
Quasi tutti gli IT manager, mediamente conservatori e attenti ai battiti di farfalla improvvisi e capaci di generare cambiamenti caotici e incontrollabili, lo sanno molto bene!
Innovare è bello ma se lo si fa troppo in anticipo può essere doloroso e costoso. Non è detto poi che quanto viene oggi ritenuto obsoleto possa sopravvivere molto a lungo (vedi il linguaggio Cobol) o tornare a una nuova giovinezza. In ogni situazione la differenza è fatta dalle tecnologie disponibili, dal contesto aziendale, IT, economico e di mercato e dall'impatto delle soluzioni scelte sul medio e lungo periodo. Qusta riflessione valeva prima e vale ancora oggi con la mobilità aziendale e con le nuofe sfide globali che le aziende si trovano a dover fronteggiare per competere sul mercato.
Chi ha vissuto la storia dell'informatica aziendale degli ultimi trentanni conosce bene i tempi e le fasi evolutive del personal computing in azienda. Senza dover tornare agli inizi dei Centri di elaborazioni dati (CED), le persone più anziane hanno sicuramente vissuto l'epoca dei terminali stupidi collegati al mainframe, dei personal computer, degli emulatori di terminali mainframe sullo schermo di un PC, dei thin client e poi della virtaulizzazione. Una evoluzione che non è sempre stata lineare ma è andata in altalena a seconda del successo o insuccesso dei progetti implementativi, della tipologia di utenza, dei costi associati e delle mode emergenti da cui non era possibile tenersi lontani. Il percorso evolutivo non è neppure stato circolare anche se oggi in realtà è come se fossimo tornati ad un modello IT vecchio di decenni. In mezzo il datacenter o la nuovola e tutti intorno tanti dispositivi più o meno stupidi, con maggiore o minore capacità di storage, con molte applicazioni o semplici interfacce per connettersi al sistema o alla risora di elaborazione centrale, per accedere ai Big Data o ai database centralizzati, per elaborare e usare logiche applicative e per navigare la Rete.
Foonte: www.autopista.es
Il thin client ha attraversato ere informatiche diverse senza mai affermarsi completamente come dispositivo client ma il suo modello ha preso piede e oggi numerosi produttori lo usano per sostenere la loro proposizione hardware fatta da dispositivi diversi compresi i gadget tecnologici indossabili, le TV intelligenti e le auto computerizzate e conesse. Il modello è quello del thin client ma nessuno fa più riferimento al thn client così come era nato e si era evoluto perchè sostituito dal concetto e dalle soluzioni della virtualizzazione.
Si prende un display con qualche forma di intelligenza e capacità di calcolo e lo si collega a componenti softawre diversi disponibili, sotto forma di servizi, e accessibili in località diverse e il gioco è fatto. Il software che si usa sulle auto e a cui si accede attraverso il display del crsucotto non risiede sull'auto ma sullo smartphone ad esso collegato in bluetooth. Lo smartphone fa da 'mainframe', server o servizio di eleaborazione cloud, il display da thin client. Cambiano le componenti ma non le funzionalità e le logiche sottostanti. Non cambiano neppure il livello e la tipologia di servizio offerto al cliente con in più la differenza che oggi le nuove tecnologie offrono molto di più e sono in grado di soddisfare meglio vecchi e nuovi bisogni.
I benefici impliciti nel modello del thin client dipendono tutti dalla possibilità di poter sfruttare in modo efficace le zapacità e la potenza di elebaorazione di macchine più potenti e di farlo semplicemente usufruendo di servizi con costi contenuti.
Nell'era della mobilità e nella quale Mobile è bello, sta emergendo la virtualizzione delle attività di personal computing. La virtualizzazione di cui si parla non è quella legata a modelli tradiizonali ma è allargata, convergente e applicabile a componenti diverse, ad esempio il tablet e lo smartphone e domani alle tecnologie indossabili.