
Le indiscrezioni per il momento sembrano interessare dispositivi laptop e simili ma l’integrazione tra Android e Chrome, di cui si parla, potrebbe prefigurare qualcosa di più importante e allargato anche ai dispositivi mobili. Le indiscrezioni raccontano di una piattaforma che verrà rilasciata su un dispositivo con processore Intel i5, 8/16 GB di RAM, e 32/128 GB di storage e con un display da 12,3 pollici. L’annuncio sarebbe previsto per il 4 di ottobre in San Francisco.
Se la notizia verrà confermata saranno anche confermate molte previsioni sulle strategie di Google finalizzate alla creazione di una piattaforma (unica?) capace di integrare le capacità tipiche del PC-Desktop di Chrome con quelle tipiche del mondo Mobile di Android. Una strategia che potrebbe essere assimilata a quella di Microsoft e che ha portato all’implementazione di Windows 10 e alla sua distribuzione su tipologie diverse di dispositivi con fattori di forma differenti.
Andromeda potrebbe regalare ai consumatori legati alla Marca di Google la possibilità di trarre vantaggio su tutti i loro dispositivi di funzionalità e componenti tipici del mondo del personal computer come ad esempio il file system e un sistema a finestre multitasking efficiente. Una strada quasi obbligata per una competizione all’altezza sia di Windows 10 sia si Mac OS X. Una scelta che, se venisse confermata, è destinata comunque a generare un buon livello di stress e di problemi per gli effetti collaterali che è destinata ad avere, ad esempio sulle numerose comunità di sviluppatori ma anche sui produttori di dispositivi e oggi partner di Google nell’usare la componente Open Source di Android o Chrome per personalizzare una proposizione competitiva di personal computer.
E tu chi sei?
L’impatto non sarebbe immediato perché è impensabile che Google possa fare a meno di Android o Chrome e tantomeno possa cambiare il suo modello di business attuale che vede partner diversi customizzare Android a partire dal suo nucleo Open Surce centrale. L’eventuale arrivo di Andromeda segnerà comunque uno spartiacque perché la sua destinazione di scopo e finalità è di fornire all’utente Android e/o Chrome un’unica esperienza, consistente e sperimentabile su qualsiasi tipo di dispositivo. Il risultato finale dovrebbe essere misurabile in maggiori benefici per il consumatore-utente.
La transizione eventuale richiederà comunque tempo. Google non può abbandonare i produttori di dispositivi Chromebook al loro destino e non può inimicarsi partner importanti come Samsung o HTC che potrebbero essere spinti verso soluzioni proprietarie, se non intravedessero in Andromeda nuove reali opportunità di business.
Se confermata, la scelta di Google confermerebbe anche quella che sembra un’altra direzione strategica di Google, la produzione di nuovi dispositivi Mobile con un sistema operativo Android capace di evitare l’attuale frammentazione sul mercato. La strategia comporterebbe la trasformazione della componente Open Source di Android in qualcosa di più proprietario ma potrebbe essere la soluzione chiave per gestire una frammentazione che impedisce la diffusione rapida di nuovi aggiornamenti e maggiore innovazione, due elementi chiave per competere con aziende come Apple.
Se le indiscrezioni si trasformeranno in annuncio sarà infine interessante osservare le reazioni delle comunità di sviluppatori che si troveranno nella necessità di riscrivere il codice software delle loro applicazioni per trarre vantaggio delle nuove funzionalità e capacità della piattaforma. E non è detto che ciò sia di loro gradimento, soprattutto in una fase nella quale, sul breve termine, i vantaggi potrebbero essere limitati.