
Agosto 2015 non è certamente un anno della tigre per la nazione che ci ha abituato a crescite stratosferiche del PIL e a successi crescenti in ogni ambito e settore industriale. Dopo la svalutazione, sintomo di un rellentamento dell’economia nazionale, e le esplosioni che hanno devastato il porto della città di Tianjin, ora arriva anche l’annuncio da parte di Lenovo del taglio di 3200 posti di lavoro. L’azienda non è la prima a dover affrontare la mancata crescita o la crisi con un taglio di personale ma fa notizia perché Lenovo è uno dei simboli del successo cinese e della sua mira al dominio del mercato tecnologico.
Con una forte contrazione delle vendite di smartphone, profitti dimezzati e difficoltà di mercato, Lenovo ha deciso una riorganizzazione che prevede il taglio del 5%/7% dei dipendenti e una ristrutturazione delle attività produttive che passerà attraverso una maggiore integrazione dei rami aziendali (ad esempio di Motorola, acquistata da Google) e un riposizionamento strategico sul mercato aziendale.
Fonte: www.cio.com
I dati che hanno convinto Lenovo alla riorganizzazione sono stati quelli del trimestre chiuso nel mese di giugno 2015. I risultati sono stati positivi in termini di fatturato con una crescita del 3% ma sono crollati del 51%, rispetto al trimestre dell’anno precedente, gli utili. I risultati negativi ma soprattutto le difficili condizioni di un mercato tecnologico maturo, sempre più competitivo e dinamico, hanno convinto l’azienda a un intervento rapido con l’obiettivo di ridurre i danni e di ridefinire le strategie per tornare a generare profitti nei mercati che ancora ne producono come quello business e aziendale. La scelta ha comportato una profonda ristrutturazione delle divisioni aziendali per ridurre costi e sprechi, ottimizzare i processi e ridare competitività all’organizzazione.
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Dalla ristrutturazione Lenovo calcola di poter operare subito risparmi per 650 milioni di dollari, raddoppiabili nell’arco di un anno. I risparmi saranno possibili a fronte di costi elevati per la riorganizzazione e per lo smaltimento delle scorte di smartphone che giacciono invenduti nei magazzini dell’azienda.
Secondo il management di Lenovo la crisi è una conseguenza dell’accresciuta competitività sul mercato cinese degli smartphone, della concorrenza globale a cui non è estranea la ritrovata competitività di Apple sul mercato cinese, le difficoltà di alcuni paesi BRICS trainanti, come ad esempio il Brasile, e dalle difficoltà del marchio Motorola.
Le vendite della divisione Mobile Business Group (cellulari Lenovo e Motorola, tablet e smart TV) continuano a andare bene (+33%) ma cala il market share sul mercato degli smartphone (Lenovo quinta tra i vendor mondiali) e crolla del 31% la vendita di dispositivi Motorola. Sul versante Enterprise (server, storage servizi), ambito nel quale Lenovo opera come Lnovo ThinkServer e System X (entità acquisita da IBM) le vendite sono in crescita del 6% mentre nel gruppo PC (PC + Tablet Windows) le vendite sono scese dell8% (Lenovo sempre la numero uno sul mercato PC con una quota del 20%).
Con questo scenario, Lenovo ha deciso che il mercato più profittevole sia quello Enterprise e Mobile. La strategia prevede azioni proattive finalizzate a rinforzare la proposizione business, anche con nuove acquisizioni con l’obiettivo di costruire un modello di business che abbia adeguate strutture di costi e opportunità di guadagno. Probabile la riduzione di investimenti ulteriori nel segmento del personal computer e maggiore focalizzazione su quello aziendale. Operativamente Lenovo procederà a ristrutturare l’intera divisione Mobile per integrare meglio strutture Lenovo e Motorola, riposizionamento dell’offerta sul mercato business per puntare sui mercati più attrattivi economicamente, rilancio della proposizione PC per allargare il market share e lancio di nuove iniziative che posizionino l’azienda come realtà competitiva globale.