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Quanto vale un Apple Watch senza batteria?

Quanto vale un Apple Watch senza batteria?

08 Maggio 2015 Redazione SoloTablet
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I media sono pieni di informazioni e narrazioni su nuovi prodotti tecnologici e sulle loro qualità e capacità di elaborare informazione. Ma a cosa servirebbero queste entusiasmanti tecnologie senza batterie? Cosa succederebbe ai miliardi di dispositivi mobili in circolazione se si fermasse Internet e la rete cellulare? Quanto sappiamo della infrastruttura che rende possibile l'era dell'informazione? Quanto può convenire saperne di più?

Alcuni annunci recenti, che non hanno calamitato l’attenzione dei media, sembrano essere destinati ad avere maggiore importanza di quanta non ne abbia avuto il rilascio dell’Apple Watch. Gli annunci sono quelli di Swatch che starebbe lavorando ad una batteria per orologi da polso e altri dispositivi della durata di almeno sei mesi e quello di Tesla che ha rilasciato una intera categoria di nuove batterie per uso domestico.

Questi annunci, unitamente ai numerosi allarmi sulla capacità di Internet nel prossimo futuro di reggere il carico e la domanda crescenti, suggeriscono di spostare l’attenzione dall’informazione alla infrastruttura. La prima senza la seconda non sarebbe facilmente disponibile, la seconda senza la prima non avrebbe raggiunto il livello di evoluzione e organizzazione attuale. Uno Watch che dopo poche ore deve essere messo in carica è forse meno importante di una batteria capace di tenere in vita smartwatch come lo Swatch Touch One Zero. Una Internet che trasporta informazioni m asta facilitando la crescita e la diffusione delle nuove reti degli oggetti è probabilmente più importante dell’informazione e degli oggetti stessi.


Batterie, Internet, network, sistemi satellitari, ecc. sono tutti elementi costitutivi di una infrastruttura tecnologica senza la quale nessuno dei dispositivi oggi usati sarebbero in grado di soddisfare il bisogno di essere sempre connessi e i nuovi stili di vita indotti dalle tecnologie Mobile.

Nessuno mette in dubbio l’era dell’informazione ma è utile sottolineare come i prodotti delle tecnologie dell’informazione, senza una adeguata infrastruttura tecnologica, sarebbero semplici gadget tecnologici usati per abbellire gli scaffali dei punti vendita o delle librerie casalinghe. Come piccoli automi, per tornare ad animarsi avrebbero bisogno di energia e di batterie e per collegarsi al mondo di reti internet e applicazioni web.

Nella realtà smartphone, PC, smartwatch, tablet, ecc. fanno già parte di una infrastruttura che cresce, si riorganizza e si alimenta di sempre nuove conquiste tecnologiche. Ultima in ordine di tempo, frutto di investimenti miliardari iniziati molti anni fa, è la famiglia di prodotti Powerwall di Tesla. Una soluzione che trasforma tecnologie elettriche costose e giganti in strumenti potenti, economici e dimensionalmente piccoli, oltre che dal design accattivante e trendy, utilizzabili nelle auto e dentro le quattro mura domestiche. Le novità di Tesla aprono la strada al futuro proponendo energie alternative che, come quelle solari, potrebbero cambiare il panorama tecnologico futuro e favorire nuove opportunità nel mercato delle tecnologie dell’informazione. Sulla stessa lunghezza d’onda si pone il lavoro di ricerca e sviluppo condotto da Swatch per la realizzazione di batterie dalla durata lunghissima, pensate per prodotti tecnologici indossabili ma anche per auto e altri usi quotidiani.

 

 

Nella pratica quotidiana siamo talmente abituati a connetterci al mondo con i nostri dispositivi dal non chiederci nemmeno cosa succederebbe se la connessione non fosse più possibile. Quando viaggiamo siamo più preoccupati di trovare una presa di corrente che di pianificare la giornata ma siamo poco interessati a conoscere l’infrastruttura che rende tutto possibile. Il dare per acquisito il livello attuale di accesso all’informazione impedisce di cogliere l’importanza dei componenti e delle infrastrutture che lo hanno reso possibile. Si tratta di componenti fondamentali come il Cloud Computing, il Big Data, la rete cellulare, Internet e il Web, gli store delle APP, le tante nanotecnologie comunicanti che rendono possibile la rete degli oggetti e, naturalmente, le reti di energia e le batterie.

L’evoluzione dell’infrastruttura sta trasformando ogni cosa in una sua componente strutturale. Di essa fanno parte smartphone, tablet e PC ma sempre più anche automobili, case, edifici, apparecchiature domestiche, organi e componenti fisiologiche del corpo umano, luoghi pubblici, animali, e molte altre cose. Il mondo in cui viviamo è sempre più virtuale ma la sua realtà potrebbe essere spazzata via in un baleno senza il supporto fisico e molto tangibile di una batteria.  Persino la NSA avrebbe problemi a perseguire le sue strategie di intrusione nella privacy delle persone senza lo spazio fisico occupato da batterie, generatori, centrali elettriche e pannelli solari e fotovoltaici.

La soluzione proposta da Tesla chiamata Tesla Energy è una prima dimostrazione di una rivoluzione in corso e che sta avvenendo in profondità e in silenzio, mentre tutta l’attenzione è focalizzata sul livello più alto delle tecnologie dell’informazione e dei loro prodotti, fisici e cognitivi. E’ una soluzione che comprende una suite di batterie per la casa e per le aziende e che potrebbero cambiare il modo in cui viene distribuita e usata l’energia. Le batterie per la casa, denominate Powerwall (già disponibili per un acquisto online), e quelle per le aziende, denominate Powerback (dsiponibili entro la fine anno 2015), sono ecologicamente sostenibili, colelgate a pannelli solari e in grado di erogare energia in caso di blackout. La cosa più interessante sta nel loro design e dimensione. Possono essere appese a un muro o all’esterno della casa, hanno dimensioni limitate (90cm x 120cm e 18cm di spessore) e colori diversi, sono connesse a Internet, costano 300/3500 dollari e hanno una garanzia della durata di dieci anni. Saranno messe in distribuzione anche in Germania e Australia.

 

Grazie a batterie come quelle di Tesla e alle numerose altre novità tecnologiche in arrivo, la infrastruttura che rende possibile l’era dell’informazione è destinata a consolidarsi e forse a permettere in un prossimo futuro di poter usare smartphone e smartwatch che non perdono mai la carica, reti Internet completamente senza fili e accessibili ovunque, reti degli oggetti capaci di far interagire macchine sempre più intelligenti e consapevoli di far parte di una infrastruttura. Chi per il momento non sembra essere consapevole del mondo in cui è immerso è il consumatore. Troppo attaccato al suo dispositivo ha poca conoscenza del perché funziona ed è pronto a meravigliarsi quando smettesse di farlo. La scarsa attenzione deriva forse dalla percezione di una inadeguatezza a comprendere la complessità del sistema tecnologico attuale. E’ una inadeguatezza percepita anche per molti altri sistemi che caratterizzano la nostra era dell’informazione come quello politico, economico, energetico, dell’acqua pubblica, climatico e finanziario. Di fronte alla complessità si preferisce lasciar perdere. Non interrogarsi sui limiti di un sistema può portare a grandi sorprese e a effetti indesiderati. Fortunatamente in ambito tecnologico, è la stessa tecnologia a guidare le danze e a fare in modo che infrastruttura, organizzazione e informazione si alimentino e si autorganizzino in continuazione favorendo il passaggio a nuovi livelli evolutivi che si traducono, per il momento, in nuovi vantaggi e benefici per i consumatori e gli utenti.

 

 


 

* Spunti per l'articolo tratti dagli annunci di Tesla e dalla rivista online Gizmodo: The Information Age Is Over. Welcome to the Infrastructure Age

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