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Internet non salverà il mondo (Morozov Eugeny)

Internet non salverà il mondo (Morozov Eugeny)

19 Dicembre 2020 Redazione SoloTablet
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Eugeny Morozov continua anche in questo testo la sua riflessione critica e tecno-cinica sulla tecnologia criticando la centralità di Internet e la possibilità di risolvere tutti i problemi politici e culturali attraverso la tecnologia. Criticato da molti come responsabile della criminalizzazione della tecnologia, Morozov se la prende con i rappresentanti del mondo tecnologico come Jeff Bezos di Amaxon, Eric Schmidt di Google, Reid Hofman di Linkedin, Gordon Bell di Microsoft ma anche con molti cyber-intellettuali responsabili dell'attuale celebrazione acritica e superficiale della tecnologia. Sotto il mirino finiscono anche i Big Data con il loro lato oscuro e algoritmi legati alla sorveglianza e alle tecniche di social engineering.

"Il tentativo della Silicon Valley di farci entrare tutti in una camicia di forza digitale promuovendo l'efficienza, la trasparenza, la certezza e la perfezione, nonchè di conseguenza l'eliminazione dei loro gemelli maligni, ossia l'attrito, l'opacità, l'ambiguità e l'imperfezione, comporterà a lungo termine dei costi proibitivi. Per varie ragioni ideologiche...tali costi elevati non sono visibili all'occhio dell'opinione pubblica e rimarranno nascosti finchè noi, nella nostra sventata ricerca dell'Eden di silicio, non riusciremo a mettere radicalmente in questione la nostra infatuazione per una serie di tecnologie che sono spesso raggruppate sotto l'ingannevole nome di Internet."

Autore

Eugeny Morozov è sociologo, giornalista ed esperto di geopolitica e  nuovi media. Nato in Bielorussia nel 1984 da una famiglia di minatori, ha fatto parte di organizzazioni non governative che promuovevano la democrazia nell’Europa orientale. Fa parte della Open Net Initiative, una associazione che difende la libertà di espressione attraverso internet. Svolge attività di ricerca a Stanford e scrive per numerosi riviste quotidiani come Foreign Policy, The Wall Street Journal, Financial Times, The Economist, e Wahington Post.  È noto per le sue posizioni critiche e le opinioni in contro tendenza rispetto alle mode del momento. Rispetto alla visione ottimistica che caratterizza il pensiero unico e trionfalista sui benefici tecnologici, Morozov evidenzia rischi e pericoli possibili in termini di minore libertà e democrazia. Le sue posizioni sono espresse in contrasto con il pensiero dei molti studiosi considerati mainstream e tecnofili o tecno-ottimisti come ad esempio Clay Shirky.


Evgeny Morozov con questo libro esplora il "lato oscuro della rete" e ci racconta perché Internet non possa essere, come molti sono portati a credere, la soluzione di tutto. Lo studioso della Rete e delle nuove tecnologie mette in discussione la teoria della libertà assoluta della Rete. Secondo lui è diventata innanzitutto dominio incontrastato di colossi come Google e Facebook, che ne fanno quello che vogliono. Il cyberutopismo che caratterizza molte delle visioni tecnologiche e la fede totale e assoluta nei confronti della comunicazione digitale, nascondono ambiguità e pericoli. Con questo saggio Morozov chiama tutti a un uso responsabile e critico di Internet e a sviluppare maggiore consapevolezza degli strumenti in esso disponibili.

Il libro di Morozov, autore reso famoso dal best-seller L'ingenuità della rete,  è uno dei testi maggiormente critici di Internet usciti negli ultimi anni. Un testo che non deve essere catalogato come tecnofobo ma come un contributo ad una riflessione e discussione critica e consapevole sulla tecnologia. A preoccupare l'autore è il livello attuale del dibattito e come esso si sviluppa sui media, tra i protagonisti della rivoluzione tecnologica e tra gli studiosi. La critica è rivolta in modo particolare al conformismo di una visione tecnofila dei guru e delle aziende della Silicon Valley che vedono nelle nuove tecnologie di Internet la soluzione a ogni problema (descritto nel libro come soluzionismo)  e strumenti potenti di riorganizzazione e miglioramento delle condizioni esistenziali delle persone. L'errore di questa visione diffusa sta nel guardare alla tecnologia come una risorsa neutrale i cui risultati dipendono semplicemente da come viene utilizzata. Per Morozov al contrario i suoi effetti devono essere esaminati in chiave politica ed etica. Nel farlo, bisogna esaminare attentamente il ruolo di chi questi mezzi li produce e li mette a disposizione del largo pubblico. Un ruolo non neutrale così come non lo è la tecnologia da essi prodotta.

L'approccio soluzionistico e la visione della tecnologia come neutrale portano alla ricerca di soluzioni e risposte tecnologiche senza alcun tipo di riflessione critica sulla complessità dei problemi da affrontare e sulle implicazioni eventuali delle scelte tecnologiche intraprese. In alcuni casi a creare implicazioni indesiderate è la stessa soluzione tecnologica adottata, come lo spazzolino dotato di sensori in grado di raccogliere informazioni sulla salute dentaria di chi lo usa e di inviarle a un centro dentistico che le userà per le sue newsletter future di tipo promozionale e commerciale. Gli esempi di questo tipo sono numerosi e tutti sono incentrati sulle possibili conseguenze di una realtà nella quale la privacy non esiste più e i dati personali e individuali sono condivisi da entità, aziende e istituzioni e trattati come moneta corrente.

Se questa è la realtà e Morozov sostiene che lo è, conviene sviluppare una riflessione critica che comprenda e vada oltre il problema della privacy e della riservatezza dei dati. Bisogna riflettere sulla delega generalizzata, che coinvolge un numero crescente di individui e li consegna a meccanismi di controllo discutibili e di cui sono diventati complici. Questi meccanismi servono ai produttori di piattaforme tecnologiche e ai grandi Brand per scopi commerciali ma anche a governi e istituzioni, più o meno democratiche , per allargare la loro sorveglianza e il loro controllo sociale.

La riflessione non deve essere focalizzata solo su Internet ma sull'insieme delle nuove tecnologie dell'informazione che sono entrate in modo dominante nella vita di tutti i giorni delle persone. Chi produce queste tecnologie tende a descriverli come semplici mezzi, troppo complessi per essere studiati e compresi, e a suggerire l'idea che dovremmo limitarci al loro utilizzo delegando ad esperti e guru la responsabilità di realizzarli e di spigarci come e dove usarli. Morozov è contrario a questa delega in bianco e pone ai produttori interrogativi importanti legati alla politica, all'etica e alle persone. Sono interrogativi che tutti dovrebbero porre perché ne va del loro futuro e felicità.

Riflettere criticamente significa abbandonare la fede cieca con cui si partecipa ai riti sociali della Rete ed elaborare una visione laica, cinica, pragmatica ed utilitaristica del mezzo tecnologico. I media tecnologici non sono necessariamente buoni e non tutto ciò che ci viene raccontato su di essi deve essere preso come verità. Per iniziare a ragionare in modo diverso bisogna smettere di parlare di tecnologia e riflettere in termini sociali e politici con l'obiettivo di sviluppare e suggerire una visione etica e politica della stessa capace di generare modelli ed effetti positivi.

Mentre continua a crescere la rete globale e la pervasività dei mezzi tecnologici e si allarga il dibattito sulle loro conseguenze, Morozov offre un'ulteriore opportunità per analizzare come si sia trasformata Internet. Da piattaforma democratica e libera a luogo assurdo nel quale è facile rimanere scottati, essere controllati e "annegare nel mare algoritmico". Il problema non sta tanto nella tecnologia in sé ma negli strati che vi si sono sedimentati sopra e che sono stati realizzati da entità economiche e politiche con finalità ben diverse da quelle democratiche e libere dell'origine. Gli effetti negativi che ne derivano sono numerosi e toccano aspetti psicologici e comportamentali, forme di apprendimento e di accesso all'informazione, approcci e modalità di fruizione passiva dei contenuti, delle relazioni e della socialità. L'effetto più urgente da analizzare è la trasformazione della Realtà in realtà digitale. Una Realtà della quale abbiamo scarsa conoscenza e consapevolezza e ai cui meccanismi e alle cui pratiche sociali ci siamo praticamente e acriticamente consegnati. Riuscire a porsi delle domande non è solo giusto ma necessario. Non si tratta di staccare la spina o demonizzare la tecnologia ma di andare oltre la semplice connessione e informazione per interrogarsi sulla conoscenza, sull'apprendimento, sulla cultura, sulla democrazia, sulla libertà e sui diritti, ad esempio quello della privacy. Più della frequentazione attiva di Internet e la produzione di contenuti serve sviluppare la capacità di interpretare e capire il mezzo che si sta utilizzando e gli spazi che si frequentano, i loro meccanismi e condizionamenti, i costi e i rischi ad essi associati. Serve adottare un atteggiamento proattivo e critico, utile a fare delle scelte e a prendere decisioni e, in una parola, a fare buon uso del nostro cervello che, a differenza della Rete, è per il momento uno strumento ancora di nostra proprietà.

 

Scheda libro

Titolo intero: Internet non salverà il mondo

Titolo originale:To save everything: click here

Genere: Scienze Sociali

Listino: 19,00

Editore: Mondadori

Collana: Strade Blu

Pagine: 452

Data uscita: 29/04/2014

 

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