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Meglio non perdere tempo in Facebook o Twitter

Meglio non perdere tempo in Facebook o Twitter

20 Novembre 2014 Redazione SoloTablet
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Il suggerimento potrebbe valere per molti utenti e naviganti della Rete e utilizzatori affezionati delle tecnologie sociali. In realtà il messaggio è indirizzato a quanti usano questi strumenti per attività di marketing con l'obiettivo di trarne dei vantaggi commerciali. Il suggerimento vienne da una indagine condotta da Forrester Research che ha valutato come inadeguati questi media sociali per la creazione di relazioni forti con la clientela. Meglio puntare su comunità legate al marchio e al brand e usare altre tipologie di social network.

In un mercato sempre più competitivo, globale e inflazionato da sovraccarico informativo e surplus cognitivo, fare marketing è diventato molto complicato, soprattutto se nel farlo si tiene conto della misurazione dei risultati concreti in termini di generazione di nuove opportunità e vendite effettive.

Molti responsabili e uffici marketing hanno invetito porzioni crescenti di tempo, risorse e budget per presenziare social network come Facebook e Twitter e per costruire intorno ai loro marchi e brand di riferimento pagine, gruppi, comunità o semplici ambiti di scambio e conversazione.

Probabilmente pochi tra coloro che lo hanno fatto ne hanno misurato seriamente e costantemente i risultati. Chi lo ha fatto sa che, nonostante la diffusa cultura unica sulla validità dei social network, i risultati latitano e sono meno concreti di quanto preventivato.

 

A confermare questa percezione c'è ora un studio di Forrester Researchche racconta come Facebook e Twitter siano luoghi inadeguati per fare affari. La validità della scoperta è forse confermata dalla stessa decisione di Facebook, nota da pochi giorni, di portare sul mercato una versione Facebook (Facebook announcement) specifica per le aziende e per il 'business'.

L'indagine ha evidenziato come siano in diminuzione gli addetti al lavoro che pubblicano messaggi legati ad un marchio o a una marca sulle pagine Facebook e attraverso il canale di Twitter. Un calo spiegabile con il fatto che i due social network non offrono le relazioni che servono a costruire fedeltà, attaccamento e fidelizzazione ad un brand. Ne consegue un ritorno all'uso di siti web e portali. Il tutto con un aggravio di costi e un ulteriore investimento in termini di risorse e denari.

La scoperta di Forrester conferma quanto già segnalato da Ogivly che indicava in un misero 2% la penetrazione effettiva ed efficace dei canali di Facebook e Twitter, canali anemici e incapaci di creare effettivi ingaggi e coinvolgimenti.

La lezione tratta dall'indagine compiuta porta Forrester a suggerire di puntare sulla creazione di comunità a sè stanti all'interno dei siti web e portali aziendali e usarli per alimentare in quei luoghi nuove narrazioni finalizzate a creare coinvolgimento e attaccamento, oltre che fedeltà che si traducano in acquisti e nuove opportunità commerciali.

Alcuni esempi esistono già Forrester ne ha indicati alcuni come  GreatnessAwaits.com la comunità di Sony Playtstation che conta oggi 75000 membri e ha quasi 5 milioni di visite giornaliere e EngineerZone di Analog Devices, una comunità B2B con migliaia di clienti e partecipanti che collaborano e interagiscono scambiandosi idee, risposte, soluzioni, ecc.

Nell'evidenziare i limiti di Facebook e Twitter, Forrester non nega il valore dei media sociali e suggerisce di usare strumenti alternativi come Pinterest e Instagram. Soprattutto quest'ultimo sembra avere una elevata potenzialità di coinvolgimento e una grande valenza marketing e promozionale.

Il report è corposo e ricco ma per averlo biosgna pagare 499 dollari


 

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