
La nuova libreria con scaffali e mattoni è stata aperta il 3 di novembre nella città di Seattle e propone seimila titoli, non a caso quelli di maggiore successo sullo store online. Protagonista della nuova iniziativa è Amazon, il produttore che per anni ha contribuito con le sue iniziative alla crisi del libro cartaceo e soprattutto a quello delle librerie. La scelta di Seattle non è casuale. In quella città mosse i primi passi Amazon 21 anni fa. Un percorso che ha prodotto una ecatombe reale di un numero elevato di punti vendita e di librerie tradizionali.
Il successo di Amazon è legato al perseguimento metodico e cattivo dei suoi obiettivi. La strategia si è declinata in politiche di sconti troppo aggressive per poter essere contrastate da piccoli operatori del libro, in soluzioni logistiche e distributive che hanno rivoluzionato l’intero settore editoriale e che oggi vede l’impiego di migliaia di robot nei magazzini e di droni per le consegne. Grazie al libro, Amazon si è affermata come società delle vendite online e oggi dispone di un portafoglio prodotti nel quale sono presenti cataloghi e prodotti di tutti i tipi.
Il libro non è più il core business di Amazon ma rimane al centro delle sue strategie. Oggi Amazon dispone e propone dispositivi e-reader e tablet di sua produzione, promuove i libri digitali in formato e-book e si è trasformata in casa editrice in proprio. Non poteva mancare l’apertura di una libreria!
Porcospini digitali
Dopo anni di controversie e conflitti con grandi editori e autori famosi, Amazon apre la sua libreria all’interno del Village dell’università di Seattle. I volumi proposti sono 6000 e i dipendenti 15. La libreria è naturalmente collegata allo store online e evidenzia quali siano i libri più recensiti e più premiati dai commenti e dalle scelte dei lettori.
Per molti l’iniziativa di Bezos, il fondatore di Amzon, può apparire come un dietrofront. In realtà è probabilmente il frutto di una nuova strategia e forse anche di un nuovo modo per soddisfare un ego sicuramente grande come quello che Bezos ha costantemente mostrato di avere. La strategia potrebbe semplicemente puntare a dimostrare ai grandi editori e distributori di libri che è possibile fare guadagni anche con una libreria nelle strade di una città. Un obiettivo reso possibile dalla tecnologia e dalle informazioni di cui Amazon è ricca e che permettono una maggiore efficienza ma anche una riduzione dei costi operativi e di gestione. Ad esempio sfruttando la logistica e la presenza online.
Doetro la decisione di Bezos ci può essere la volontà di implementare modelli di business simili a quelli di Apple e altri produttori che negli anni hanno puntato con successo alla creazione di canali di distribuzione incentrati su grandi spazi commerciali fisici e distribuiti nel mondo. Dopo Seattle le librerie Amazon potrebbero comparire in giro per il mondo e nelle città, andando magari a occupare gli spazi lasciati liberi dalle librerie che nel frattempo sono state costrette, dalla concorenza violenta di Amazon, alla chiusura.
Sarà interessante seguire le reazioni negli Statiu Uniti alla nuova iniziativa e verificarne il successo o il fallimento. Non tutte le inziiative di Bezos sono state di successo ma più che Amazon può essere più interessante guardare all’intero mercato editoriale e dei media alla luce di nuove tendenze che sembrano emergere e aggregare nuovi stili di vita e comportamenti. Ad esempio dopo anni l’e-book ha rallentato la sua corsa segnando percentuali in negativo. Segno forse che si legge meno o che le nuove generazioni stanno orientandosi in modo diverso. Verso il libro di carta? Se fosse così si spiegherebbe meglio l’iniziativa di Amazon che grazie ai suoi Big Data dispone sicuramente delle informazioni utili a cogliere le nuove tendenze e a formulare nuove proposte per soddisfare i nuovi bisogni dei consumatori e dei lettori.