
In un futuro prossimo ventura l’interazione con i dispositivi tecnologici sarà sempre meno guidata da menu, tab, icone e sempre più governata da linguaggi naturali e conversazioni con entità capaci di comprendere e verbalizzare risposte perché dotate di intelligenza artificiale, sempre più evoluta e assimilabile a quella umana.
Dai messaggi e alle notifiche testuali si passerà a quelle vocali e all’uso di forme di interazione dirette tra la nostra mente (cervello) e le macchine con le loro entità e anime digitali.
La killer applicazione della intelligenza artificiale sarà l’assistente personale, chatbot, avatar o entità ologrammatiche dalle forme umane/umanoidi. La realtà è già popolata da entità di questo tipo ma saranno necessarie altre fasi di evoluzione per garantire conversazioni capaci di soddisfare bisogni articolati e di farlo grazie alla capacità di comprendere non soltanto comandi e concetti vocali ma anche i loro significati e contesti di utilizzo. E’ un’evoluzione destinata ad accelerare ma che richiederà ancora alcuni anni per trovare piena applicazione.
La filosofia è ricerca della verità.
In questa evoluzione un altro ambito di applicazione prevede l’uso di dispositivi tecnologici e soluzioni di intelligenza artificiale per connettersi direttamente al cervello umano in modo da costruire interazioni e ‘conversazioni” (invio e scambio di messaggi) di tipo cosciente. In questo ambito al momento siamo fermi alla capacità delle macchine di determinare lo stato del cervello e delle sue funzioni. Nessun dispositivo di intelligenza personale permette al momento una interazione basata sull’invio di un comando o di una richiesta o la sua soddisfazione con risposte coerenti e adeguate. I desideri in forma di pensiero e di elaborazioni cognitivi (onde neuronali e sinapsi varie) non possono ancora essere tradotti in segnali comprensibili da una macchina intelligente.
Una delle conseguenze della evoluzione tecnologica attuale sarà il venire meno del bisogno delle interfacce utente così come le conosciamo oggi. Quando le macchine o i dispositivi saranno in grado di vedere, ascoltare, parlare, capire e rispondere oltre che apprendere, ci si troverà in una fase nella quale non ci sarà più alcun bisogno di interfacce utente nella loro forma grafica attuale. Quando sarà possibile parlare direttamente al proprio conto corrente per completare una transazione non avrebbe molto senso sviluppare l’interfaccia utente di una APP per fare la stessa operazione.
Non stiamo ancora parlando di telepatia uomo-macchina o di interfacce cervello umano – intelligenza artificiale ma la destinazione sembra quella.
I risultati di un lavoro di ricerca e sviluppo di un centro di ricerca americano che ha sviluppato una soluzione per facilitare la vita a persone tetraplegiche sembra indicare quella che potrebbe essere una delle strade o evoluzioni future. La soluzione individuata prevede l’uso della lingua, strumento di comunicazione anche interna al corpo perché direttamente collegata con il cervello, opportunamente equipaggiata di strumentazioni tecnologiche per interazioni con il mondo. La lingua potrebbe trasformarsi in una specie di tastiera tattile (linguale) che con movimenti mirati sarà in grado di inviare comandi e messaggi senza che sia bisogno di usare le mani o gli occhi. La soluzione attuale prevede oggi il ricorso a un headset simile a quelli della realtà virtuale e di una specie di piercing elettronico posto direttamente sulla punta dalla lingua. Domani quando tutto sarà stato miniaturizzato nessuno potrà accorgersi dell’uso della lingua che all’interno della bocca si muoverà non tanto per contare o pulire i denti ma anche per inviare messaggi e vivere esperienze con la realtà.
Queste tecnologie sono note come assistive. Per saperne di più, anche nel merito della soluzione a cui abbiamo qui accennato, può visitare la pagina del GT.BIONIC-Labs del Georgia Institute of Technology.