
Con il progredire delle tecnologie che agevolano la sorveglianza delle comunicazioni da parte dello Stato, gli Stati non riescono a garantire che leggi e regolamenti in materia di sorveglianza delle comunicazioni rispettino i diritti umani internazionali e tutelino adeguatamente il diritto alla privacy e alla libertà di espressione.
In questo documento si tenta di spiegare l'applicazione delle leggi internazionali sui diritti umani all'ambiente digitale attuale, soprattutto alla luce dell'aumento e dei cambiamenti delle tecnologie e delle tecniche di sorveglianza delle comunicazioni.
Questi princìpi possono fornire a gruppi della società civile, industria, Stati e altri soggetti un quadro di riferimento per valutare se le leggi e le prassi di sorveglianza attuali o proposte sono compatibili con i diritti umani.
Questi princìpi sono il risultato di una consultazione globale con gruppi della società civile, industria ed esperti internazionali nel campo delle leggi, norme e tecnologie di sorveglianza delle comunicazioni.
[ Se non ti basta il preambolo qui sotto ricopiato, puoi leggere l'intero documento a questo LINK ]
Per partecipare all'evento inernazionale:
The Day We Fight Back: A Call To the International Community to Fight Against Mass Surveillance
Preambolo
La privacy è un diritto umano fondamentale ed è indispensabile per il mantenimento di società democratiche. È essenziale per la dignità umana e rafforza altri diritti, come la libertà di espressione e di informazione e la libertà di associazione. Inoltre è riconosciuta dalle leggi internazionali sui diritti umani.[1]Le attività che limitano il diritto alla privacy, inclusa la sorveglianza delle comunicazioni, possono essere giustificate solo qualora siano previste dalla legge, necessarie per raggiungere un obiettivo legittimo e proporzionate allo scopo perseguito.[2]
🌼🌺🌹🥀 𝕊𝕚𝕒𝕞𝕠 𝕥𝕦𝕥𝕥𝕚 𝕚𝕟 𝕝𝕚𝕓𝕖𝕣𝕥à 𝕧𝕚𝕘𝕚𝕝𝕒𝕥𝕒!?
Prima dell'adozione pubblica di Internet, princìpi giuridici consolidati e ostacoli logistici insiti nel monitoraggio delle comunicazioni hanno stabilito dei limiti alla sorveglianza delle comunicazioni da parte dello Stato. Negli ultimi decenni, tali ostacoli logistici alla sorveglianza sono diminuiti e l'applicazione dei princìpi giuridici in nuovi contesti tecnologici si è fatta poco chiara. Il boom dei contenuti delle comunicazioni digitali e delle informazioni sulle comunicazioni, o "metadati delle comunicazioni" (informazioni sulle comunicazioni di un privato o sul suo utilizzo di dispositivi elettronici), il costo in calo dell'archiviazione e dell'estrazione di grandi insiemi di dati e la disponibilità di contenuti personali attraverso fornitori di servizi di terze parti rendono possibile la sorveglianza dello Stato a un livello senza precedenti[3] Nel frattempo, le concettualizzazioni delle leggi esistenti sui diritti umani non hanno tenuto il passo con le possibilità di sorveglianza moderne e in evoluzione delle comunicazioni da parte dello Stato, la capacità dello Stato di combinare e organizzare le informazioni acquisite con diverse tecniche di sorveglianza o la maggiore riservatezza delle informazioni accessibili.
La frequenza con cui gli Stati tentano di accedere ai contenuti e ai metadati delle comunicazioni sta aumentando drasticamente, senza un adeguato controllo.[4]Quando sono accessibili e vengono analizzati, i metadati delle comunicazioni possono dar modo di creare un profilo della vita di un privato che include condizioni mediche, punti di vista politici e religiosi, associazioni, interazioni e interessi, divulgando una quantità di dati pari o persino superiore a quelli che sarebbero osservabili con un'analisi dei contenuti delle comunicazioni.[5] Nonostante l'ampia possibilità di intromissione nella vita di un privato e l'effetto dannoso sulle associazioni politiche e di altro tipo, gli strumenti legislativi e politici spesso offrono ai metadati delle comunicazioni un livello di protezione inferiore e non mettono in atto limitazioni sufficienti sui possibili utilizzi successivi da parte delle agenzie, incluse le modalità di estrazione, condivisione e archiviazione.
Per adempiere effettivamente ai loro obblighi sui diritti umani internazionali in materia di sorveglianza delle comunicazioni, gli Stati devono rispettare i princìpi enunciati qui di seguito. Questi princìpi si applicano alla sorveglianza da parte di uno Stato dei propri cittadini, condotta nel relativo territorio, nonché alla sorveglianza extraterritoriale di altri soggetti. I princìpi inoltre si applicano a prescindere dal fatto che la sorveglianza riguardi scopi di applicazione della legge, di sicurezza nazionale o qualsiasi altro scopo normativo. Si applicano inoltre sia all'obbligo dello Stato di rispettare e soddisfare i diritti dei privati sia all'obbligo di tutelare i diritti dei privati da abusi attuati da soggetti non statali, incluse le imprese.[6]Il settore privato ha pari responsabilità per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, soprattutto se si considera il ruolo fondamentale che svolge nella progettazione, nello sviluppo e nella diffusione delle tecnologie, nell'attuazione e nell'implementazione delle comunicazioni e, ove richiesto, nella cooperazione con le attività di sorveglianza dello Stato. A ogni modo, il campo di applicazione dei presenti Princìpi si limita agli obblighidello Stato.