
Un interessante articolo di Jean-Louis Gassée pubblicato sul giornale inglese The Guardian richiama l’attenzione sull perduta capacità di Apple di comunicare nuove storie e di saper catturare l’attenzione dei consumatori con nuove storie APP(L)ealing.
Kamčatka tra vulcani, orsi, risvegli e resurrezioni
In realtà non è che le storie di Apple siano completamente sparite. Ad esempio sono ancora forti di significati e di interesse per un pubblico vasto quelle dell’iPad. Il problema è che le storie in circolazione ed emergenti sono sempre più spesso quelle dalla concorrenza. In particolare ad essere diventata brava a costruire storie condivise è Samsung, ora nella fase di rilascio del suo nuovo Galaxy S IV con l’ultima versione di sistema operativo Android.
Di fronte all’attivismo della concorrenza, la Apple post-Steve Jobs, sembra essersi messa sulla difensiva e manifestare una difficoltà nel replicare attraverso campagne pubblicictarie, aprole e nuove storie alle iniziative della concorrenza.
Per dare valore alla propria analisi l’autore dell’articolo ricorda slogan di Apple che hanno fatto la storia e che hanno colonizzato la mente di molti consumatori come ‘I'm a Mac, You're a PC ( per dileggiare la Microsoft), "Think different.", "It just works". Oggi i racconti del management della Apple si stano riempiendo di parole scontate quali ‘incredibile’, ‘fantastico’, ‘il meglio di’, ecc.
Per sostenere la sua tesi il giornalista del Guardian ha analizzato la ricorrenza di alcune parole nelle comunicazioni relative alla valutazione dei titoli della Apple in borsa.
La conclusione è che quando le parole usate diventano ripetitive, vuote, iperboliche, l’ascoltatore rischia di perdere la sua capacità di ascolto e la fiducia in chi quelle parole utilizza. Apple ha perso il controllo della sua narrazione e in questo modo ha permesso ad altri di affermare la loro.
Se conoscete l’inglese potete leggere l’intero articolo qui.