
La trasformazione digitale incombente
La vita di ogni giorno, personale, professionale e aziendale si sta trasformando sempre più da analogica a digitale. E' una trasformazione silenziosa, che si diffonde in modo rapido e globale. Non interessa solo il modo di comunicare con i dispositivi mobili, di muoversi con le nuove APP (Uber, AirBnb, ecc.) e le nuove auto senza autista e di fare shopping.
Il mondo fisico si stà virtualizzando e digitalizzando, grazie a tecnologie e applicazioni che permettono di abitare realtà virtuali online ma anche grazie a sensori, intelligenze artificiali, assistenti personali, macchine e oggetti intelligenti capaci di apprendere e di comunicare. La digitalizzazione sta interessando sia la vita personale delle persone e i mercati che frequentano come consumatori, sia quella delle aziende obbligate a predisporre quanto serve in termini di IT, per trarre vantaggio dalle nuove tecnologie.
Le tecnologie IoT in particolare stanno suggerendo, in qualche caso imponendo, la ridefinizione dei processi produttivi e della modalità con cui i prodotti vengono fatti, commercializzati e monetizzati. Aggiungere nuova intelligenza o funzionalità tecnologiche a un nuovo prodotto non comporta costi proibitivi, in cambio le potenzialità sono senza limiti. Unica sfida reale è riuscire a garantire la massima sicurezza degli innumerevoli oggetti intelligenti in uso, dei dati ai quali hanno accesso e di cui fanno uso, attraverso strumenti e soluzioni gestionali, potenti e consistenti. Strumenti capaci di garantire la sicurezza ma anche la gestione di realtà tecnologiche in continua evoluzione e l'analisi di grandi volumi di dati che devono essere protetti ma soprattutto usati in modo intelligente per scopi aziendali.
La pervasività di nuovi oggetti intelligenti in azienda sta creando oggettive difficoltà a dipartimenti IT abituati a gestire dispositivi hardware e applicazioni di tipo tradizionale, con approcci e strumenti legati alle piattaforme tecnologiche esistenti. Questi strumenti sono spesso verticali e specifici per classi di dispositivi o di piattaforme, non sono sempre predisposti per una gestione e messa in sicurezza allargata a nuovi oggetti tecnologici, non permettono di gestire ruoli e responsabilità dentro organizzazioni, sempre più virtuali e orizzontali. Ne deriva la necessità di definire nuove strategie, capaci di comprendere le nuove evoluzioni tecnologiche in essere, di dotarsi di nuovi strumenti e di approcci capaci di trarre vantaggio dalle stesse, in modo da superare le difficoltà che ogni nuova rivoluzione o situazione complessa impone.
IoT la nuova fase
La pervasività dei dispositivi mobili ha cambiato il mondo ma non rallentato l'evoluzione tecnologica.
La prossima fase emergente è caratterizzata dall'affermarsi di Intelligenze Artificiali, Realtà Virtuali, prodotti tecnologici indossabili e reti di oggetti. Queste ultime sono forse le tecnologie che più di altre definiranno gli scenari prossimi venturi. Scenari fatti di un'infinità di oggetti intelligenti, capaci di connettersi e, quasi sempre, interconnessi tra di loro.
Gli oggetti di cui queste reti saranno composte sono smartwatch, braccialetti per la fitness, apparecchiature domestiche e altri dispositivi per un uso individuale, personale, familiare e sociale. L'impatto più grande delle Reti degli Oggetti o delle Internet degli Oggetti, sarà sulle aziende e sulle organizzazioni. Non è un caso che quando si parla di IoT (Internet of Things) nelle aziende si faccia ricorso al neologismo EoT (Enterprise of Things).
Un approccio descrittivo per indicare un ambito applicativo che è chiamato a guardare alle nuove tecnologie tenendo sempre presente le specificità di realtà come quelle aziendali. Specificità che raccontano della presenza di innumerevoli dispositivi e strumenti tra loro diversi, alcuni dei quali forse non ancora sviluppati, della necessità di adattamento delle tecnologie esistenti con le nuove, del bisogno di protezione degli asset informativi aziendali e di sicurezza, di gestione, analisi e controllo.
La diffusione delle Internet degli oggetti avrà effetti profondi sulle organizzazioni e sui loro sistemi informativi (piattaforme, storage, dispositivi endpoint, database, strumenti e risorse applicative di back-office come CRM, ERP, SCM, BI e data analytics, ecc.). La gestione di queste reti di oggetti in azienda sarà incommensurabilmente più complicato della gestione delle pratiche BYOD, sia in termini di connettività, di gestione degli accessi e delle identità, di connessioni esterne (VPN), di infrastrutture per la sicurezza e per la gestione.
Cosa sono i dispositivi ENDPOINT: computer o oggetti intelligenti dotati di connettività Internet e di comunicare in una Rete. Il termine si rifercisce in genere a laptop, smartphone, tablet, client PC, stampanti o altri dispositivi hardware come POS e tutti i numerosi oggetti che oggi compongono le Internet degli Oggetti. La proliferazione di queste tipologie di oggetti o endpoint obbliga a prestare maggiore attenzione alla sicurezza delle Reti e alle pratiche di accesso e utilizzo ad esse associate.
EoT (Enterprise of Things)
Implementare piattaforme Enterprise of Things in azienda richiederà strategie e approcci diversi dettati principalmente dalla necessità di operare con dati in tempo reale e dopo averli opportunamente analizzati, contestualizzati e convalidati. L'Enterprise of Things va di pari passo con i Big Data e l'immagazzinamento di dati e informazioni (Data Storage) ma soprattutto con gli strumenti di analisi dei dati. Il tutto finalizzato alla maggiore efficienza e alla produttività ma soprattutto alle relazioni interne e esterne all'azienda.
Il senso della vita
Per comprendere la dimensione delle problematiche delle Internet degli Oggetti in azienda bisogna pensare alla quantità di oggetti/strumenti/dispositivi che diventeranno intelligenti: veicoli, macchinari, monitor, dispositivi mobili individuali, sensori, ecc. Molti di questi oggetti avranno semplicemente bisogno di dati per operare ma molti altri saranno anche in grado di prendere decisioni, di apprendere e di personalizzare e contestualizzare le loro attività e azioni, sia quelle semplici e immediate, sia quelle più complesse e richiedenti tempi lunghi di elaborazione e decisione.
A fornire nuovi benefici e vantaggi ma anche a generare nuove sfide e maggiore complessità è anche l'arrivo di nuove interfacce, tattili, vocali, umane, macchiniche. Gli oggetti che comporranno le Enterprise of Things saranno sempre più dotati di interfacce che renderanno più facile l'interazione e la comunicazione con gli umani ma introdurranno anche in azienda il bisogno di soluzioni creative e di nuovi paradigmi per la gestione e l'operatività quotidiana. Esattamente quanto è successo con l'arrivo e la successiva diffusione dei dispositivi mobili in azienda.
L'EoT avrà impatti importanti su tutte le aziende tecnologiche, a partire da società di networking come Cisco, produttrici di Database come SAP e Oracle, di soluzioni di analytics come IBM, di sicurezza come Symantec e BlackBerry, di servizi telefonici, di sistemi operativi come Microsoft, Google fino a produttori di componenti tecnologici come Intel.
Un'indagine commissionata da BlackBerry
Sulla EoT (mobilità aziendale e IoT) BlackBerry ha condotto un'indagine di mercato che ha coinvolto i decision maker di 200 aziende ed evidenziato alcuni dati interessanti:
- per il 63% degli intervistati il problema della sicurezza dei dispositivi e dei processi digitali è l'inibitore principale per una reale trasformazione 4.0 e digitale
- il 78% investirebbe nella trasformazione digitale delle loro aziende se ci fossero soluzioni capaci di garantire il controllo e la gestione dei numerosi endpoint, sia legacy che IoT, che caratterizzano molte realtà organizzative aziendali. Il 15% ha manifestato interesse per una soluzione unica, se capace di fornire una gestione completa, unificata e globale.
- il 35% delle aziende con più di 1000 dipendenti e il 28% di aziende medie non ha preclusione alcuna nel valutare soluzioni unificate per la gestione dei dispositivi endpoint
- il 39% delle grandi aziende e il 51% delle medie identifica nell'assenza di collaborazione tra dipartimenti e Business Unit diverse l'impedimento principale all'adozione di soluzioni integrate e unificate
- tutte le aziende identificano nei dipartimenti IT la maggiore responsabili e capacità di leadership per l'adozione e implementazione di soluzioni utili a fornire soluzioni per la mobilità e le Internet degli Oggetti ma anche per la definizione delle strategie necessarie
- i dipartimenti IT sono riconosciuti responsabili anche per l'implementazione delle Reti degli Oggetto, per la sicurezza, la gestione, la governance
- rimane alle Unità di Business la responsabilità per l'allocazione dei budget necessari
Trasformazione digitale
Sicurezza e carenza di skill sono le principali preoccupazioni dei manager aziendali che stanno valutando una completa trasformazione digitale delle loro aziende introducendo cambiamenti importanti in termini di tecnologie (cloud, mobilità, piattaforme social, Big Data, strumenti di analytics e IoT) persone e loro competenze, partner e processi.
Molte aziende hanno intrapreso un percorso per la trasformazione digitale ma la maggioranza continua a rimanere in una fase esplorativa e sperimentale, principalmente in ambiti delimitati e senza strategie o approcci necessari a gestire la complessità e le sfide (rischi) che una trasformazione di questo tipo comporta. Definire una strategia comporta una forte leadership manageriale, una attenta pianificazione e il coinvolgimento di tutte le risorse necessarie per cambiare processi, far evolvere gli ecosistemi esistenti e far crescere le competenze e gli skill interni in modo da raggiungere obiettivi di business concreti e misurabili.
L'indagine di BlackBerry (Webcast) ha evidenziato come tra le priorità assegnate alla trasformazione digitale c'è il recupero di maggiore efficienza operativa (31%) e la riduzione dei costi (16%). Uno degli inibitori forti percepiti è il problema della sicurezza delle tecnologie impiegate e dei processi (63%). A seguire la carenza di competenze sulla sicurezza ma anche su strumenti analitici e/o capaci di ridurre la complessità delle soluzioni EoT. Associata a queste difficoltà c'è anche la percezione che la cultura digitale corrente non sia adeguata alle sfide che si impongono ai responsabili IT e alle aziende. Una carenza culturale che ha impatti sulla soddisfazione di bisogni importanti degli utenti ma anche sulla convergenza necessaria di competenze, processi, tecnologie e altri asset aziendali.
Quali sono i cosiddetti endpoint aziendali
La pervasività dei nuovi oggetti tecnologici che rappresentano la rivoluzione mobile di questi anni, ha trasformato le varie componenti organizzative delle aziende in realtà interconnesse e in ambienti abitati da una miriade di oggetti tecnologici come laptop, smartphone, tablet, server, PC ma anche di strumenti (barcode reader) , dispositivi, apparecchiature e veicoli (container, cargo, ecc.) dotati di sensori, software, intelligenza artificiale e capacità di connettersi e comunicare. Il fatto che tutti questi oggetti siano tra loro interconnessi offre grandi vantaggi in termini di operatività, efficienza, modelli di business, coinvolgimento dell'utente e produttività ma aumenta a dismisura le problematiche gestionali e della sicurezza.
Sicurezza e sua gestione
Il problema della sicurezza e della governance è al centro dell'attenzione del management delle aziende da tempo. La diffusione crescente di oggetti intelligenti e di Internet degli oggetti anche nelle aziende assegna a questo problema la massima priorità ponendo numerose sfide identificabili in alcuni ambiti quali:
- la scalabilità: i dispositivi intelligenti sono destinati a crescere in modo esponenziale così come aumenteranno a dismisura i dati da analizzare
- l'affidabilità: le EoT aziendali devono garantire il massimo dell'affidabilità, essere sempre operative per garantire che applicazioni e processi mission-critical non subiscano interruzioni capaci di far calare la produttività e creare insoddisfazione nell'utenza
- la sicurezza: la natura distribuita delle reti degli oggetti rende la sicurezza un problema non facile da governare. Le sfide sono innumerevoli, i rischi non tutti facilmente prevedibili o gestibili, soprattutto per l'uso che viene fatto di soluzioni, anche di storage, in cloud computing. Le aziende devono potersi garantire dalla perdita di dati così come dal loro furto o da attacchi, come quelli condotti da malware di DooS, capaci di impedire la normale operatività dei sistemi. Sono necessarie procedure e soluzioni avanzate per gestire l'autenticazione, le autorizzazioni e l'accesso alle risorse informative aziendali ma anche per assicurare la governance e la compliance alle regole aziendali prestabilite. Servono forti algoritmi di crittografia per proteggere la proprietaà intellettuale degli asset aziendali e molto altro ancora.
Serve una gestione unificata
La proliferazione delle reti di oggetti e di una miriade di nuove tipologie di dispositivi endpoint suggerisce l'adozione di soluzioni gestionali centralizzate e unificate.
L'obiettivo non è solo quello di integrare le diverse componenti organizzative ma anche di garantire a tutti gli stakholder:
- scalabilità sia a livello utente individuale sia di sistema
- eterogeneità nella scelta dei dispositivi ma anche un supporto diffuso delle loro funzionalità, applicazioni e tipologie di utilizzo
- affidabilità, soprattutto di quei sistemi usati per applicazioni mission-critical
- Sicurezza in particolare per la connettività attraverso Internet e per l'accesso a risorse storage e cloud computing
- reporting e analytics in tempo reale sulle APP usate, i dispositivi, le attività degli utenti, ecc.
- API per facilitare integrazione e facile replicabilità della applicazioni
- supporto per gli sviluppatori in modo da favorire automazione e gestione facilitata della complessità infrastrutturale dei nuovi ambienti ICT
- esperienze utente di mobilità ed EoT consistenti
L'indagine condotta da BlackBerry ha evidenziato una grande attenzione alle soluzioni unificate e centralizzate (per il 76% degli intervistati) per la gestione degli endpoint aziendali. L'attenzione è dettata dalla necessità di semplificare e rendere più sicura la gestione della sicurezza.
La ricerca di soluzioni unificate è legata alla conoscenza delle numerose sfide che attendono aziende che devono fare i conti con budget ridotti, con organizzazioni ancora frammentate in silos di competenze e responsabilità, anche in ambito tecnologico. Il problema del budget limitato suggerisce un'attenzione particolare al ROI (Return on Investment) e al TCO (Total Cost of Ownership) degli investimenti infrastrutturali. La scelta di soluzioni unificate sembra essere quella ottimale ma nella realtà di molte aziende la frammentazione organizzativa impedisce la loro adozione. I produttori di questo tipo di soluzioni dovranno probabilmente prepararsi a lunghi cicli di vendita ma soprattutto impegnarsi per far crescere una cultura diversa, più consona con le rivoluzioni che la trasformazione digitale impone. Una rivoluzione che impone di aprirsi a nuove realtà ma che comporta nuovi rischi, esterni ed interni all'organizzazione. Esterni in termini di potenziali attacchi, interni determinati da cattive pratiche nella gestione della sicurezza.
La trasformazione digitale in ottica EoT non è più responsabilità dei dipartimenti IT ma coinvolge tutto il management dell'azienda. Fondamentale sarà la fiducia reciproca tra entità aziendali che devono poter collaborare per il raggiungimento di obiettivi comuni di portata strategica. Da un lato il management non può fare a meno delle competenze IT per rendere sicure e integrate le nuove soluzioni, dall'altro i dipartimenti IT devono garantire la compliance con la governance aziendale. Tutti devono puntare sul garantire la reputazione, l'immagine e l'affidabilità della Marca.
Alcune considerazioni finali
- La fase tecnologica delle IoT deve ancora affermarsi. Le aziende però sono chiamate a prestare attenzione a una tecnologia destinata a cambiare la realtà lavorativa forse più di quanto non cambierà quella della vita individuale delle persone. Per prepararsi all'avvento delle Internet degli Oggetti e un mondo sempre più interconnesso le aziende devono cominciare a pianificare fin d'ora come adattare le loro infrastrutture e architetture informatiche al nuovo che avanza. Per farlo si devono dotare in tempi brevi (uno-due anni) di una visione, di una strategia flessibile e adattativa e di approcci progettuali conseguenti per dotarsi di nuovi strumenti, applicazioni e soluzioni. Pericoloso rinviare, inutile resistere. Meglio adottare una approccio creativo e proattivo, sperimentare e adattare l'esistente al nuovo che avanza.
- L'affermarsi delle reti degli oggetti e l'emergere di aziende/organizzazioni sempre più dipendenti da oggetti tra loro comunicanti e inter-operanti creerà nuove opportunità per le aziende che innovano e investono nelle nuove tecnologie digitali. Si creeranno anche nuovi problemi gestionali e di sicurezza, oltre che di cambiamento della cultura dell'organizzazione e degli approcci ICT.
- Il problema principale, anche in termini di investimenti e risorse, sarà la messa in sicurezza dei dispositivi endpoint così come di tutti gli oggetti intelligenti che popoleranno l'infrastruttura tecnologica aziendale. L'implementazione e l'adozione di misure e soluzioni efficienti garantirà però un ritorno certo sugli investimenti, la confidenza con i nuovi ambienti EoT, la consistenza negli approcci futuri e l'abilità di reagire in tempi rapidi a ogni inconveniente, in modo da soddisfare i bisogni dell'utente finale e dell'organizzazione.
- A trarre vantaggio dall'EoT saranno tutti i settori industriali ma in particolare quelli della finanza, della logistica e della distribuzione. Settori che hanno bisogno di gestire i loro asset umani e strumentali e di continuare a ottimizzarli per garantire massima produttività, efficienza e operatività delle varie filiere produttive che li caratterizzano.