
Dal portale di Computerworld
Non c’è alcun dubbio: i contenuti continuano a proliferare alla velocità della luce. Navigando in Internet in modo casuale ci rendiamo subito conto della quantità e della varietà di siti web e di blog di vario genere. I soli quotidiani producono circa 100 terabyte di contenuti in un solo anno.
🍒🍒SMATERLIZZAZIONE: LE STORIE CHE CI RACCONTIAMO
E se questa crescita è sotto i nostri occhi ogni giorno, lo è ancora di più nell’ambito aziendale. I circa 5 miliardi di pagine web di Google e Yahoo sono pochi se pensiamo che ci sono aziende capaci di generare una tale quantità di contenuti, o anche di più, in un solo giorno attraverso e-mail e altri tipi di informazioni. E con l’avvento dei media digitali e sociali, il ritmo con cui tali contenuti vengono generati cresce in modo vertiginoso.
Possiamo attribuire questo cambiamento non soltanto all’utilizzo dei computer, ma anche all’uso di smartphone, social media quali Facebook e Twitter, YouTube, all’iPad e persino alla relazione da server a server.
La crescita massiccia di contenuti unitamente ai nuovi strumenti del Web 2.0 mi hanno spinto a scrivere il libro Managing Content in the Cloud. Volevo aiutare le aziende a comprendere la crescita di Internet – o del cloud – e come gestire persone, processi e contenuti che costituiscono il cloud. Mi rivolgo a quelle aziende che desiderano gestire e utilizzare in modo efficace i contenuti e che dispongono di sistemi funzionali a mantenere un vantaggio competitivo. Il cloud offre metodi migliori per distribuire i contenuti a più persone; inoltre, la possibilità per i dipendenti di disporre di un maggiore accesso alle informazioni e di collaborare in modo ottimale facilita la creazione di nuove idee, consentendo alle aziende di sviluppare innovazione.