
1. Webtrends è una azienda specializzata nel digital marketing: un piccolo approfondimento?
Webtrends è sul mercato sin dagli albori di Internet. La nostra missione, seppur con qualche leggera modifica nell’arco di oltre 20 anni, è rimasta sostanzialmente la stessa.
Offriamo soluzioni all’avanguardia che aiutano le aziende a misurare tutti i canali digitali (web, social e mobile) in tempo reale per comprendere meglio i loro clienti, al fine di aumentarne il coinvolgimento. Le data analytics sono nel nostro DNA e riteniamo che il continuo successo dei nostri clienti sia la migliore testimonianza del ruolo determinante svolto dai dati nell’attuale era digitale.
Lavoriamo con oltre 2000 clienti in 60 Paesi e gestiamo più di 13 miliardi di transazioni al giorno. Possediamo oltre 130 brevetti tecnologici, tutti focalizzati sui dati, le analytics e l’ottimizzazione.
2. Quali le implicazioni tra digital marketing e marketing tradizionale?
Internet ha cambiato il definitivamente lo scenario del marketing e oggi, con l’avvento di smartphone e tablet, il raggio d’azione delle campagne marketing è molto più ampio e immediato. I social media, inoltre, ne hanno ampliato ulteriormente la portata, conferendo ai consumatori un ruolo attivo e una sorta di controllo sui brand.
Nessuna azienda oggi si affida più totalmente al marketing tradizionale, anche solo per il fatto che questo comporta costi molto più elevati e tempi molto più lunghi rispetto al digitale. Il digital marketing ha permesso alle aziende, specialmente alle realtà che si affidano all’e-commerce, di crescere molto rapidamente; basti pensare che un sito web può essere ideato, implementato e attivato in tempi brevissimi, inimmaginabili nel mondo tradizionale.
3. Che ruolo può avere il marketing digitale nel sostenere l’e-commerce?
L’e-commerce si basa quasi completamente sul marketing digitale. La maggior parte dei siti di e-commerce possiede solo una presenza online e deve attrarre i clienti attraverso email e un design accattivante del sito. Pertanto, gli skill del responsabile marketing digitale sono direttamente legati alle vendite.
Queste realtà sopravvivono solo se riescono ad aumentare le vendite e ad acquisire nuovi clienti, conservando nel contempo quelli esistenti. I siti di e-commerce contano molto su promozioni e sconti, data la facilità con la quale un utente può trovare sul web lo stesso prodotto a un prezzo più conveniente. Molti brand tradizionali hanno potenziato il loro approccio aggiungendo l’e-commerce alle vendite in-store.
La sfida per queste realtà sta nel garantire che le attività di digital marketing stimolino sia le vendite on-line sia quelle in-store.
4. Che cosa ha significato per Webtrends l’avanzata delle tecnologie mobile?
Le app migliori del 2023 tra riconferme e novità
Con l’avvento della tecnologia mobile i consumatori sono sempre connessi e navigano in ogni momento.
Questo approccio multicanale rende più difficile raccogliere i dati dalle interazioni online e pone una sfida per i professionisti del marketing. Inoltre, nonostante la connessione pressoché continua, emerge la preoccupazione che i consumatori non siano sufficientemente coinvolti con i brand e che la loro attenzione ai messaggi di marketing tenda a diminuire. I brand che riescono a superare questo ostacolo e a coinvolgere i consumatori su tutti i canali digitali saranno quelli che continueranno a crescere e ad avere successo.
5. Quali i criteri migliori per definire una strategia di mobile marketing?
Non è possibile considerare il mobile come canale singolo. Sono pochissimi gli utenti che utilizzano solo lo smartphone e non interagiscono anche con altri dispositivi.
Pertanto, è fondamentale implementare attività marketing multicanale e offrire agli utenti che utilizzano diversi dispositivi un’esperienza mobile ottimale. Sono ancora troppe le aziende che si affidano a un’app o a siti non ottimizzati per il mobile e questo è spesso la causa della perdita di potenziali clienti, specie se hanno fretta di trovare un prodotto o servizio.
6. In un negozio quanto stimate siamo le vendite influenzate dalle tecnologie digitali e quali le relazioni o interrelazioni tra on line e off line?
Agli inizi dell’e-commerce si pensava che i negozi fisici avrebbero cessato di esistere e che lo shopping sarebbe diventato unicamente un’esperienza online.
Sebbene ci sia un che di vero in questo (diversi negozi hanno effettivamente chiuso perché non sono riusciti a far fronte alla concorrenza dell’online), ad avere maggiore successo e possibilità di crescita sono le realtà che dispongono sia di una presenza online sia offline. Stimolare il desiderio di prodotti, in particolare di beni di lusso, e spingere i consumatori all’acquisto, è sempre stato compito delle riviste patinate, oggi sostituite in gran parte dall’advertising online e dai siti di ecommerce che portano i consumatori all’acquisto online o in negozio.
Ogni retailer, a prescindere dalle dimensioni, dovrebbe possedere una presenza online che non sia un semplice catalogo ma un canale supplementare per la vendita dei propri prodotti.
7. Quali le regole alle quali un retailer dovrebbe attenersi oggi per un business di successo?
Non è facile rispondere a questa domanda poiché sono tanti i fattori che determinano il successo del business.
Certamente, le realtà convinte che entrare nel mondo digitale sia troppo complesso o costoso saranno sopraffatte da quelle più pronte e disposte a porre il focus sull’esperienza del cliente, sia questa online o offline. L’approccio multicanale è senza dubbio quello che consente di ottenere un buon engagement dei clienti, garantendo pertanto il successo di un’azienda. Chi ignora l’era digitale lo fa a proprio rischio e pericolo.
8. Che cos’è la personalizzazione contestuale di cui si parla nei vostri documenti?
La personalizzazione contestuale consiste nella capacità di raccogliere qualsiasi dato sull’engagement del cliente e utilizzarlo per offrire una migliore esperienza online. In base alla browsing history (non esclusivamente la purchase history) viene offerta ai clienti un’interazione immediata e personalizzata (tramite email, SMS, web).
Finora, la personalizzazione ha generalmente comportato l’uso di una combinazione di informazioni di profilo già note e dati storici. Quello che mancava era la possibilità di integrare questi fattori con dati in real time come, ad esempio, quelli riguardanti la navigazione, il dispositivo utilizzato, la posizione fisica e quella nel ciclo d’acquisto.
L’integrazione di questi fattori dà luogo alla personalizzazione contestuale, che permette ai brand di offrire ai clienti esperienze personalizzate e rilevanti in base ai loro bisogni in quello specifico momento: ciò che vogliono, dove lo vogliono e quando lo vogliono.
Non si tratta solamente di inviare il messaggio giusto alla persona giusta; le persone tendono sempre più a ignorare le email che ricevono dai brand anche quando hanno fornito il proprio indirizzo. Il contesto è fondamentale per un engagement di successo.
Gian Carlo Lanzetti