
In un mercato sempre più competitivo, globale e inflazionato da sovraccarico informativo e surplus cognitivo, fare marketing è diventato molto complicato, soprattutto se nel farlo si tiene conto della misurazione dei risultati concreti in termini di generazione di nuove opportunità e vendite effettive.
Molti responsabili e uffici marketing hanno invetito porzioni crescenti di tempo, risorse e budget per presenziare social network come Facebook e Twitter e per costruire intorno ai loro marchi e brand di riferimento pagine, gruppi, comunità o semplici ambiti di scambio e conversazione.
Probabilmente pochi tra coloro che lo hanno fatto ne hanno misurato seriamente e costantemente i risultati. Chi lo ha fatto sa che, nonostante la diffusa cultura unica sulla validità dei social network, i risultati latitano e sono meno concreti di quanto preventivato.
A confermare questa percezione c'è ora un studio di Forrester Researchche racconta come Facebook e Twitter siano luoghi inadeguati per fare affari. La validità della scoperta è forse confermata dalla stessa decisione di Facebook, nota da pochi giorni, di portare sul mercato una versione Facebook (Facebook announcement) specifica per le aziende e per il 'business'.
Il marketing dentro la crisi e l’innovazione attrattiva
L'indagine ha evidenziato come siano in diminuzione gli addetti al lavoro che pubblicano messaggi legati ad un marchio o a una marca sulle pagine Facebook e attraverso il canale di Twitter. Un calo spiegabile con il fatto che i due social network non offrono le relazioni che servono a costruire fedeltà, attaccamento e fidelizzazione ad un brand. Ne consegue un ritorno all'uso di siti web e portali. Il tutto con un aggravio di costi e un ulteriore investimento in termini di risorse e denari.
La scoperta di Forrester conferma quanto già segnalato da Ogivly che indicava in un misero 2% la penetrazione effettiva ed efficace dei canali di Facebook e Twitter, canali anemici e incapaci di creare effettivi ingaggi e coinvolgimenti.
La lezione tratta dall'indagine compiuta porta Forrester a suggerire di puntare sulla creazione di comunità a sè stanti all'interno dei siti web e portali aziendali e usarli per alimentare in quei luoghi nuove narrazioni finalizzate a creare coinvolgimento e attaccamento, oltre che fedeltà che si traducano in acquisti e nuove opportunità commerciali.
Alcuni esempi esistono già Forrester ne ha indicati alcuni come GreatnessAwaits.com la comunità di Sony Playtstation che conta oggi 75000 membri e ha quasi 5 milioni di visite giornaliere e EngineerZone di Analog Devices, una comunità B2B con migliaia di clienti e partecipanti che collaborano e interagiscono scambiandosi idee, risposte, soluzioni, ecc.
Nell'evidenziare i limiti di Facebook e Twitter, Forrester non nega il valore dei media sociali e suggerisce di usare strumenti alternativi come Pinterest e Instagram. Soprattutto quest'ultimo sembra avere una elevata potenzialità di coinvolgimento e una grande valenza marketing e promozionale.
Il report è corposo e ricco ma per averlo biosgna pagare 499 dollari