
Sempre secondo il piano comunitario per fare questo sono necessari investimenti per 12 miliardi di euro, metà pubblici e metà privati. Oggi la situazione sta in questi termini: i 30 megabit raggiungono il 25% della popolazione; i 100 megabit il 10%. Per cogliere questi obiettivi Fastweb ha fatto delle scelte importanti, a cominciare dall’utilizzo della soluzione FTTC (Fiber To The Cabinet), grazie alla quale, sostiene, sarà possibile arrivare per una fetta della popolazione anche ai 500 megabit.
L’annuncio è stato dato nei giorni scorsi dallo stesso amministratore delegato Di Fastweb (1688 milioni i ricavi 2014, in leggera crescita del 2,8% sull’esercizio precedente, i clienti sono poco più di due milioni) Alberto Calcagno. La ragione non è sola tecnologica ma di costo. Le tecnologie alternative richiederebbero investimenti molto maggiori: con FTTC bastano 150mila armadi per arrivare agli obiettivi prima indicati.
Con la soluzione Fiber To The Building gli edifici da collegare sarebbero 15 milioni; con la Fiber to the Home addirittura 28 milioni i punti da connettere. Inoltre con FTTC si valorizza una risorsa già in campo: il rame, necessario per coprire gli ultimi 250 metri che è la distanza media dei cabinet dalle abitazioni.
Fastweb ha quindi annunciato che a partire dal 2016 doterà la propria rete Fiber To The Cabinet (FTTC) di tecnologie innovative per innalzare la velocità di connessione oltre i 100 Megabit al secondo (Mbps), sino a 500 Mbps. Sarà installato un mix di tecnologie (Vectoring, GFast e Vdsl enhanced) che entro il 2020 porterà velocità di diverse centinaia di Megabit a tutte le unità immobiliari raggiunte dalla infrastruttura Fastweb: 7,5 milioni di famiglie e imprese, pari al 30% della popolazione italiana. L’investimento per il potenziamento della rete sarà di circa 100 milioni di euro. Ogni anno la società investe in infrastrutture di rete e innovazione oltre 400 milioni di euro.
Sulla scuola digitale e i suoi programmi prossimi venturi
Già oggi i clienti dell’operatore in tecnologia FTTC sono collegati in media a 75 Mbps in download e 30 Mbps in upload (rilevazioni del Politecnico di Milano); con l’adozione delle nuove tecnologie la velocità di tutta la rete sarà innalzata oltre quota 100 Mbps e potrà arrivare sino a 500 Mbps. La decisione di potenziare le velocità di rete è stata presa sulla base delle rapide evoluzioni che si sono avute negli ultimi mesi nel campo delle tecnologie in fibra e alla luce degli ottimi risultati ottenuti da diversi programmi pilota su utenti reali che Fastweb ha condotto con Alcatel-Lucent e altri fornitori.
A ottobre 2014 Fastweb ha infatti effettuato test di laboratorio su Vectoring, GFast e Vdsl enhanced. A partire da dicembre queste stesse tecnologie sono state sperimentate in campo a Roma, Monza, Milano, Livorno, Torino, Bari e Genova per verificarne le reali performance in presenza di diverse condizioni di numerosità di clienti collegati e lunghezza di linea. La totalità dei clienti ha riscontrato velocità superiori a 100 Mbps, mentre nell’80% dei casi i collegamenti hanno raggiunto velocità superiori a 200 Mbps e nel 20% superiori a 500 Mbps.
L’architettura FTTC, sulla quale si basano i programmi di investimento dei principali operatori italiani, è anche lo standard adottato dalla maggior parte dei player europei per la copertura ultra broadband dei rispettivi paesi grazie a costi sostenibili (pari al 25% di quelli dell’FTTH), tempi di sviluppo rapidi (un quarto di quanto necessario per l’FTTH) e copertura omogenea (l’FTTH è sostenibile solo in aree metropolitane densamente popolate). Proprio per questo, nell’ultimo anno le attività di Ricerca e Sviluppo dei principali vendor – tra cui Alcatel-Lucent - si sono concentrate sulle tecnologie evolutive in grado di migliorarne ulteriormente le prestazioni. Dalla ricerca sono emerse importanti e dirompenti innovazioni in grado di modificare il paradigma delle tecnologie in fibra.
“E’ per questo, sostiene Calcagno, che il Governo potrebbe impiegare i fondi destinati alla banda ultra larga per stimolare lo sviluppo delle reti FTTC su tutto il territorio nazionale incluse le aree attualmente non coperte dai piani degli operatori. Pensiamo di poter essere ascoltati in quanto siamo l’unico operatore che nel 2014 ha aumentato la sua quota di mercato, al 24,6%, mentre tutti gli altri hanno perso”.
Gielle