
Ogni venti secondi nel mondo viene attivato un nuovo contratto broadband mobile e il volume di dati scambiato a livello globale cresce senza sosta. Ma tra soli sei anni la quantità di sottoscrizioni raddoppierà, con tassi di incremento in alcune aree geografiche (Medio Oriente e Africa) pari al 200%. I dati, come detto, provengono dal Mobility Report 2015 di Ericsson, con cui il colosso svedese fa il punto sulla connettività globale e fornisce cifre e trend dei prossimi anni (ved Figure)- Per la prima volta il documento offre anche una panoramica sulle reti 5G, prevedendo 150 milioni di sottoscrizioni entro il 2021 (con un tasso iniziale di adozione maggiore del 4G): la diffusione nelle prime fasi del network di quinta generazione sarà fortemente guidata da Corea del Sud, Giappone, Cina e Stati Uniti, portando alla prima ondata di dispositivi per l’Internet delle cose.
Attualmente, le sottoscrizioni mobili a livello mondiale stanno crescendo del 5% anno su anno, con l’India in prima fila (più 13 milioni), seguita da Cina (7 milioni) e Stati Uniti (6 milioni). Gli smartphone dominano ormai da tempo il mercato della telefonia e rappresentano il 75% di tutti i cellulari venduti nel terzo trimestre del 2015. Le connessioni a banda larga hanno fatto il botto, con un aumento del 25% su base annua, pari a 160 milioni di sottoscrizioni in più soltanto nell’ultimo trimestre.
E guardo il mondo da un display
Le sottoscrizioni Lte hanno raggiunto ormai le 850 milioni di unità, con la maggiore diffusione nel mercato europeo (oltre il 25%) e nordamericano (quasi il 60%): in queste due aree nel 2021 l’Lte riguarderà il 95% del totale delle sottoscrizioni mobili. Ma anche nelle aree in via di sviluppo si assisterà a un progressivo spostamento verso i network di nuova generazione: il Medio Oriente, l’Africa, la regione Apac (Asia Pacific) e l’America Latina, ora mercati dominati quasi esclusivamente da connessioni Gsm o Edge, approderanno al Wcdma, all’Hspa e all’Lte.
Dal documento si apprende altresì che nel mondo circolano già oggi circa quattrocento milioni di dispositivi per sistemi M2M e di fascia consumer con connettività cellulare. Nel 2021 saranno 1,5 miliardi, con l’incremento che verrà guidato soprattutto dall’aumento di nuovi casi d’uso per il machine-to-machine (con un tasso del +25% su base annua). In tutto, però, contando anche smartphone e altri oggetti “smart” in qualche modo connessi alla rete (non per forza cellulare), i dispositivi collegati saranno 28 miliardi.
Per questi motivi il traffico dati globale generato dai dispositivi mobili crescerà di dieci volte entro il 2021, con i contenuti video che la faranno da padrone e costituiranno il 70% del totale degli scambi. Già oggi, in molte reti, Youtube rappresenta il 70% di tutto il traffico video, mentre Netflix nei mercati in cui è disponibile può raggiungere anche il 20%. Considerando solo gli smartphone, la fruizione di filmati in streaming aumenterà di sei volte e in Nord America il traffico dati di un cellulare aumenterà da 3,8 a 22 GB al mese, mentre in Europa Occidentale da 2 a 18 GB.
Sui tablet il traffico video rappresenta già oggi il 55% del totale, mentre si scende al 43% sugli smartphone e al 41% sui computer portatili. Gli altri principali fattori che contribuiscono e contribuiranno all’incremento del volume sono le ricerche sul Web, la navigazione sui social network e il file sharing.