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Proust e il calamaro (Wolf Maryanne)

Proust e il calamaro (Wolf Maryanne)

19 Dicembre 2020 Redazione SoloTablet
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Proust e il calamaro è un libro ambizioso, stimolante e ispirato che, non a caso, ha richiesto alla scrittrice sette anni di lunga gestazione. È il risultato di numerose e approfondite ricerche sulla lettura e su come il cervello la pratica. Non è solo un viaggio nell'archeologia ed evoluzione della lettura nel tempo. R' anche un manifesto scritto per richiamare l'attenzione sull'importanza attuale della lettura e sui rischi che corre a causa della pervasività della tecnologia con i suoi effetti sui tempi e i modi della lettura tecnologica. A chi vuole trarre vantaggio dai cambiamenti prodotti dalla tecnologia il libro offre strumenti preziosi per comprenderla e trovare gli adattamenti necessari per non interrompere l'evoluzione del cervello che legge. Il testo è sempre leggibile e accessibile anche quando vengono spiegati processi cognitivi complessi, funzioni e anatomia del cervello. I concetti sono facilmente visualizzabili e comprensibili. Da sottolineare anche l'interesse mostrato per le persone con disturbi della lettura perché affette da dislessia.

 "I bambini non dovrebbero essere messi di fronte all'alternativa i libri o il computer, il quotidiano o la sua sintesi online, la carta stampata o gli altri media. La nostra generazione in mutamento ha l'opportunità, se sapremo coglierla, di fare una pausa e usare al meglio la nostra capacità di riflettere, di usare tutto ciò che abbiamo a disposizione per prepararci a quello che verrà."

Autrice

Maryanne Wolf è una delle più note neuro-scienziate cognitiviste. Sudiosa della lettura e in particolare della dislessia è Direttrice del Center for Readingand Language Research alla  Tufts University presso la quale è anche Associate Professor of Child Development. Oltre al libro Proust e il calamaro, e di Dyslexia, Fluency and the brain, ha prodotto anhe tre programmi di formazione per apprendere gli skill utili all'apprendimento, per la lettura e la scrittura e sulla linguistica per lettori alle prime armi. Sui temi oggetto delle sue ricerche la Wolf ha prodotto centinaia di articoli e lavori scientifici.


Non siamo nati per leggere (lo diceva anche Proust che paragonava il dono della lettura a un miracolo), ma siamo dotati di un cervello straordinariamente plastico, un cervello che oggi deve affrontare nuove sfide come quelle imposte dalla pervasività della tecnologia e dei suoi dispositivi per la comunicazione, la scrittura e la lettura. Facendo riferimento a discipline diverse come la neuroscienza, la linguistica, la psicologia, la storia e la pedagogia, Wolf ricostruisce in modo avvincente la storia e la scienza del cervello che legge cercando di dimostrare che la lettura non è un'attitudine naturale dell'essere umano ma una sua geniale invenzione, il prodotto dell'adattamento di strutture cerebrali, usate per altre funzioni come la vista, anche alla lettura. Un'attitudine che, così come è stata conquistata, potrebbe anche essere perduta, a causa di una diffusa cultura digitale che sta creando un cambiamento di paradigma e segnando in profondità soprattutto le nuove generazioni di nativi digitali. Su questo cambiamento la Wolf offre la sua lucida analisi e al tempo stesso invita a seguire le trasformazioni determinate da Internet e dalle nuove tecnologie con grande consapevolezza critica.

Il testo è ricco di analisi, spunti e riflessioni, racconta delle capacità cognitive e di come sia mutato nel tempo il cervello umano grazie ad un adattamento continuo a varie tipologie di caratteri (cuneiformi, geroglifici, ecc.), di alfabeti (greco, fenicio, ecc.) e di scritture che hanno portato alla capacità attuali di lettura e di apprendimento. È un adattamento che continua anche nella vita di ogni persona come testimonia la differenza che ognuno sperimenta nel leggere un classico o un'opera letteraria in diverse epoche della sua vita, caratterizzate da bagagli e conoscenze culturali e conoscitivi diversi ma anche dall'avere accumulato maggiori abilità nella lettura e nell'esercitare un cervello che nel leggere ha imparato a leggere meglio.

Il titolo scelto per questo libro è pretenzioso ma nel suggerire un confronto tra una prosa complessa e testi difficili da leggere come quelli dell'autore della Recherche e un essere vivente dal cervello semplice come il calamaro, esso risulta accattivante e indovinato. L'incipit iniziale del testo con la sua affermazione categorica che "Non siamo nati per leggere." è spiazzante per tutti coloro che, amando da sempre la lettura, credono di praticarla in modo naturale come il mangiare o il dormire ma è anche un invito forte a continuare la lettura per scoprire quali siano state nel tempo le evoluzioni e le innovazioni del cervello umano che hanno reso possibile la lettura. Grazie alla sua architettura  aperta e alla sua plasticità, per imparare a leggere, il cervello umano ha dovuto creare e ricreare in continuazione sofisticati collegamenti tra strutture e circuiti neuronali in origine preposti ad altri più basilari processi, come la vista e la lingua parlata in modo da imparare a leggere e poi, grazie alla lettura, facilitare la formazione di un sapere determinato dall'accumulo creativo ed efficace di sempre nuove conoscenze.

L'attenzione rivolta al cervello invece che alla mente è indicativa del lavoro di una scienziata che parte dalle più recenti scoperte delle neuro-scienze per mostrare, con abbondanti esempi e riferimenti scientifici, come la nascita della scrittura, della lettura e la formazione della cultura abbiano coinvolto le strutture profonde del cervello richiedendo uno sforzo adattativo ed evolutivo costante. È uno sforzo che ha prodotto numerosi vantaggi e benefici. Ha comportato numerose trasformazioni della specie umana che si è manifestata nella ristrutturazione funzionale del cervello e ha aperto nuove vie neurali che hanno portato a sviluppare la capacità di leggere, favorendo la connessione e l'attivazione di altre aree a seconda del tipo di testo, carattere o simbolo oggetto della lettura. Non è un caso ad esempio che il cervello di un giapponese o di un cinese (lettura di pittogrammi) sembra essere organizzato per la lettura in modo diverso da quello di un inglese (lettura di caratteri alfabetici) per la diversa tipologia di caratteri usati dalle due lingue.

La riflessione dell'autrice non nasce solo dalla conoscenza delle numerose scoperte scientifiche sull'argomento ma anche dalle sue esperienze didattiche con persone di ogni età, alcune delle quali affette da handicap come la dislessia. Pratiche che le hanno permesso di scoprire l'elevata plasticità del cervello e la sua capacità di costruire sempre nuove connessioni utili a riorganizzare se stesso per apprendere nuove abilità, compresa quella della lettura. Esperienze che hanno messo in allarme la sua sensibilità per il cambiamento in atto nella pratica della lettura sempre più determinata dall'universo digitale di Google e Facebook, dal surplus informativo e dal ruolo crescente degli schermi che impediscono o non facilitano una lettura inferenziale, analitica e critica o la dimensione associativa della lettura.

Un aspetto positivo del libro è lo spazio dedicato a spiegare alcune disabilità nell'apprendimento e nella lettura come quelle che si manifestano nelle persone che soffrono di dislessia. Disabilità spesso circondate da pregiudizi e scarse conoscenze che l'autrice provvede a sfatare in due capitoli interi del libro (Il rompicapo della dislessia e il progetto cerebrale e Geni, doti e dislessia).

Ad alcuni lettori potranno apparire esagerate due riflessioni, la prima legata alla comunicazione, alla cultura orale e alla sua insufficienza nel favorire  memoria e pensiero critico,  la seconda al ruolo della tecnologia. Sulla prima il discredito espresso dall'autrice sembra essere prodotto appositamente per sostenere la sua tesi del cervello che legge. La seconda non sembra sufficientemente sostenuta da dati scientifici e riscontri evidenti sul fatto che la lettura da uno schermo sia differente, in termini di effetti sul cervello, da quella effettuata su una pagina di testo cartacea. Entrambe sono però piegate alla esigenza di sostenere la tesi del libro sul ruolo e sull'importanza della lettura nella vita di ogni persona, anche di quelle che, per motivi geografici, sociali, economici e culturali, sono ancora legati alla cultura orale.

Rimane, in tutta la sua validità, l'invito pressante a preoccuparsi del futuro dei giovani e delle sfide che dovranno affrontare in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia. Interessante è la critica rivolta al teorico della singolarità Ray Kurzweil che celebra la positività dell'accelerazione, molto tecnologica, deli processi del pensiero. Par la Wolf al contrario la comprensione del tutto passa anche attraverso il riposo, la pausa e la lentezza.

La rivoluzione della lettura ha implicazioni neuronali e culturali sulla lettura così come sulla memoria, contribuendo allo sviluppo cognitivo e alla formazione di nuove forme di pensiero. In questa rivoluzione l'oralità non è che un primo tassello di un viaggio nella profondità della psiche e nell'emergere di una coscienza e consapevolezza che permette di pensare al proprio pensiero e vedere i pensieri di un altro. Tutto questo è oggi trasformato dalla lettura digitale e dal dialogo virtuale che obbligano a nuove abilità cognitive e obbligano a nuove scelte sia chi impara sia chi insegna, nel loro ruolo di genitore, insegnante e adulto. La scelta deve essere per un pensiero complesso e non semplificato dalla brevità del cinguettio e dalla navigazione nell'ipertesto con l'obiettivo di mantenere inalterate la piattaforma cognitiva che ha permesso l'emergere di capacità essenziali come "la documentazione, la codificazione, a classificazione, l'organizzazione, la interiorizzazione del linguaggio, la consapevolezza di sè e degli altri e la consapevolezza della stessa consapevolezza".

Consapevole che la trasformazione evolutiva del cervello che legge segni il cammino della persona come lettore a partire dalla sua infanzia, l'autrice conclude il suo libro interrogandosi se i ragazzi di oggi stiano imparando il cuore del processo della lettura e cioè la capacità di andare al di là del testo. In assenza di una risposta definitiva il consiglio lasciato al lettore o alla lettrice del suo libro è di "fare ogni sforzo affinchè l'immersione nelle risorse digitali non nuoccia alla capacità dei nostri bambini di valutare, analizzare, mettere in ordine di priorità e soppesare ciò che si cela in ogni tipo di informazione. [...] I bambini non dovrebbero essere messi di fronte all'alternativa i libri o il monitor...". 

Scheda libro

Titolo intero: Proust e il calamaro - Storia e scienza del cervello che legge

Titolo originale: Proust and the Squid. The story and science of the reading brain

Genere: Storia e cultura

Listino: ESAURITO

Editore: Vita e pensiero

Collana:

Pagine: 255

Data uscita: 09/09/2009

 

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