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Blueit: anche service integrator

Blueit: anche service integrator

08 Giugno 2017 Gian Carlo Lanzetti
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Gian Carlo Lanzetti
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Si può essere outsourcer evoluti e crescere a due digit anche in questo periodo: l’azienda, che conta una cinquantina di clienti, è totalmente italiana e ha appena creato b.digital per cavalcare le sfide digitali, racconta come.

L’aspetto che di primo acchito colpisce di più di Blueit è che il mestiere di outsourcer, anche nell’era del cloud e soprattutto in quest’era, offre motivi di un sano sviluppo. L’azienda di Monza ha infatti chiuso il 2016 con un fatturato di 16,8 milioni di euro, con una crescita del 15% anno su anno. E anche i primi mesi del 2017 sono in linea con le previsioni.


Il secondo aspetto - anche questo evidenziato dal suo Ceo e fondatore, Girolamo Marazzi, ex Ibm e esperto anche di automazione industriale oltre che di It, forse è ancora più sorprendente. “Noi stiamo crescendo a due digit perché ci siamo dati un modello di business che sa sfruttare i limiti dei grandi system integrator in questo momento di trasformazione del paradigmi operativi. Abbiamo puntato sulla vendita di ‘valore’ disponendo di un ventaglio tipico di prodotti di grande outsourcer e nello stesso tempo con una nuova realtà a aziendale, b.digital, cerchiamo di cavalcare le sfide della trasformazione digitale. I risultati ci confortano molto.”

200 addetti

Terzo aspetto qualificante di questa azienda, che conta 200 addetti, è il numero di clienti, una cinquantina. Non molti ma evidentemente soddisfatti dei rapporti intrattenuti e quindi disposti a contratti pluriennali, rinnovabili a scadenza. Si tratta di realtà imprenditoriali di media e grande dimensione, come la Mantero Seta di Como. Le piccole aziende non rientrano nel raggio di azione do Blueit per la difficoltà, spiega la diretta interessata, di far passare il concetto di valore, ovvero la soluzione migliore tra quelle disponibili.

Le sedi non sono molte: Monza, Torino, Roma e Parigi, quest’ultima aperta per essere vicino a un clienti italiani con molti interessi in terra francese e belga.

Tra i settori di maggiore interesse spiccano il fashion, il manufacturing e l’alimentare,

Per l’insieme di questi motivi risulta difficile classificare Blueit solo come una azienda di servizi It, in verità impersona bene anche la figura di Advisor dell’innovazione oppure di service integrator, chiaramente in contrapposizione ai system integrator tradizionali.

“In effetti, aggiunge Marazzi, facciamo il possibile per proposition ricche di servizi, tra cui la connettività, e altro elemento di distinzione di cui siamo fieri, ci poniamo sul mercato come mediatore tre le esigenze delle linee di business e quelle It, inventandoci dei modelli che sappiano contemperare le rispettive istanze”.

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L’azienda supporta i clienti con una gamma completa di servizi che comprende la gestione degli utenti, del data center (non di proprietà), delle infrastrutture e delle applicazioni di business, e che consente ai clienti di esternalizzare la gestione della complessità tecnologica, focalizzandosi sul core business e sul percorso di trasformazione. E’ importante infatti non perdere questa occasione di beneficiare di tutti i vantaggi offerti dalle novità tecnologiche, per diventare aziende realmente 4.0 ed essere sempre al passo con i tempi. I clienti possono fare affidamento sugli asset e le competenze di Blueit per gestire i propri processi. Dal Service Desk multilingua al presidio h24 del Service Operation Center, dal Delivery Center di Infrastructure Management al Competence Center di Application Management Services: grazie al continuo investimento su formazione e certificazione, Blueit è in grado di offrire una copertura completa ed affidabile per la continuità del business e la disponibilità di ambienti e dati dei suoi clienti.

“Stiamo attraversando un momento straordinario per il settore, sottolinea ancora Marazzi, una vera rivoluzione tecnologica. Siamo entusiasti della spinta fornita dal Piano Industria 4.0 perché rappresenta uno strumento importante per aiutare il Paese, e soprattutto le PMI, per cogliere al meglio tutte le nuove opportunità. È uno strumento utile per supportare l’innovazione in tutti i settori, partendo dal comparto produttivo, per spingere il mercato a trarre valore dalla tecnologia in modo pragmatico e graduale.

Cognitive Computing, Augmented Intelligence  e Industrial Internet of Things.

Non a caso i player dell’automazione sono tra gli attori più attivi e quelli a cui Blueit guarda per intese di collaborazione, sulla scia di quanto sta facendo con St Microelectronics.

Inoltre in un momento come questo è importate la ricerca e traguardare nuovi orizzonti, Da qui l’idea di creare b.digital.

“In questo momento siamo tutti quotidianamente sommersi da una mole enorme di informazioni e di stimoli sulle innovazioni tecnologiche in atto,” evidenzia Paolo Mazza, CEO di b.digital e Marketing&Innovation Director di Blueit – “e corriamo il rischio che l’informazione si trasformi in rumore di fondo, costituendo una sorta di inquinamento acustico che impedisce di approfondire e di focalizzarci su ciò che veramente merita la nostra attenzione. b.digital nasce proprio per supportare i clienti a fare chiarezza, selezionando le tecnologie a loro più adatte e declinandole secondo il loro punto di vista: a partire cioè da quanto ha veramente impatto sul loro business.”

b.digital ha sede a Monza e rappresenta un vero e proprio laboratorio di innovazione, basato sui principali trend tecnologici, tra i quali il Cognitive Computing, l’Augmented Intelligence  e l’Industrial Internet of Things. Grazie a un piano industriale avviato in questi mesi, è stato costituito un team tecnico specializzato nell’utilizzo dei nuovi paradigmi tecnologici che ha la responsabilità di monitorare costantemente il mercato, le sue tendenze ed esigenze, per consigliare i clienti nella scelta delle tecnologie applicative e per accompagnarli nella realizzazione dei progetti più adeguati al loro percorso di Digital Transformation.

“Riteniamo che in un momento di grande fermento e velocità del business, il Cognitive Computing e la Augmented Intelligence siano strumenti potentissimi per supportare le imprese nel prendere decisioni consistenti, allineate agli obiettivi strategici, e in grado di anticipare e prevedere l’evoluzione del proprio contesto di business”, spiega Mazza. “L’Industrial Internet of Things rappresenta la convergenza tra molteplici tecnologie, e mette a disposizione delle aziende una leva competitiva senza precedenti, a partire dal tema legato all’integrazione della Supply Chain. E proprio le PMI, delle quali è composto in grande maggioranza il tessuto imprenditoriale italiano, sono in una posizione di grande vantaggio nel beneficiare della trasformazione in corso, sfruttando la propria agilità nell’aggiornare il modello organizzativo e la capacità di anticipare il mercato internazionale in molti settori.” La logistica come mezzo per mettere a disposizione di tutti gli attori della filiera le stesse informazioni, allo scopo primario di efficientare ancora maggiormente l’apparato produttivo.

 

 

 

 

 

 

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