
L’attenzione crescente all’innovazione digitale da parte delle aziende si sta ripercuotendo in maniera evidente sull’evoluzione delle architetture dei data center nel quadro di risorse ICT sempre più distribuite. Sono infatti i data center ad abilitare accelerazione e rapidità mai viste, competitività e raggiungimento dei target di mercato, e a garantire il supporto per workload di nuova generazione come l’IoT, il machine learning, il cognitive computing e la realtà aumentata, mantenendo obiettivi di efficienza e di performance. Ma la trasformazione delle infrastrutture IT - si pensi per esempio ai sistemi iperconvergenti o alle architetture software-defined - deve accompagnarsi anche al ripensamento delle scelte di power & cooling, di efficienza energetica e in generale degli asset fisici. Questa urgenza ha radici lontane, è necessaria per riallineare cicli di replacement che hanno visto aumentare nel tempo la vita media delle infrastrutture fisiche rispetto a quelle IT, determinando un “gap di obsolescenza” che può mettere a serio rischio la capacità di innovazione.
Sparkle celebra Metamorfosis II
Secondo infatti le previsioni di IDC, entro il 2019 i nuovi rack di sistemi iperconvergenti e iperscalari arriveranno a rappresentare il 60% delle installazioni di server, storage e networking nei data center, impattando profondamente sulle modalità di alimentazione e raffreddamento.
Più funzionalità integrate nei singoli rack
Il far convergere capacità computazionali, storage e di rete in singoli rack di sistemi IT, comprensivi del software necessario, sta diventando una priorità per molte aziende al fine di velocizzare la disponibilità delle risorse e ridurre il tempo speso per la loro gestione. Ma questa transizione tecnologica propria del mondo IT si sta ripercuotendo pesantemente sulle densità di potenza dei data center modificando anche l’intero ecosistema fisico. Pertanto, non solo è necessario far evolvere l’infrastruttura fisica per rispondere a maggiori densità di potenza, ma è anche indispensabile allocare dinamicamente risorse di raffreddamento laddove richiesto. La modularità e l’automazione devono diventare caratteristiche precipue anche delle facility, non solo della componente IT del data center, fornendo nel contempo visibilità in tempo reale sulle operazioni e i consumi.
Non a caso, IDC ritiene che nei prossimi due anni il 30% delle medie e grandi aziende andrà incontro a disfunzioni nei servizi IT a causa del “mismatch” tra potenza erogabile e carico di lavoro provocato dal gap di obsolescenza delle infrastrutture fisiche rispetto a quelle IT. E vista
la criticità del ruolo dei data center, ogni malfunzionamento si tradurrà in una interruzione dei servizi digitali aziendali con serie ripercussioni per il business.
Un evento specifico
Anche le facility devono quindi essere ripensate in ottica digitale ed è proprio su questo tema che Schneider Electric ed IDC centreranno un roadshow che toccherà Milano e Roma il 24 maggio e il 14 giugno prossimi.
Intitolato “Digital Facility - Integrazione tra infrastrutture fisiche e IT per rispondere alle nuove regole della Digital Economy”, il doppio evento vedrà gli analisti di IDC e gli esperti di Schneider Electric incontrare Datacenter e Infrastructure Manager, Energy Manager, IT Architect, CIO e CTO per illustrare gli approcci emergenti, le più recenti innovazioni in grado di rispondere alle esigenze dei nuovi fenomeni in atto per essere sempre competitivi e una serie di approfondimenti sulle best practice di successo.