
L’attesa per il rilascio di nuovi modelli di iPhone non è più spasmodica come un tempo. Lontana è anche la celebrazione rituale che vedeva code lunghissime di consumatori in attesa di entrare in possesso per primi dei nuovi iPhone. I nuovi comportamenti sono probabilmente dettati dall’accresciuta laicità e infedeltà del consumatore. Pesa anche il maggior cinismo e scetticismo sulla bontà e validità di un Brand, icona erotica che ha però perso parte della sua capacità attrattiva e di seduzione. Forse a causa di pretese economiche ingiustificate con il semplice obiettivo di consolidare un modello di business tutto centrato sull’elevato profitto.
Apple nelle sabbie mobili?
A pochi mesi dal rilascio di nuovi modelli di iPhone, le indiscrezioni che lasciano intravedere l’arrivo di nuovi dispositivi (tre nuovi modelli che dovrebbero sostituire quelli XR, XS e XS Max) non sembrano anticipare prezzi diversi da quelli attuali. L’introduzione di nuove funzionalità e componenti tecnologiche (tre fotocamere, batterie più garndi e potenti, RAM da 4GB, ecc.) più che abbassarlo potrebbero fare aumentare il prezzo dei nuovi iPhone. Magari di poche decine di euro ma pur sempre un aumento. A testimonianza del fatto che Apple non sembra intenzionata a cambiare il suo modello di business e a rinunciare al profitto.
Uno scenario che potrebbe determinare ulteriori problemi sul mercato smartphone per Apple. Anche perché nel frattempo Google ha rilasciato dispositivi premium Pixel, dalle elevate caratteristiche tecnologiche, al prezzo di soli 399 dollari (modello con lo schermo più piccolo). Apple potrebbe adottare strategie e approcci Google e continuare a catturare margini interessanti, ma non lo farà. Neppure dopo un calo di 15 miliardi di fatturato nelle vendite iPhone nel primo semestre del corrente anno fiscale. Un problema considerando che l’iPhone pesa per quasi il 60% del fatturato complessivo di Apple. Un problema se i trend che interessano anche gli altri prodotti hardware non sono esaltanti, anzi negativi. A calare è anche il profitto complessivo, forse per le politiche di sconto introdotte da Apple per incrementare le vendite. Da qui la probabile insistenza nel mantenere alti i prezzi, con l’obiettivo di mantenere alti i profitti.
Gli analisti di mercato analizzano la situazione con gli occhi puntati alle quotazioni borsistiche e a quanto dovranno moderare le loro aspettative di guadagno. I consumatori lo fanno interrogandosi su quali possano essere le motivazioni all’acquisto di un dispositivo iPhone dalle caratteristiche assimilabili a quelle di altri dispositivi della concorrenza ma a un prezzo più alto.
Se Apple non presterà attenzione al nuovo sentiment della sua clientela attuale e potenziale, il rischio è che i problemi emersi nel corso del 2018 potrebbero ripresentarsi e persino acuirsi. Ignorare il problema e i segnali che arrivano dal mercato rischia di fare un favore alla concorrenza (non solo Samsung o Huawey, potenzialmente anche Google) ma anche di ridurre le opportunità e potenzialità legate alla vendita di nuovi servizi. Ma soprattutto rischia di offuscare ulteriormente una Marca che già oggi non brilla più come lo faceva una volta. Nessuno mette in discussione il successo del modello di business di Apple, ma lo stesso potrebbe diventare un ostacolo grande alla comprensione dei bisogni e delle esigenze delle audience di mercato di riferimento.