutto il mondo nella forma di lingue diverse, dialetti e linguaggi vernacolari, ma anche modi di dire, pronunciare, sottintendere, ecc. Non è detto che scesi dalla torre si rinunci alla propria lingua madre ma almeno sarà più facile capirsi, spiegarsi e interagire, probabilmente grazie a semplici auricolari muniti di appositi sensori, di immense banche dati, di intelligenze artificiali capaci di apprendere e di apposite applicazioni.