
Anche il secondo trimestre 2016 è stato avaro di risultati e deludente per Twitter. Non certamente corrispondente agli sforzi fatti dal management negli ultimi tempi per rilanciare la piattaforma riposizionandola. Neppure un piccolo aumento di nuovi utenti ha permesso di limitare i danni. Dopo una crescita del 3% la popolazione di Twitter è ora attestata su 313 milioni di utenti attivi al mese, ancora pochi per un rilancio dell’azienda e per garantirne nuovamente il successo.
La crisi è evidenziata da un costante calo nelle inserzioni pubblicitarie che si è fermato a 607 milioni di dollari, poco lontano dai 613 previsti ma che ha condizionato la percezione degli investitori e portato a un calo borsistico del 10% del titolo dell’azienda.
Il calo pubblicitario è stato spiegato da Twitter con l’aumento della concorrenza nel mercato delle applicazioni sociali per l’accaparramento di budget sempre limitati e dalla difficoltà a rimanere in un mercato di fascia alta garantendo elevati standard di qualità nel ritorno sugli investimenti pubblicitari. Il mercato social non è più ritenuto strategico e Twitter guarda ora con attenzione al mercato del video come una nuova opportunità. Con l’obiettivo di intercettare l’audience crescente di contenuti video, Twitter ha deciso di espandere la sua piattaforma futura offrendo nuove funzionalità per gli inserzionisti in modo che possano verificare con maggiore cura e misurare i risultati ottenuti attraverso i loro investimenti su Twitter.
Il numero di 313 milioni di utenti attivi è elevato e pone Twitter ancora tra le piattaforme più utilizzate ma non è nulla rispetto al miliardo e mezzo di utilizzatori di Facebook. La reputazione della Marca non sembra essere sufficiente a ripianare i costi crescenti e rilanciare la piattaforma sul mercato. Lo ha evidenziato anche una indagine condotta dall’azienda che ha mostrato quanto il logo di Twitter sia noto al grande pubblico ma anche quanto sia grande l’ignoranza sulla sua reale ed efficace utilità e su come fare ad usarlo in modo efficiente e completo. A mostrare grande ignoranza sono stati anche gli utilizzatori abituali che continuano a vedere Twitter come un altro social network da usare per connettersi ad altre persone e non comprendono l’utilità del micro-blogging. In parte anche perché, secondo il campione intervistato, pochi hanno cosa da raccontare e meno ancora da condividere ogni giorno cinguettando.
I risultati dell’indagine serviranno ora per un riallineamento e una migliore pianificazione delle attività di marketing di Twitter ma suonano anche come un campanello di allarme preoccupante per un’azienda che sta sul mercato da 10 anni e non ha capito per tempo che la sua audience non capiva quello che veniva loro comunicato…