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I prodotti contano, l’ecosistema di più! Lo ha capito anche Microsoft.

I prodotti contano, l’ecosistema di più! Lo ha capito anche Microsoft.

27 Marzo 2015 Redazione SoloTablet
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Forza del Brand e ecosistema sono due elementi determinanti del successo di Apple, molto più della bontà dei suoi prodotti. Per Google è la stessa cosa. Il suo ecosistema è un universo di mondi paralleli tutti interallacciati. L’ecosistema di Microsoft è una semplice costellazione di isole.

 

Molti commentatori hanno dato rilievo alla presentazione che Chris Capossela, CMO di Microsoft, ha fatto recentemente alla conferenza Convergence che è servita a presentare le nuove visioni strategiche dell’azienda.

Buona parte della presentazione è stata dedicata a raccontare le scelte più recenti di Microsoft sul software e ai cambiamenti introdotti rispetto alla gestione Ballmer, ancora tutta incentrata sulla vendita delle licenze.

La nuova strategia punta ad una strategia freemium e a rendere disponibili le sue migliori applicazioni in modalità gratuita anche sui dispositivi della concorrenza. Per arricchire il suo ecosistema la strategia prevede l’acquisizione di nuove applicazioni coinvolgendo un numero crescente di sviluppatori e partner con l’obiettivo di offrire loro maggiori opportunità di guadagno e di monetizzazione. Lo scopo è evidentemente quello di recuperare il consenso dei consumatori, perduto in questi ultimi anni a favore di Apple e Google, mostrando loro la qualità e la produttività di applicazioni come Office rubandoli alla concorrenza. Lo sforzo è rivolto alla creazione di un ecosistema più organico, interallacciato e ospitale per i milioni di consumatori mobili, oggi sempre più attratti da Google e Apple e meno dai marchi di Microsoft.

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La danza estatica

Come hanno sottolineato molti commentatori la parte più interessante della presentazione di Capossela è stata l’illustrazione di un grafico nel quale venivano illustrati nella forma di reti i tre ecosistemi di Google, Apple e Microsoft. Nel grafico la dimensione dei cerchi indicano il numero di utenti che fanno uso di un determinato prodotto in un determinato periodo di tempo, le frecce come questi universi di prodotto sono tra loro collegati. Lo scopo della rappresentazione grafica non è di mostrare quanto i vari prodotti di ogni singola marca siano tra loro collegati ma quali siano i comportamenti degli utenti e come contribuiscano a determinare dimensione dei cerchi e numerosità dei collegamenti tra i vari nodi.

 

 

La riflessione di Microsoft, da cui dipende sicuramente la svolta di strategia, è concentrata sul numero limitato di collegamenti che caratterizzano il suo ecosistema, a differenza di quelli di Apple e Google che sembrano al contrario godere di una maggiore dinamicità e ricchessa di interconnessioni. Una ricchezza che favorisce il rimanere all’interno di ogni singolo ecosistema e impedisce o rende più complicato il guardare fuori o l’uscirne. Questo può invece avvenire con maggiore facilità nell’ecosistema di Microsoft dominato da grandi e piccoli universi (Windows, Office, Explorer) ma da poco collegati tra di loro. Mentre nell’ecosistema di Google un utente che usa Chrome è più facilitato ad usare il motore di ricerca di Google e Gmail, nell’ecosistema di Microsoft non è detto che Explorer faciliti l’uso di Bing. Nell’ecosistema di Apple l’universo mondo è rappresentato da iTunes ma esso è iter-allacciato con ognuno dei prodotti di Apple e condiziona tutti i comportamenti dei loro utilizzatori.

La ricchezza dei collegamenti che caratterizzano l’ecosistema di Apple spiega il successo di Apple e come esso sia stato costruito. Dopo anni di sterile contrapposizione e di difesa inefficiente di una visione del mondo superata dalla tecnologia e dai comportamenti dei consumtaori, la Microsoft di Nadella riconosce la specificità e l’importanza dell’ecosistema e ha deciso di correre ai ripari. Come lo farà non è ancora chiaro ma è probabile che segua le orme tracciate da Google e Apple che hanno dato forma negli anni a universi applicativi, tutti collegati tra di loro, a cui è facile accedere tramite un unico punto di accesso (userID) che da modo di usare tutte le applicazioni, le soluzioni e i servizi che caratterizzano l’ecosistema.

L’accesso all’ecosistema di Google è reso semplice dall’uso del motore di ricerca che fornisce all’utente i punti di accesso alle sue applicazioni, previa creazione di uno userID dotato delle credenziali necessarie per l’uso di Gmail, Google Apps, ecc. Il tutto alla semplice distanza di uno o due click, a seconda che si debba attivare o meno un apposito menu sulla pagina web o sull’interfaccia del dispositivo Android. Dopo aver attivato l’accesso per una qualsiasi delle applicazioni, tutte le altre spalancano le loro porte per un accesso rapido, immediato e efficiente. Sulla piattaforma Android le porte di accesso sono delle semplici APP, tutte collegate e comunicanti tra di loro in termini di possibilità di interazione.

Apple ha definito nel tempo un approccio simile legato al nome utente di iTunes e oggi anche di iCloud. Micrososft al contrario non dispone di una soluzione simile. Il suo ecosistema è una costellazione di isole, alcune così piccole da essere difficilmente raggiungibili e poco collegate con le altre. Skype e Office 365 hanno fornito a Microsoft l’opportunità di adottare un approccio simile a quello di Apple e Google ma gli altri universi applicativi rimangono ancora separati e raggiungibili solo attraverso modalità e userId diversi. Un approccio che non sembra essere più gradito da consumatori innamorati della rapidità di accesso che permette loro di connettersi e di rimanere sempre connessi.

Ad oggi non è ancora chiaro come Microsoft possa recuperare il terreno perduto e cosa possa fare ma la soluzione sembra essere tutta centrata sul nuovo progetto Spartan che dovrebbe portare alla sostituzione del browser Explorer e al nuovo assistente personale Cortana che, a differenza di Siri, non dovrebbe limitarsi al dispositivo su cui è installato ma diventare una porta aperta sui servizi di Cloud Computing di Microsoft da varcare sia usando il motore di ricerca Bing sia un profilo e una identità univoca per ogni individuo. Il tutto facilitato dall’arrivo del nuovo sistema operativo Windows 10 e delle numerose applicazioni ad esso collegate. Se poi Cortana sarà disponibile anche su piattaforma iOS e Android l’ecosistema di Microsoft potrebbe arricchirsi di nuovi collegamenti non soltanto all’interno del suo ecosistema ma anche con ecosistemi diversi. Collegamenti che potrebbero permettere ai consumatori di prendere nuovamente visione degli universi applicativi di Microsoft ed eventualmente decidere di visitarli o abitarli. Se ciò succedesse Microsoft potrebbe ricominciare a crescere nel segmento mobile, un mercato nel quale ad oggi la sua presenza è poco più che insignificante ma che molti analisti vedono già nel 2015 in forte crescita.

La costruzione di un ecosistema interconnesso e capace di competere con quelli paralleli già esistenti non sarà semplice ma il fatto di averne riconosciuto il ruolo e l’importanza nei comportamenti emergenti dei consumatori è un primo passo importante che potrebbe permettere a Microsoft di tornare competitiva. Il mercato deve sperare che ciò avvenga per poter sfruttare vantaggi e benefici derivanti da una nuova e maggiore competitività e da una migliore proposizione commercaiale.

* Per approfondimenti leggete l'articolo di The Verge oppure leggete la trascrizione dell'intervento di Capossela alla conferenza Convergence

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