
Non ci sarebbe stata una rivoluzione Mobile senza Cloud Computing e soprattutto APP. Lo smartphone è diventato pervasivo grazie a migliaia di applicazioni che hanno attratto interesse e rubato tempo agli utenti spostando la loro attenzione dal desktop/laptop allo smartphone/tablet e cambiando le loro abitudini di navigazione della Rete.
Le nuove pratiche si sono diffuse rapidamente dando origine nuovi comportamenti e stili di vita online, risultato di nuove tendenze emergenti e nuovi modi di guardare a Internet e ai suoi strumenti tecnologici.
I primi ad accorgersi del cambiamento profondo in corso sono stati gli inserzionisti e le agenzie pubblicitarie che hanno visto calare l’interesse verso la pubblicità online da dispositivo PC e crescere quello da Mobile. Il cambiamento non riguarda solo il canale usato ma anche l’interazione con la potenziale clientela, sempre online ma non necessariamente su Internet.
Obiettivo di Google è sempre stato quello di far crescere il traffico della Rete allo scopo di vendere spazi pubblicitari e incrementare i suoi profitti grazie alla visualizzazione di banner e inserzioni pubblicitarie durante le attività di ricerca online degli utenti.
Oggi Google deve fare i conti con scenari mutati nei quali le piattaforme e i dispositivi usati syu quali sono presenti gli strumenti di Google non sono più direttamente da essa controllabili e soprattutto non hanno lo stesso valore economico in termini di guadagni.
La diffusione dei dispositivi mobili ha ridotto la quantità di tempo che le persone dedicano alle ricerche online, e questo è naturalmente un grosso probema per un’azienda come Google. Soprattutto se il tempo mancante è stato speso all’interno di APP potenti e diffuse come Facebook, a sua volta dotata di motori di ricerca e di meccanismi pubblicitari paragonabili a quelli di Google e capaci come loro di attrarre gli inserzionisti e gli investimenti pubblicitari.
L’illusione della concentrazione nel mondo digitale
I numeri con cui Google deve confrontarsi sono quelli dei dispositivi mobili usati al mondo, con esclusione della Cina paese nel quale Google è poco usato. Questi dispositivi sono quasi due miliardi e generano più di 50 miliardi di ricerche ogni mese. Un numero complessivo elevato ma basso se calcolato giornalmente per ogni dispositivo usato. Un numero finale che non può sodisfare la fame di guadagni di Google e che suggerisce all’azienda nuove strategie per correre ai ripari.
Non è un caso che Google stia entrando sempre più in nuovi mercati come quello delle tecnologie indossabili e della Realtà Virtuale, dei servizi di cloud computing e delle applicazioni.