
L’università telematica ad esempio – come ben spiega questo articolo di Punto-Informatico - ha caratteristiche simili agli atenei tradizionali, tuttavia i corsi di studi vengono erogati con modalità a distanza, attraverso la tecnologia e-learnig, quindi con una piattaforma online a disposizione di tutti gli studenti da remoto h24.
Nonostante ci sia stato un boom delle università telematiche solo negli ultimi anni (nello specifico a partire dal 2015), in realtà sono state ufficialmente istituite con la legge finanziaria 2003 e nello specifico con il Decreto del 17 aprile, firmato dall’allora Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Letizia Moratti.
E-Learning: narrare gli ostacoli
Gli atenei online riconosciuti dal MIUR (Ministero dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca) hanno lo stesso valore legale delle università che offrono una didattica frontale e allo stesso modo, vengono valutati periodicamente dall’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca).
Per questo motivo, i laureati presso una università telematica hanno le stesse possibilità di sbocchi e di offerte nel mondo del lavoro degli studenti che conseguono il titolo di studio in un ateneo classico. Lo stesso discorso vale per chi vuole accedere a concorsi pubblici o sostenere gli esami per iscriversi ai diversi Albi professionali.
Nonostante ciò, in passato ci sono state molte difficoltà per le università online. Un po’ di diffidenza c’era anche per quanto riguarda le spese da affrontare, tuttavia ci sono alcuni fattori importanti da considerare. È vero che a differenza delle università frontali la retta annuale non varia in base all’ISEE - perciò rimane la stessa indipendentemente dalla fascia di reddito d’appartenenza -, tuttavia ci sono delle convenzioni che variano per ogni singolo ateneo e alcune spese in meno.
Rispetto alle università tradizionali non ci sono costi per acquistare i libri, poiché tutto il materiale didattico viene messo a disposizione degli studenti direttamente nelle varie piattaforme online. Inoltre un aspetto da non sottovalutare riguarda i soldi per mantenersi da fuori sede, quindi le spese per l’alloggio per gli studenti che cambiano città e le spese dei trasporti invece per quelli che decidono di fare i pendolari.
Per le università telematiche l’unica richiesta di andare in aula riguarda gli esami, che vanno svolti obbligatoriamente in presenza, in una delle varie sedi in tutta Italia messe a disposizione da ogni facoltà. Ovviamente questa necessità è venuta a mancare negli ultimi mesi a causa dell’emergenza sanitaria che ha colpito l’Italia e il resto del mondo per la pandemia da Covid-19. In via straordinaria infatti, sia gli esami che le discussioni di laurea si sono tenuti online.
In questo periodo c’è stata una rivalutazione delle università telematiche e soprattutto del metodo di studio che viene proposto in queste realtà. In una situazione così difficile in cui uscire di casa era sconsigliato per non mettere a repentaglio la propria vita e quella degli altri, l’unica soluzione per continuare a studiare è stata proprio quella delle lezioni e degli esami svolti a distanza.
Alcune università tradizionali hanno avuto dei problemi proprio a causa degli strumenti di apprendimento, poiché non erano attrezzati con le tecnologie necessarie per permettere a docenti e studenti di continuare le lezioni, mentre altre avevano già corsi in modalità blended, perciò con sistema misto (lezioni sia in aula, sia a distanza).
Forse anche a causa di queste difficoltà, c’è stato un incremento delle iscrizioni nelle università telematiche e non solo. Molti atenei classici stanno prendendo esempio da quelli online, offrendo sempre più corsi in modalità blended, anche quando l’emergenza sarà rientrata. Per tutti questi motivi gli atenei telematici risultano essere una valida alternativa a quelli classici, soprattutto per chi ha poco tempo a disposizione oppure lavora e deve organizzare le proprie giornate di studio in maniera autonoma e senza obblighi.