
Internet è il protagonista di una rivoluzione che tocca i dispositivi mobili, così come la televisione e l’editoria su carta. L’italiano connesso va online per navigare, acquistare, leggere e comunicare e passa un tempo sempre maggiore all’interno di spazi sociali che mettono a disposizione strumenti per la socialità, l’interazione e la collaborazione. A raccontarci un’Italia connessa e online è il 10° Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione “I media siamo noi. L`inizio dell`era biomediatica”, presentato oggi dal presidente Giuseppe De Rita e dal direttore generale Giuseppe Roma, alla presenza dal presidente del Senato Renato Schifani, nella Sala Capitolare dell'istituzione.
La rete prende piede e si diffonde con un incremento dell’utenza online che tar il 2011 e il 2012 passa con un +9% al 62.1%. Un salto forse non ancora sufficiente ma grande se confortato con il 27% di dieci anni fa. Un segnale di un’accelerazione verso il superamento del digital divide italiano all’interno del panorama europeo. Un segnale ancora più positivo se si considera che il dato sale nettamente nel caso dei giovani (90,8%), delle persone più istruite, diplomate o laureate (84,1%), e dei residenti delle città con più di 500mila abitanti (74,4%). Così come cresce il numero di internauti, sale anche il numero di iscritti a social network come Facebook ( dal 49% del 2011 al 66,6% del 2012), il 41,3% degli italiani, e Youtube ( 54,5% nel 2011 e 61,7% nel 2012).
👩🚒️👩🚒️ Internet è stata addomesticata
La crescita secondo il Censis è determinata da nuovi modi di pensare e da nuovi comportamenti personali e sociali. L’individuo si specchia nei nuovi media e nei contenuti generati da lui stesso e dai suoi simili. Lo sviluppo di internet come numero di utenti ma anche di applicazioni ha permeato l’intera vita quotidiana e, soprattutto con l’avvento delle nuove tecnologie Web 2.0, ha trasformato il modo di stare in rete e richiamato nuovi utenti, attratti dalla socialità del web e dalle molte user experience possibili. Il tutto è stato reso possibile e più facile dalla miniaturizzazione e proliferazione di nuovi dispositivi hardware come smartphone e tablet, da connessioni stabili e sempre disponibili e da applicazioni utili sia per attività produttive che per quelle di svago, di apprendimento e di gioco.
L’integrazione e la convergenza tra strumenti di comunicazione diversi ha plasmato un nuovo habitat mediatico e digitale nel quale l’internauta italiano ha cominciato a trovarsi a proprio agio decidendo di abitare sempre più la rete e il mondo online. L’integrazione ha interessato i dispositivi, le soluzioni in cloud computing, le APP per dispositivi mobili e gli strumenti/spazi sociali della rete. A dare la differenza è stata la centralità dell’individuo.
Dall’uso delle nuove tecnologie emerge una nuova tipologia di utente e consumatore o cittadino della rete dotato di dispositivi sempre più piccoli e trasportabili ma arricchito dalle loro funzionalità e caratteristiche tecnologiche. Le une e le altre potenziano capacità e facoltà dell’individuo, ne facilitano l’espressione, la comunicazione e le relazioni. Questo nuovo scenario determina quello che Censis ha definito come Era Biomediatica, una realtà in cui diventano centrali la trascrizione virtuale e la condivisione telematica delle biografie personali.
L’evoluzione dei consumi mediatici, la fruizione dei molti contenuti digitali permette di dire che i media siamo noi. Sono le persone che costruiscono e producono su misura e in modo da soddisfare esigenze, preferenze e bisogni individuali, i loro palinsesti multimediali così come i contenuti, i format e i percorsi di accesso alla informazione. Le nuove tecnologie permettono di mixare contenuti tradizionali con quelli nuovi generando nuove forme sociali di consumo e condivisione svincolati dalle logiche tradizionali e tipicamente top-down.
L’indagine del Censis è servita anche a fotografare diffusione e uso delle nuove tecnologie. Il rapporto rivela così un’Italia molto cambiata nella quale i telefoni cellulari sono utilizzati dall’81.8% della popolazione (+2,3% di utenti, +10% di smartphone).
Gli smartphone (27%) sono utilizzati soprattutto dai giovani (54.8%) che si mostrano anche molto interessati ai tablet (13.1%). Se da un lato il rapporto conferma quanto gli italiani amino/seguano la televisione (99%) o ascoltino la radio (83,9%) si affermano anche modi alternativi di usufruizione del mezzo. La web TV conquista l’1,2% degli italiani, la mobile TV l’1,6%, la TV sul web il 24,2% e il canale Youtube il 42,4%. Cresce anche la radio ascoltata via web (2,3%) e attraverso telefoni cellulari (1,4%).
Infine nota dolente per gli editori, il rapporto del Censis evidenzia come sia in calo costante la lettura dei quotidiani cartacei. Il calo, anno su anno è del 2,3%. Si è passati dal 67% di cianue anni fa al 45.5% del 2012. Crescono invece del 2,1% (20,3% di utenza) le testale online. Cresce anche la percentuale di persone che legge almeno un libro all’anno, forse anche grazie alla crescita dei libri digitali (ebook).