La tecnica è diventata il nostro fato anche se non è necessariamente il nostro destino. Ci ha ibridati permeando ogni aspetto della nostra esistenza, ci chiama a una riflessione ampia sugli effetti delle nuove tecnologie, ma anche allâuso che di esse viene fatto, ad esempio per alimentare le guerre che caratterizzano questi anni di crisi. Questa riflessione è stata fatta propria da filosofi come Gunther Anders che allâindomani della Seconda Guerra mondiale e dopo lo scoppio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, sviluppa un pessimismo, per alcuni frutto di conservatorismo, come strumento umanistico per costruire scenari diversi da quelli perversi determinati dal prevalere della tecnica sullâhumanitas, della macchina sullâumano.Â
Questa riflessione andrebbe a maggior ragione ripresa oggi, in un contesto geopolitico caratterizzato da guerre impreviste e imprevedibili, che si accendono e si manifestano come forze distruttive, rese possibili dalla volontĂ di potenza della tecnologia, dal (pre)dominio tecnocratico sul mondo, dallâinarrestabile scivolamento dellâumano nel disumano e nellâinumano (le guerre in Ucraina e in Palestina ne sono illuminante testimonianza).
Per capire nel concreto cosa stia succedendo bisognerebbe abbandonare la pratica dello storytelling esistenziale cronachistico, come tale superficiale, per cercare di andare a fondo delle cose, tentare di cogliere le strutture fondamentali della realtĂ , allungare lo sguardo distogliendolo dallo schermo e dalle proprie scarpe, elaborare pensiero critico ponendosi domande, smettere di segare il ramo su cui ci si è stupidamente accomodati.  Â
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Il generoso regalo di Prometeo ha permesso passi incredibili nello sviluppo di tecnologie efficienti, quasi perfette, ma ha portato lâuomo a peccare di tracotanza, pensandosi Dio e immaginandosi come Homo deus. Prometeo ha trionfato ma è entrato in crisi di identitĂ . Si interroga sullâingratitudine degli umani, sul suo essere diventato obsoleto rispetto alle creazioni che ha favorito e ai comportamenti umani che ha determinato. Dimenticato da tutti riscopre la sua condizione umana, lâimperfezione del mondo, rinuncia al suo orgoglio e alla sua arroganza per scoprire che tracotanti e arroganti sono diventati gli umani da lui gratificati con il dono del Fuoco.Â
Di un Prometeo divorato dal rimorso parla anche il filosofo Peter Sloterdijk in un libriccino recentemente pubblicato (Il rimorso di Prometeo) descrivendo lâumanitĂ moderna come un gruppo di piromani sempre attivi nel dare forma al disastro emergente. La sua attenzione va in particolare alla crisi ambientale ed ecologica, allâinnalzamento della temperatura e al clima, interrogandosi su cosa possa fare lâumanitĂ per evitare che lâesistenza stessa del mondo, per come lo abbiamo conosciuto finora, sia messa in discussione. Ă una domanda filosofica che però tutti dovrebbero fare propria perchĂŠ aiuta a comprendere meglio ciò che sta succedendo in termini di libertĂ e liberazione, lavoro e sistemi di sfruttamento, procreazione e preferenze sessuali (in Francia il sesso non è piĂš di moda, si legge!), diffusione dellâ(iper)consumismo (Lipovetsky), mobilitĂ e migrazioni, estrattivismo estremizzato, consumi di carbone e fonti fossili.Â
Ai tanti fuochi accesi, la risposta che lâumanitĂ moderna sa dare è insufficiente, limitata e manipolata. Inutile piantare alberi o limitare lâuso di acqua, bisogna spegnere i fuochi e cambiare il modus operandi che oggi è radicalmente estrattivo e privo di ogni sensibilitĂ , nonostante si continui a parlare di sostenibilitĂ in forma anestetizzante, forse per auto-ingannarsi. Serve maggiore radicalitĂ di pensiero (da Ultima Generazione?), serve ritrovare la forza dellâimmaginazione (un altro mondo è possibile!), è necessario definire un nuovo rapporto tra lâuomo e lâambiente, bisogna ritornare a creare mitologie e mitopoiesi, serve dimenticarsi per un attimo delle macchine per ritrovare un nuovo umanesimo.Â
Di rifondare lâumanesimo parla anche Edgar Morin nel suo ultimo saggio, Ancora un momento, di recente pubblicazione e nel quale propone, contro âla vita razionalizzata, cronometrata e votata allâefficienzaâ, la pratica di una âmaggiore convivialitĂ solidale [âŚ] per ritrovare le virtĂš del ben vivere attraverso la strada di una riforma esistenzialeâ. La proposta di Morin comprende suggerimenti che moltissimi oggi percepiscono di poter fare propri ma che per pigrizia, conformismo, cinismo e nichilismo propri non sanno fare.Â
Disabituati alla solidarietĂ , alla generositĂ , alla convivialitĂ , alla responsabilitĂ e alla cittadinanza si accetta passivamente âlâegemonia del profitto, del denaro, del calcolo statistico, che ignora i veri bisogni e le aspirazioni a una vita autonoma e comunitariaâ. Tra i suggerimenti di Morin câè la scelta ecologica, lo sviluppo di unâeconomia sociale e solidale, la riforma delle condizioni lavorative, la riforma del consumo, la riconquista del tempo, lo spegnimento dei fuochi. La grande utopia del momento sarebbe quindi quella di passare da pirotecnici a pompieri, puntare allo spegnimento dei fuochi estrattivi, tecnologici, psicologici, politici e bellici. Prometeo ne sarebbe felice e potrebbe decidere di scendere dalla roccia a cui è stato incatenato.Â
Del bisogno di un nuovo umanesimo ho parlato anche io nel mio ultimo libro NOSTROVERSO â Pratiche umaniste per resistere al Metaverso (https://delos.digital/9788825426939/nostroverso-pratiche-umaniste-per-resistere-al-metaverso). Il libro contiene una visione del mondo che si richiama anche ai filosofi qui citati (Anders, Sloterdijk e Morin) e una proposta fatta di pratiche umaniste: Costruire un nuovo umanesimo, Prevenire il collasso per scongiurarlo, Pensare criticamente, Praticare il dubbio e la libertĂ di scelta, Ridare un senso alle parole, Entrare in relazione, Tornare al contatto fisico, Superare la distanza con la presenza, Prendersi cura, Coltivare lâattenzione
Reimparare ad ascoltare, Restare curiosi, Ricordarsi di essere cittadini, Ricercare la veritĂ , Esercitare la lentezza, Abbandonare Zoom, Demistificare lâonlife, Ritornare alla collettivitĂ , LibertĂ di scelta e generositĂ , Corrompere i giovani, Investire sul benessere psicobiologico dei bambini, Investire in scuola e educazione, Prepararsi a (morire) invecchiare.Â
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BibliografiaÂ
- Gunther Anders - L'uomo è antiquato vol. 1
- Gunther Anders - L'uomo è antiquato vol.2
- Peter Sloterdijk â Il rimorso di Prometeo
- Edgar Morin â Ancora un momento
- Carlo Mazzucchelli â NOSTROVERSO â Pratiche umaniste per resistere al Metaverso
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