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Lontano dagli occhi, lontano dal cuore? Riflessione sulla non-comunicazione

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore? Riflessione sulla non-comunicazione

30 Ottobre 2022 Simone Magli
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Simone Magli
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Come mai Whatsapp ha preso il sopravvento sulle telefonate e lo sta facendo sempre di più? In questo breve testo provo a rispondere a questa domanda, secondo la mia esperienza personale, attingendo al pensiero tecno-consapevole, sviluppato attraverso lo studio della psicologia dei media digitali. E invito tutti a fermarsi e porsi delle domande su questi temi, perché ne va del nostro orientamento in una società che ha sempre più fretta di cambiare. Anzi no di uniformarsi, il che è molto peggio.

 

Dopo qualche respiro, mi sono disconnesso e ho cominciato a scrivere su un foglio bianco, ascoltando della buona musica, cercando di rintracciare il mio “stato” naturale offline.

Whatsapp, così come altre secondarie messaggerie istantanee, sta diventando sempre più invadente, io sono arrivato a togliere le “conferme di lettura”, la cosiddetta doppia spunta celeste. Perché, mi direte, a cosa serve? Non lo so, ma ho notato che un po’ di gente in meno mi scrive, perciò mi basta questo. Comunque, scherzi a parte, credo che occorra un attimo riflettere, riguardo a queste dinamiche relazionali, perché tali sono. Perché affidare ai messaggi la nostra non-voce, invece che telefonare, non dico sempre, ma ogni tanto? Perché alzare un muro di freddezza sempre più alto? Già con la televisione e i social, in una famiglia di tre/quattro persone, ognuno se ne sta in tre/quattro stanze diverse alla sera, quando potrebbe essere l’unico momento di relazione o comunque vicinanza e unione.

Con l’utilizzo di Whatsapp, molto spesso ci stiamo negando anche la possibilità di sentire le voci amiche, talvolta le voci dei nostri cari! Io credo che questa drammaticità sia riconducibile al fatto che ci siamo rinchiusi ùin una bolla di solitudine, resa sopportabile (e utile?) dagli ausili ai quali deleghiamo i nostri pensieri e le nostre azioni. Ci siamo spenti, rimbecilliti, non sentiamo più il bisogno di confrontarci, perché ci hanno convinto che 1=1, ma non è così. Forse negli algoritmi,  ma non nella diversità essenziale che ci distingue e che rappresenta la nostra impronta, la nostra ricchezza.

Come fare per riprenderci un po’ di comunicazione, utilizzando diversamente i modi attuali di comunicare, fra cui Whatsapp? Personalmente credo che come prima cosa dovremmo imparare a fermarci quando possibile, come sto facendo io scrivendo questo testo. Di modo da ritrovare il nostro ritmo naturale e non importa fuggire in un parco o in una foresta per rintracciarlo: è un allenamento, così come respirare più lentamente. Far fluire via i pensieri, connettersi alle parole del cuore, alle emozioni! Forse è questa la via per rallentare, per riuscire a sentire i bisogni. Per aver presente chi abbiamo a cuore, a chi desideriamo telefonare, chi ci manca, chi ci attende a casa, chi vogliamo andare presto a trovare etc. Scusate il romanticismo, ma credo che nella vita offline la passione e il coraggio siano fondamentali e che questi sentimenti non vadano sopiti, nemmeno quando siamo online. Perché? Perché siamo umani e viviamo grazie agli altri, grazie alla loro vicinanza, al loro aiuto, al loro amore.

Se avete voglia di SENTIRE qualcuno, scrivetegli due volte in meno, ma chiamatelo una volta in più. Perché? Perché ne avete bisogno e non è che ci sia tutto questo tempo. E non mi dite che i messaggi vocali sono sufficienti, perché non è così!

 

 

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