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Brocade: il New IP riscrive le regole dei Data Center

Brocade: il New IP riscrive le regole dei Data Center

27 Maggio 2015 Redazione SoloTablet
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Dopo anni l’industria del networking, di cui Brocade è uno dei leader (il suo antagonista maggiore è Cisco), cambia pelle. L’hardware ha perso una rilevante parte del suo peso a favore del software. Il nuovo corso trova conferma e concretezza in un termine: New IP: da un concetto basato sulla centralità dell’hardware si passa a un concetto opposto, favorendo la crescita di aziende appunto come Brocade, presente nel 95% dei data center italiani e oggi in forte sviluppo di ricavi.

I protagonisti dell’Ict


La conferma vine con grande soddisfazione e motivazione da Paolo Lossa, Regional Director di Brocade Italia e Iberia.

“Stiamo crescendo molto dinamicamente anche in Italia, conferma. Nel 2014 abbiamo realizzato delle buone performance; nell’anno in corso saranno ottime. Abbiamo prodotti e servizi adeguati per rispondere alle nuove esigenze dei clienti e il mercato ci ripaga. Ogni cosa è cambiata e sta cambiando: si tratta di cavalcare la terza piattaforma, quella che abilita i servizi cloud e mobile. Noi siamo in prima fila. Inoltre devo dire che l’imprenditoria privata italiana si mostra propensa all’innovazione nella logica della terza piattaforma e questa cosa ci lascia prevedere una crescita organica sostenibile”.

Come si diceva i trend tecnologici come Big Data, cloud e mobility stanno modificando il modo in cui viviamo e lavoriamo, con un impatto significativo sulle attività e sui consumatori. I benefici che ne derivano sono numerosi, ma hanno un elemento comune che li sostiene: il data center, da cui dipende il consumo di dati in continua crescita che non dimostra di essere in diminuzione.

Le aziende italiane stanno potenziando il lavoro in mobilità, la necessità di una rete sicura e affidabile è fondamentale e l’adozione di servizi basati su cloud, sia a livello applicativo sia spostando l’intero IT in outsourcing presso gli hosting provider, ha condotto al bisogno di accessibilità alla rete 24/7 e di massima resilienza. È quindi essenziale che le aziende abbiano data center a prova di futuro, con un’infrastruttura scalabile e flessibile, per evitare costosi downtime, impatti sulla produttività e danni alla reputazione.

I data center moderni, precia Lossa,  devono gestire maggiori volumi, supportare più utenti, applicazioni e dati. Come rispondere a questi sviluppi e fornire un data center che possa far fronte alle esigenze attuali e future? Sono tre i passaggi chiave che le aziende dovrebbero prendere in considerazione.

Innanzitutto, l’infrastruttura fisica di networking che rappresenta la base per ogni data center che garantisca connettività tra applicazioni, server e storage, in secondo luogo una topologia di networking basata su fabric, necessaria per chi desideri adottare un modello on-demand altamente flessibile e agile che offra la capacità di realizzare infrastrutture cloud scalabili e riduca i costi. Infine, una rete basata su fabric, sia a livello IP che storage, può rispondere alla crescente complessità dell’IT e dei data center di oggi, semplificando il design e la gestione di rete.

Nei prossimi anni prevediamo che il Software Defined Networking (SDN) e la Network Functions Virtualization (NFV) diventino parte di un cambiamento più ampio e generale verso reti IP virtualizzate allo stato dell’arte, che promettono risparmi reali su costi capex e opex. Il New IP, un approccio olistico al networking, include un cambiamento distante dalle performance, in direzione di agilità e usabilità, in quella che è la più grande evoluzione del networking in oltre un decennio. Le funzionalità ideali che caratterizzano una rete che segue il modello di New IP includono provisioning on demand, centralizzazione dell’intelligenza e della gestione e operazioni focalizzate su software e utenti.

È evidente che le aziende non possano continuare ad aggiungere banda come soluzione ai problemi di provisioning e il New IP rappresenta un modello per continuare a crescere su scala, utilizzando le infrastrutture esistenti nel modo più efficiente e intelligente possibile. Le reti costruite sull’Old IP semplicemente non possiedono la flessibilità e la scalabilità che le aziende necessitano sul lungo termine, di conseguenza questi cambiamenti diffusi nelle best practice di networking sono una semplice evoluzione naturale. In altre parole, ciò che renderà una rete di successo e a costi contenuti, differente dai concorrenti nel futuro, sarà l’adesione ai nuovi standard di networking, in base alle esigenze attuali e prossime che porremo alla nostra tecnologia.

 

Per l’IP storage, segmento fondamentale nell’attività di Brocade, l’azienda sta lavorando intensamente per garantire soluzioni di networking che permettano alle reti di supportare al meglio le applicazioni del New IP come appunto cloud, mobile e Big Data. Le aziende evidenziano la necessità di ridurre i costi in componenti hardware attraverso il consolidamento con la virtualizzazione del server, di conseguenza i carichi di lavoro vengono condotti sugli apparati esistenti, creando una significativa pressione alla rete.

“Fino a pochi anni fa il mondo San/Fiber Channel e quello dell’IP erano completamente separati. Il primo si ritrovava solo nei data center e il secondo nelle Lan e nelle Wan. La crescita dei dati generati dalla mobility, dall’e-commerce o dall’Internet of Things provoca un aumento di dati critici da archiviare, gestire a livello di back office, e rendere accessibili ad alta velocità a ogni tipo di utente, indipendentemente dal device utilizzato. Per questo motivo, la domanda di San/FC continua, nonostante tutto, ad aumentare. Allo stesso tempo, però, si utilizza il protocollo IP anche per il networking che indirizza i dati ai data center e per l’IP storage, che ha prezzi inferiori a quello FC.

“Stiamo ottenendo riscontri positivi da parte dei clienti anche sul nostro modello pay-as-you-scale Brocade Network Subscription, che consente l’acquisto-as-a-service di soluzioni per l’infrastruttura di rete, che allinea le capacità del network alle esigenze di business,” spiega ancora Lossa. “Questo modello permette di implementare soluzioni senza alcun investimento di capitale iniziale, ma investendo solo nelle tecnologie utilizzate, consentendo la massima flessibilità e il contenimento dei costi, elementi più che preziosi nella situazione attuale.”

Lossa, da ultimo, ci rende partecipi di una sua intima convinzione: “Abbiamo il modello di pay-per-use più avanzato del mercato (nel networking)”.

Gian Carlo Lanzetti

 

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