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Mobilità aziendale come cultura e stile di vita

Mobilità aziendale come cultura e stile di vita

27 Ottobre 2015 Redazione SoloTablet
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Mobilità è un termine molto popolare. Lo è per le difficoltà della crisi economica che ha reso il lavoro precario e molto mobile. Lo è soprattutto per il successo di smartphone e tablet che della mobilità personale sono diventati il veicolo e lo strumento. Più che tecnologica la mobilità è un modo di essere e uno stile di vita.

Per capire la rivoluzione indotta dalle nuove tecnologie in termini di mobilità conviene partire dalle aziende e dalle loro strategie di mobilità. Smartphone e tablet hanno rivoluzionato il mercato consumer e la vita individuale dei consumatori ma è nelle aziende che si comprende che la nuova rivoluzione tecnologica non è limitata ai dispositivi e alle infrastrutture IT ma coinvolge la cultura aziendale e dei singoli dipendenti, l’organizzazione, la filosofia aziendale e le sue strategie. Le nuove tecnologie Mobile influenzano ogni singolo aspetto dell’organizzazione aziendale obbligando a interventi di reale cambiamento, di prospettiva e di processo prima ancora che semplicemente tecnologico.

La rivoluzione imposta è dettata dalla convergenza tra dispositivi mobili e servizi in cloud computing. Senza il cloud la rivoluzione Mobile non ci sarebbe stata o sarebbe stata monca. Lo sarebbe stata, anche se non si fosse diffusa la pratica del BYOD, soprattutto da parte di nuove generazioni di nativi digitali che sono diventati i veri protagonisti della rivoluzione Mobile e del passaggio a nuove forme e stili di lavoro.

 

 

La mobilità così come lo smartphone sembrano essere destinazioni inevitabili. Così non è perché l’evoluzione tecnologica è continua e non è detto che la mobilità sia la soluzione ottimale per ogni tipo di professione o organizzazione e neppure una scelta obbligata come stile di vita. Il posto di lavoro non prevede più da tempo l’esistenza di uno spazio fisico in azienda. La mobilità è praticata da anni negli Stati Uniti nella forma di telecommuting ed oggi è alla base del cosiddetto smart work. Più della mobilità è però importante la flessibilità, intesa anche come libertà da parte del dipendente di scegliersi lo strumento di lavoro e la modalità.

Mobilità e flessibilità insieme rendono molto complicato ai dipartimenti IT definire e implementare infrastrutture IT in grado di garantire produttività individuale, efficienza dei processi ma soprattutto robustezza, prestazioni e sicurezza che nei sistemi IT pre-mobilità erano garantiti. Adattare le nuove infrastrutture IT alla mobilità e alla flessibilità, oltre che ai nuovi comportamenti e stili mentali dei dipendenti richiede grandi e costosi cambiamenti, la definizione di nuove policy, l’attivazione di nuove funzionalità e servizi e l’apprendimento di nuove conoscenze che obbligano a ricercare nuove professionalità e nuove competenze.

Al momento, nel mezzo della rivoluzione tecnologica legata al Mobile, a prevalere sono gli approcci pragmatici e ibridi nei quali sopravvivono realtà del passato e innovazioni del presente. Il tutto in attesa che si affermi a livello organizzativo e aziendale una vera cultura e mentalità Mobile. Quando ciò avviene la tecnologia diventa un elemento secondario rispetto alla revisione di processi e delle procedure, dei servizi, dei modelli, dei metodi di misurazione, degli obiettivi e delle aspettative e delle principali funzioni operative. Il cambiamento culturale porta a ripensare e a rivedere le applicazioni e a ridisegnarne la logica e la finalità pensando a clienti con una cultura Mobile che hanno maturato nuovi bisogni.

Per ora la maggior parte delle aziende ha semplicemente regolamentato con policy adeguate le pratiche di BYOD e ha condotto innumerevoli esperimenti per valutare quanto la mobilità aziendale possa far parte delle strategie future e non limitarsi alla semplice introduzione in azienda di smartphone e tablet, spesso destinati solamente a singoli comparti organizzativi come quelli delle vendite, del customer service e della logistica. La diffusione di dispositivi mobili e la disponibilità di applicazioni (APP) Mobile non è sufficiente a definire una strategia Mobile. Serve la capacità di ridefinire il modo di pensare ai dati e alle informazioni, alle modalità di utilizzo e di accesso, alla loro sicurezza e a come usarle per generare nuovi e maggiori vantaggi competitivi e opportunità di business.

Non intervenire sulla cultura aziendale significa non essere capaci di cogliere le implicazioni e gli effetti che le nuove tecnologie possono avere sull’organizzazione, sulle attività quotidiane, sulla relazione con il cliente, interno e esterno, e sul mercato. Non cogliere le implicazioni implica effetti negativi pesanti sia in termini di problematiche di tipo tecnico e infrastrutturali come la perdita di dati o falle alla sicurezza, sia in termini di risultati e di obiettivi mancati. Senza contare che il personale IT può uscirne con le ossa rotte e molta frustrazione.

Non esistono al momento ricette capaci di facilitare le scelte aziendali in termini di mobilità. Le scelte radicali possono essere praticate in alcuni mercati verticali ma non possono essere perseguite da molte altre. Meglio forse un approccio finalizzato alla coesistenza e ibridazione lenta dell’esistente con il nuovo ma in ottica mobile. Il tablet non ha sostituito il PC e oggi si trova in molti casi a essere sostituito da tablet-PC ibridi e 2-in-1. Le APP sono diventate pervasive ma non hanno sostituito le applicazioni aziendali, soprattutto quelle customizzate e personalizzate. La soluzione sembra pertanto essere una strategia mista che punta a integrare sempre più i due mondi e a farli convivere mentre l’integrazione procede. L’integrazione non può essere un semplice processo di addizione ma richiede molta creatività e nuovi modi di pensare Mobile.

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