
Chi teme per la sua privacy e cerca maggiori sicurezze nelle sue pratiche e attività digitali guarderà con favore alle novità di Apple e Google introdotte sulle nuove versioni di sistema opertaivo.
Dopo lo scandalo NSA (National Security Agency) e la scoperta di quanto i nostri dati fossero a rischio, la protezione della privacy e la sicurezza dei dati sensibili è diventata tema centrale del dibattito tra i consumatori ma anche tra i produttori. Dopo aver scoperto, grazie alle rivelazioni di Snowden, in che modo i nostri dati vengono raccolti, archiviati e usati, i consumatori hanno preso maggiore coscienza dei rischi che corrono e hanno inviato messaggi chiari ai rpoduttori cambiando i loro comportamenti nell'uso di prodotti e servizi digitali. I produttori hanno deciso di confrontarsi e di competere offrendo al mercato ambienti e prodotti più protetti e sicuri. E' il caso di Apple con il suo nuovo sistema operativo iOS 8 e di Google con Android L.
Il senso della vita
A suggerire maggiore attenzione alla privacy è la costante evoluzione tecnologica e l'arrivo di nuove soluzioni finalizzate a fornire servizi che avranno bisogno di dati e informazioni sempre più sensibili come quelle relative alla costra condizione fisica e salute, alle nostre attività finanziarie, alle nostre relazioni, ecc.
Gli annunci recenti sembrano pensati per inviare al mercato messaggi chiari sul rispetto della privacy ma hanno bisogno di essere convalidati da analisi approfondite di quanto è stato implementato e rilasciato. Senza una validazione questi annunci rischiano di rimanere nell'ambito strettamente promozionale e marketing, fatti con l'obiettivo di riguadagnare la fiducia dei consumatori.
Gli annunci di Apple e Google nel frattempo sono diventati oggetto di discussione tra quanti sono impegnati nella difesa dei diritti del consumatore alla provacy. A prevalere per il momento è una reazione di scetticismo legato al fatto che il consumatore non può mai sapere se i loro dati sono effettivamente e completamente salvaguardati. Nulla impedisce infatti a Google e/o a Apple di fornire accesso ai dati ad entità di sorveglianza come la NSA. Cosa buona qualora la richeista di accesso ai dati si riferisca alla ricerca di criminali o terroristi, meno buona se allargata alla massa degli utenti con l'obiettivo di trovarne uno.
La percezione generale è che senza accordi tra stati e tra stati e aziende il problema della privacy e della sua possibile violazione non troverà facile soluzione. Cosa succederà ad esempio in Italia se le procure dovessero avere bisogno di accedere a dati criptati prodotti con dispositivi e applicazioni Apple e Google?