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Il virtuale (Pierre Levy)

Il virtuale (Pierre Levy)

19 Luglio 2019 Redazione SoloTablet
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Il libro di Levy propone una cartografia del virtuale pensata per fornire gli strumenti necessari a comprendere i processi di virtualizzazione che da sempre caratterizzano l'avventura umana sul pianeta terra. La proposta non è per tutti ma per quanti hanno intenzione di svolgere un ruolo attivo di comprensione, riflessione critica, accettazione e consapevolezza. Al termine di questa riflessione, e della lettura del libro, il lettore dovrebbe essere convinto delle molteplici falsità con cui viene raccontato il virtuale e del suo ruolo essenziale nel far nascere sia la verità sia la finzione.

"Il virtuale è intorno a noi, dentro di noi, che siamo già immersi nel virtuale semplicemente perché il virtuale era già [...] Cosa è virtuale? Trasformazione da una modalità dell'essere a un'altra. Niente a che vedere con il falso, l'illusorio, l'immaginario, piuttosto uno dei possibili modi di essere, contrapponibile non alla realtà ma alla attualità." - Maria Bettetitini dalla prefazione del libro 

Autore

Perre Levy insegna all'università di Parigi VIII nel diaprtimento Ipermedia. È uno studioso delle implicazioni culturali della tecnologia e dell'informatizzazione, del mondo degli ipertesti e degli effetti della globalizzazione. È titolare della cattedra di Intelligenza Collettiva all'università di Ottawa ed autore di numerosi testi tra i quali Cybercultura e L'intelligenza Collettiva.


Il punto di partenza della riflessione dell'autore è l'assunto che l'astratto di oggi sarà il concreto del domani e che il virtuale non è opponibile al reale ma un semplice processo che accompagna l'avventura storica umana sin dai suoi esordi. Il processo di virtualizzazione è stato alimentato da elementi e strumenti diversi quali il linguaggio, la scrittura, l'arte, la tecnica e oggi la tecnologia e deve essere inteso come un generatore di opportunità e di possibilità.

Il testo può essere letto come una guida alla comprensione dei significati filosofici dei concetti legati alla realtà virtuale ma anche come una presentazione delle numerose opportunità pratiche derivanti dai servizi offerti (simulazione, gioco, guerra, ecc.) dalle tecnologie della Realtà Virtuale. Dall'insieme emerge lo stretto legame esistente tra i processi di virtualizzazione e le attività umane intraprese dall'uomo nella sua evoluzione. Il virtuale non è alternativo al reale, è il germe di un altro modo di essere del reale che come tale non costituisce una fuga dalla realtà ma un suo potenziamento capace di far emergere le sue potenzialità.

L'illustrazione della virtualizzazione viene fatta analizzando i tre processi che l'hanno meglio caratterizzata nel passato, il linguaggio, la tecnica e il contratto sociale ma anche l'intelligenza. L'autore ricorre a numerosi esempi concreti che mostrano il coinvolgimento di tutti, determinato dal fatto che ogni nostra attività concreta o cognitiva si svolge sempre all'interno di contesti sociali caratterizzati da conflitti, progettualità e trascorsi storici ma anche da un dialogo continuo a più voci, sia esso reale o puramente virtuale e immaginato. I nuovi processi di virtualizzazione in atto offrono a tutti una specie di lampada di Aladino con cui esplorare le potenzialità del reale attraverso il virtuale. Il genietto della lampada chiederà sicuramente un prezzo da pagare se si vuole evitare di diventare semplici replicanti tecnologici e tecno-umani o se si vuole al contrario crescere impegnandosi in scelte che, per definizione, non saranno semplici perché destinate a produrre cambiamenti e trasformazioni.

Nella sua analisi Levy cerca di trovare il filo di Arianna capace di collegare tra loro i vari processi di virtualizzazione alla ricerca delle caratteristiche comuni (vedi capitoli 7 e 8) che permettano una definizione del virtuale più adeguata. Queste caratteristiche sono la de-territorializzazione (del testo, del mercato, della finanza, dell'economia, ecc.) che svincola l'evento dallo spazio e dal tempo, la commistione di opposti, pubblico e privato, interno e esterno, soggettivo e oggettivo e la problematizzazione dell'esistente che apre al dispiegamento di nuove dimensioni e possibilità.

L'uomo secondo Levy è una potente macchina per la virtualizzazione del mondo reale in cui opera. Tutte le immagini che determinano la sua percezione della realtà sono di natura virtuale ma reale e virtuale non sono due mondi paralleli bensì compenetranti e frutto della interazione costante tra mondo reale, organi di senso e cognitivi. È da questa interazione che nascono i processi di virtualizzazione attraverso i quali la specie umana si è costantemente rigenerate ed evoluta.

Non poteva mancare in questo testo una rielaborazione della visione  di Levy sulla intelligenza collettiva che emerge dalle reti di comunicazione digitale e oggetto tematico di un intero libro pubblicato precedentemente dall'autore. Infine nell'ultimo capitolo Levy lancia l'allarme su una velocizzazione e intensità della virtualizzazione che rischiano di allontanare gli esseri umani dai loro saperi e di separarli dalle loro identità, dal loro lavoro e dal loro paese. Non serve rispondere resistendo alla virtualizzazione ma bisogna darle un senso, stare al passo e inventare una nuova arte dell'oepitalità. Obiettivo finale e condiviso deve essere una virtualizzazione riqualificante, inclusiva e ospitale.

Scheda libro

Titolo intero: Il virtuale

Titolo originale:Qu'est-ce que le virtuel

Genere: Filosofia

Listino: ND

Editore: Cortina Raffaello

Collana: Scienza e idee

Pagine: 150

Data uscita: 06/04/1999

 

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