
A seguito della presentazione del primo tablet di casa Apple, la "tavoletta magica" iPad, molti potenziali acquirenti si dichiararono prematuramente delusi. Chi si attendeva di poter utilizzare il prodotto per sostituire in tutto e per tutto un computer portatile, criticava la scelta fondamentale della società di Cupertino: l'utilizzo di iOS come sistema operativo della rivoluzione nascente. "E' solo un grosso iPhone" sembrava essere il motto più in voga in quei giorni.
Ovviamente il guru innovatore Steve Jobs aveva le idee ben precise: quello che si accingeva ad introdurre sul mercato doveva essere un dispositivo complementare, non sostitutivo, a portatili e smartphone.
La scelta lungimirante era piuttosto mirata alla creazione di una piattaforma iPod Touch - iPhone - iPad, semplificativa per il già vastissimo parco utilizzatori, ormai a proprio agio con un'interfaccia touch tra le migliori in circolazione, nonché funzionale alla pletora di sviluppatori iOs che con le loro app avevano invaso l'App Store.
L’importanza degli ecosistemi
A distanza di breve tempo appare chiaro come tale scelta risultasse in realtà corretta e vincente, tanto da essere mimata dai maggiori competitor ad oggi presenti sul mercato: Android di Google ad esempio, gira sia su smartphone che su tablet, in versioni diverse (HoneyComb e Gingerbread le attuali), solo per ovvie questioni di ottimizzazione.
Come non scorgere segnali di una ulteriore convergenza in Mac Os X Lion, l'ultimo sistema operativo per Mac: fullscreen app, launchpad, natural scroll direction, gesture multitouch sono solo alcuni dei segnali più evidenti. Questa potrebbe essere l'ultima versione di Os X così come abbiamo imparato a conoscerlo negli ultimi dieci anni. Anche la scelta del nome, Lion appunto, prosegue il filone "felino" dei suoi predecessori, arrivando però ad un punto di svolta: quale potrebbe essere il successore del Re dei felini?
La vera sfida dei tempi a venire è mirata alla realizzazione di sistemi operativi completamente scalabili sulla filiera dei prodotti portabili, includendo anche netbook e parte dei notebook.
Windows ha già lasciato chiaramente intendere che con Win 8 abbandonerà il filone di WinMobile a favore di una soluzione di questo tipo, con prevedibile soddisfazione di utenti e sviluppatori.
Lo scenario che si prefigura apre però nuove strade rispetto alle scelte tecnologiche che dovranno essere adottate: ad oggi esiste infatti una forte linea di dimercazione tra l'universo del mondo mobile, fortemente incentrato su architetture ARM, e il mondo dei PC, da decenni ancorato allo stradominio dei processori x86 di Intel.
Non dobbiamo stupirci se a medio termine vedremo una rapida ascesa della prima delle due piattaforme sopra menzionate: i processori ARM, da sempre incentrati sul risparmio energetico, stanno recuperando velocemente il gap prestazionale, introducendo a loro volta soluzioni multicore e gpu integrate (es. Nvidia Tegra); le soluzioni di cloud computing stanno sempre più migrando verso le architetture distribuite la richiesta computazionale dei dispositivi per il mondo consumer.
A quanti risultassero scettici rispetto a quanto descritto, segnaliamo come la stessa Intel sia ormai in campo per la produzione di CPU ARM e che da qualche mese girano voci insistenti circa l'avvistamento nei laboratori Apple di un MacBook Air con processore ARM in fase avanzata di test.
Solo il tempo e la capacità di innovare sapranno concretizzare quelle che ad oggi appaiono come semplici speculazioni.