Alla questione della tecnica i Cinesi avevano già dedicato un testo classico durante il periodo ionico (770-211 a.C.). In tale testo, non troviamo soltanto dettagli sulle varie tecniche – per costruire ruote, case e così via – ma anche il primo discorso teoretico sulla tecnica. Il classico in questione è il Kao Gong Ji (考工記, Uno studio delle tecniche, 770-476 a.C.), dove leggiamo:
Dotandosi del tempo determinato dal cielo, dell’energia [氣, ch’i] provvista dalla terra, di materiali di buona qualità, così come di un’abile tecnica, qualcosa di buono può essere prodotto attraverso la sintesi dei quattro. [天有時, 地有氣, 材有美, 工有巧。合此 四者, 然後可以為良]
Secondo questo testo, dunque, esistono quattro elementi che, congiunti, determinano la produzione. I primi tre sono dati dalla natura e non sono quindi controllabili. Il quarto, la tecnica, è sì controllabile – ma anche condizionato dagli altri tre: tempo, energia e materiale. Quello umano è l’ultimo degli elementi, e il suo modo d’essere è situazionale. Inoltre, la tecnica non è data, ma deve essere imparata e migliorata....
Il libro COSMOTECNICA di Yuk Hui è pubblicato in Italia da NERO
Grazie alla modernizzazione accelerata degli ultimi decenni, la Cina si avvia a diventare la più grande potenza tecnologica del mondo. Eppure, nel pensiero filosofico cinese la tecnica non è mai esistita. E così, se l’Occidente resta fermo nella sua convinzione che l’intera «questione della tecnologia» possa essere spiegata nei termini universali della tradizione europea, la stessa Cina sembra destinata a replicare gli identici disastri, le identiche storture che hanno portato alle devastazioni sociali, economiche e ambientali lasciate in eredità dal colonialismo prima e dalla globalizzazione poi.
Yuk Hui tenta un approccio diverso. Attraverso la rilettura del pensiero tradizionale cinese e di filosofi asiatici quali Feng Youlan, Mou Zongsan e Keiji Nishitani, introduce un concetto nuovo: quello di cosmotecnica, «l’unificazione tra ordine cosmico e ordine morale per mezzo di attività tecniche». L’obiettivo è non solo ipotizzare un diverso esito della questione tecnologica nell’era dell’Antropocene, ma anche tratteggiare i contorni di una storia del mondo al di fuori del modello occidentale, che vada oltre le riflessioni postcoloniali e che metta in discussione il prometeismo alla base del paradigma moderno.
Con Cosmotecnica Yuk Hui ha firmato uno dei testi chiave del pensiero contemporaneo, destinato a influenzare in maniera decisiva qualunque considerazione sul rapporto tra Oriente e Occidente, tra fine della modernità e futuro ipertecnologizzato.
Yuk Hui è autore di On the Existence of Digital Objects (2016), Recursivity and Contingency (2019) e Art and Cosmotechnics (2021). Attualmente insegna alla City University of Hong Kong. È tra i fondatori del Research Network for Philosophy and Technology.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Sara Baranzoni è docente e coordinatrice del corso di laurea in Creazione teatrale presso l’Universidad de las Artes del Ecuador e adjunct lecturer presso la Technological University Dublin. È membro del Digital Studies Network e cofondatrice della rivista internazionale di filosofia La Deleuziana.
e-flux
“Yuk Hui si rivela uno dei più decisivi teorici della tecnologia digitale.”
TANK Magazine
“Avete tra le mani il più importante libro uscito negli ultimi vent’anni sulla Cina contemporanea.”
Simone Pieranni