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I costi aumentati per la produzione dell’iPhone confermano profitti sempre alti per Apple

I costi aumentati per la produzione dell’iPhone confermano profitti sempre alti per Apple

22 Settembre 2016 Redazione SoloTablet
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L’arrivo dell’iPhone 7 nei punti vendita mantiene alta l’attenzione dei media sul muovo prodotto di Apple. Alcuni analisti hanno calcolato i costi di produzione evidenziandone l’aumento con la conseguente riduzione di margini per Apple. Confermato in ogni caso un modello di business fondato sul profitto e un prodotto che continua a essere la gallina dalle uova d’oro di Apple.

Secondo uno studio condotto da IHS, i costi di produzione complessivi dell’iPhone 7 e dei materiali usati sono saliti a 224,80 con un aumento di quasi 37 dollari rispetto ai costi di produzione dell’iPhone 6. Entrambi i dispositivi sono venduti nelle loro configurazioni di base a 649 dollari. L’aumento dei costi non mette in crisi il modello di business fondato sul profitto di Apple che continua ad avere margini più elevati di quelli che riesce a generare Samsung  la sua più diretta e agguerrita concorrente.

Il calcolo dei costi di produzione del nuovo dispositivo è stata compiuta analizzando le varie componenti e le novità introdotte in termini di design, display, processori, memoria, batteria. La forma e il design del dispositivo non si discosta di molto dal modello precedente ma il display è stato migliorato per una resa migliore di foto e video. Migliorato è anche il motore aptico dell’interfaccia tattile sia in termini di potenziale lunga durata sia di dinamica funzionale. Dal dispositivo è stato eliminata la connessione jack per auricolari permettendo di alloggiare all’interno una batteria di maggiori dimensioni (con una capacità da 1960mAhr rispetto ai 1715mAh del modello iPhone 6s) e il motore aptico. E’ stata aumentata la densità dello storage permettendo di portare lo storage standard dei due modelli iPhone a 32 GB, un passaggio che ha comportato costi aggiuntivi. L’iPhone 7 vede il ritorno di Intel su piattaforme Apple. E’ stata modificata la struttura dell’antenna del dispositivo spostando tutte le radio-frequenze alle sue estremità. Il dispositivo ha migliorato la sua capacità di resistenza all’acqua e le fotocamere, ora dotate di un dispositivo OIS per la stabilizzazione dell’immagine.

Le novità e gli aggiornamenti tecnologici introdotti spiegano i costi maggiori sostenuti. Un aumento che Apple può tranquillamente permettersi considerando l’elevato margine di cui continua a godere per ogni dispositivo venduto. Per rilanciare l’iPhone e difendere i segmenti di mercato conquistati non sono stati aumentati i prezzi, con l’eccezione del modello Plus. La concorrenza di Android e l’arrivo sul mercato di prodotti Premium e di qualità come i Samsung Galaxy 7 e la percezione di una difficoltà di Appl a mantenere alta l’asticella dell’innovazione hanno spento il successo dell’iPhone evidenziando un declino che non sembra recuperabile neppure con l’arrivo dei nuovi modelli iPhone 7.

Cosa succederebbe se i consumatori, spinti anche dalla disponibilità sul mercato di dispositivi comparabili per qualità, innovazione e funzionalità agli smartphone di Apple, decidessero di non pagare più il prezzo Premium (il modello Plus ha visto il prezzo aumentare di 20 dollari) dell’iPhone che serve a Apple per alimentare il suo modello di business?

Un cambiamento nelle preferenze e nei comportamenti di acquisto porterebbe a una contrazione dei margini di guadagno e forzerebbe Apple a nuove strategie per proteggere, ad esempio chiedendo ulteriori sconti ai produttori di componenti e agli assemblatori (che saranno tentati di ridurre i salari dei loro dipendenti e di aumentare i loro ritmi di lavoro), i profitti attuali. Difficile pensare che possa mettere in discussione un modello di business che l’ha fatta diventare una delle aziende al mondo con la maggiore capitalizzazione.

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