
Più di metà di dette società dovrà però anche creare nuovi ruoli professionali per gestire in modo efficace questa evoluzione. Di questa tematica si è parlato in occasione di un recentissimo evento di Idc: “Digital Transformation; Faster, Better, Hybrid”, svoltosi lo scorso 0 giugno a Milano.
Il cloud è uno dei componenti della nuova Piattaforma, la 3, che dovrà permeare la futura organizzazione delle aziende di tutto il mondo. Ciò richiese, ha detto Sergio Patano, Research & Consulting Manager Idc Italia, una grande trasformazione degli assetti organizzativi e operativi delle imprese allo scopo principale di valorizzare, e possibilmente al meglio, le nuove tecnologie digitali. L’uso di queste è una esigenza dalla quale non si può esimersi, pena la perdita di competitività.
L’adozione della 3° Piattaforma implica non solo l’uso del cloud ma anche alcune altre innovazioni tecnologiche: mobilità, big data/analytics, social media e Internet of Thing o Everything (come dice Cisco). “Per i prodotti/servizi della 3° piattaforma, dice Patano, si formulano previsioni di sviluppo di oltre il 20% l’anno nei prossimi tre anni e, probabilmente, anche negli anni successivi. Attualmente le rilevazioni Idc dicono che solamente il 27% delle imprese europee è posizionata su questa Piattaforma tecnologica, ovvero ha avviato progetti di business transformation.
Coloro che li hanno concretamente realizzati sono soltanto il 4%. Il 40% delle aziende si trova ancora fermo alla 2° Piattaforma. In questi contesto evolutivo o mutante il ruolo del cloud è particolarmente importante, soprattutto quello ibrido”.
Attualmente le due attività per le quali si ricorre maggiormente alla nuvola sono lo storage e le email, o meglio email collaboration. Perché il cloud? Le ragioni fondamentali sono tre: riduzione dei costi (molla iniziale), rendere più agile il business e migliorare l’utilizzo delle risorse It (le due molle oggi forse più usate). Per contro a frenare la sua diffusione concorrono soprattutto tre fattori: scarso controllo sui costi, scarsa possibilità di fare customizzazioni e carenza di skill.
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Perché il cloud ibrido esce vincente? La motivazione principale, risponde l’analista di Idc, è da ricercare nella possibilità di salvaguardare gli investimenti pregressi. “Ecco perché nei prossimi anni più della metà delle aziende europee che oggi utilizzano il cloud pubblico si adopererà per sviluppare modelli di cloud ibridi”.
Gian Carlo Lanzetti