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WWDC Apple 2016: si punta sui servizi

WWDC Apple 2016: si punta sui servizi

15 Giugno 2016 Redazione SoloTablet
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L’evento annuale di Apple per gli sviluppatori è stato centrato per anni sulle applicazioni. Non è un caso che Tim Cook abbia elogiato nel suo intervento l’azione proattiva e innovativa e si sia soffermato sui due milioni di applicazioni che attualmente popolano lo store. L’attenzione però non sembra più andare a singole APP ma alla possibilità di usarle all’interno di servizi integrati proposti da Apple. Una scelta, quella di puntare sui servizi, legata al declino nelle vendite di prodotti hardware che si è manifestata a partire dalla fine anno 2015.

La scelta di puntare sui servizi non dovrebbe sorprendere. In un mercato maturo e sempre più saturo di dispositivi hardware e di fronte al declino nelle vendite che interessa tutti i suoi prodotti, Apple è in qualche modo obbligata a cercare alternative e nuove strategie. Con due milioni di applicazioni nel suo negozio online e la vasta comunità di sviluppatori che le ha prodotte, Apple può contare su asset importanti che possono facilitare una proposizione maggiormente focalizzata sul software e sui servizi e meno sull’hardware.

La nuova strategia è emersa da quanto è stato raccontato e presentato in termini di soluzioni che integrano singole applicazioni permettendo la loro attivazione e utilizzo dall’interno di Messages o Maps. La proposizione di servizi segue il trend che caratterizza attualmente il mercato Mobile sempre più saturo di dispositivi e che vede un calo di motivazioni da parte dei consumatori nello spendere altri soldi in aggiornamenti hardware o nell’acquisto di nuovi dispositivi. E’ un trend che sta condizionando le scelte anche di altri produttori e concorrenti di Apple e che è alla base di scelte che altri operatori come Amazon hanno già fatto.

La scelta di Apple è conseguente alla percezione di un mercato in cambiamento e coerente con la volontà di perseguire la leadership e il controllo di segmenti di mercato importanti per mantenere elevati fatturati e profitti. Così come fanno altri colossi informatici, anche Apple occupa però con scelte di questo tipo gli spazi di altri operatori del mercato, In questo caso degli sviluppatori.

Se l’utente finale e il consumatore saranno motivati all’acquisto di soluzioni interate verrà meno il rapporto diretto tra loro e gli sviluppatori delle singole APP. Queste finiranno per essere percepite come funzionalità di una APP/Soluzione più grande, di Apple! Apple inoltre non ha chiarito in che modo questa estensione nell’uso delle APP all’interno delle sue soluzioni integrate si traduca in un guadagno extra per lo sviluppatore.

Chi opera sul mercato delle APP ha imparato a sue spese quanto i risultati e i guadagni raramente corrispondano le fatiche fatte e le risorse investite. A guadagnare dalle APP  sono sempre stati in pochi (Uber, Dropbox, ecc.), la maggioranza degli sviluppatori hanno raccolto solo spiccioli o non hanno guadagnato nulla se non la loro visibilità all’interno del mercato più trendy del momento. Ora con due milioni di APP nello store, moltissime delle quali semplici zombie deambulanti e poco appariscenti nelle ricerche del motore interno, gli sviluppatori corrono il rischio di vedersi ridurre ulteriormente i benefici e i vantaggi, a favore del loro sponsor Apple.

Apple da parte sua è obbligata a costruire nuovi canali relazionali con una clientela fedele ma mai completamente fidelizzata e che in futuro potrà essere ingaggiata principalmente con l’offerta di soluzioni software e servizi. Per Apple è una sfida complicata da vincere e che rischia di creare sfide ancora più grandi per le numerose comunità di sviluppatori fedeli al suo Brand. Non è un caso che Apple abbia comunicato durante l’evento l’apertura di Messages, Siri e Maps agli sviluppatori. Un modo forse per attutire l’irritazione di molti di loro sulle ultime scelte strategiche legate ai servizi.

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