
Parlare di PC è oggi facile, parlano i dati di mercato e i nuovi comportamenti emergenti dei consumtaori. Se però si parla di personal computing tutto diventa più complicato. Per un numero crescente di consumatori lo strumento di personal computing preferito è prmai diventato lo smartphone, meglio se di fascia alta e dotato di processori tanto potenti quanto lo sono molti processori montati su PC ancora in circolazione.
L'accresciuat potenza del processore di un normale smartphone non è sufficiente a spiegare il successo di questo tipo di dispositivi ma illustra bene il salto quantico che in pochi anni ha fatto l'evoluzione tecnologica in termini di design, nanotecnologie e software. Usabilità, potenza, connettività, facilità d'uso, software ed ecosistema applicativo hanno trasformato in poco tempo il dispositivo mobile nel più potente strumento informatico mai posseduto dal consumatore.
Lo smartphone, unitamente al suo fratello di dimensioni allargate, il tablet, ha rivoluzionato il modo di interagire con la tecnologia per avere incorporato, in oggetti dal design sempre più piatto e sottile, tastiere comode da usare in luogi fino a poco tempo fa impensabili e modalità di connessione tali da poter collegare il dispositivo non solo alle reti disponibili ma anche ad altri schermi, PC o televisivi.
L'apparizione dell'iPad e dei tablet che lo hanno seguito hanno conribuito al successo del dispositivo mobile attuale ma soprattutto a cambiare la nostra percezione e visione delle attività di personal computing nella vita quotidiana di tutti i giorni. Anche i produttori tradizionali hanno dovuto fare i conti con le nuove tecnologie e scelte dei consumatori, adeguando le loro proposizioni ai nuovi bisogni.
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Anche se con molto ritardo, Microsoft è riuscita a ritrovare, con l'ultimo modello Surface Pro 3, la capacità competitiva e a suggerire la strada per una nuova evoluzione tecnologica del PC verso modelli ibridi capaci di mettere in difficoltà il tablet nella sua forma originaria. Tra i vari modelli arrivati sul mercato, il PadFone X di Asus è forse uno di quelli meglio riusciti perchè capace di suggerire l'idea di un nuoto tipo di modularità, implementata attraverso la integrazione tra smartphone e tablet. Il PadFone è diverso rispetto a molti dispositivi mobili in circolazione. Molti consumatori sono oggi dotati di smartphone, tablet e laptop, dotati di interfacce utente potenti e tattili e di capacità connettive altrettanto potenti e funzionali in mobilità. Il PadFone è l'unico modello dotato di una connettività fisica, quella tra uno smartphone da 4,7 pollici con un tablet da 7 pollici.
Tutta la componentistica per l'elaborazione, lo storage, la connettività risiede sullo smartphone. Il tablet è essenzialmente un dispplay dotato di una batteria e di altoparlanti per l'audio. Operativamente il tablet come display entra in funzione in pochi secondi dopo che lo smartphone è stato infilato nelle apposite guide che permettono di connetterlo al tablet. Tutte le applicazioni attive sullo smartphone sono immediatamente disponibili anche sul tablet con l'unica differenza che alcune di esse vengono fatte rirpartire per essere in grado di sfruttare le capacità del display più grande.
Alla base del design del PadFone ci sono alcune semplici idee dettate dalla volontà di regalare all'utente maggiore flessibilità d'uso e soprattutto semplicità. Le APP da scaricare sono le stesse e i due dispositivi sono sempre tra loro automaticamente sincronizzati. La stessa sincronizzazione non esiste per il momento con lo schermo di un desktop ma questa funzionalità è sicuramente nei piani di sviluppo futuri di Asus.
Il dispositivo è basato su tecnologia Intel con un processore dual core Atome Z2560 a 1.6GHz, un sottosistema grafico da 400 Mhz e un modem Intel 7160 XMM Slim. Il PadFone dispone di due batterie, una da 2060 mAh per lo smartphone e una da 2200 per il tablet. Il display ha una risoluzione da 854x480 per lo smartphone e da 1280x800 per il tablet, competitiva per il prezzo del dispositivo.
La genialità del PadFone sta nell'aver concentrata l'intelligenza della macchina nello smartphone. Il tablet senza smartphone non è altro che uno schermo nero senza alcuna capacità di elaborazione. L'idea non è nuova, era già stata sperimentata senza successo da Motorola. Facile prevedere l'arrivo prossimo venturo di soluzioni simili, alcune delle quali potrebbero vedere una simile integrazione tra smartphone e PC portatile. La previsione è facile perchè conduce ad una modularità sempre più accentuata e diffusa che è resa possibile dallo stato dell'arte della fase di evoluzione attuale della tecnologia.
Il dispositivo, per il tipo di funzionlità e servizi che offre è altamente competitivo