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🍒🍒DISORIENTATI E IN FUGA NEL METAVERSO
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🍒NON SO VOI , MA IO…
… di questi tempi mi sento avvolto dalla nebbia che genera confusione e perdita di orientamento. Da montanaro molto difficilmente sono colto dall’ansia o dall’angoscia ma mi rendo conto che viviamo su uno (psico)crinale (da krínō - separare, distinguere) del quale non abbiamo consapevolezza, che richiede di guardare il mondo con occhi diversi, meglio se quelli Altrui, dell’Altro, lontano (oltre, altrove, oltrepassando) dal conformismo del linguaggio, delle parole e delle immagini con cui costruiamo mondi artificiali nella illusoria speranza di stare bene. In realtà continuiamo a ingannarci, a raccontarci storie! Sulla pandemia, sulla guerra, sulla felicità e sulla gentilezza, sull’essere imprenditori di sé stessi, ecc. Oggi anche sul metaverso, di cui tutti parlano pur senza sapere esattamente cosa sia!
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Tabulario
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🍒🍒 ESSERE VISIBILI O SCOMPARIRE?
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La rete pullula di suggerimenti su come farsi notare ed essere visibili, su come lavorare sul proprio Sé sviluppandolo in modo da essere felici e diventare qualcuno, o raccontarsi di esserlo diventati. E se invece la soluzione fosse di scomparire, dissolversi, lasciarsi andare al flusso della vera vita in modo da riconciliarsi con le sue inadeguatezze, vulnerabilità e negatività? Chi lo dice che dobbiamo per forza di cose inseguire la felicità? Abitando in pianta stabile le piattaforme digitali ci siamo convinti di avere più vite, in realtà “non possiamo uscire dalla nostra vita e rientrarci” come si fa con Linkedin o Facebook. La vita è una sola, sia che la viviamo nella realtà fattuale sia che la rappresentiamo e proiettiamo nelle molteplici realtà virtuali che la tecnologia ci ha regalato.
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Scienza e scienza ingenua
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L’opinione comune afferma che la scienza moderna è caratterizzata dal metodo sperimentale, e quando le si chiede di precisare in cosa tale metodo consista racconta stancamente la (solita) storia dello scienziato che elabora una teoria e poi procede a effettuare esperimenti per verificarla. Se una teoria ha superato un certo numero di verifiche sperimentali allora è vera. Questo metodo funziona, si conclude, in quanto sono i fatti stessi a decidere della verità di una teoria. Ebbene non c’è una sola fra le affermazioni appena fatte che sia pacifica.
Il metodo scientifico è molto più complesso di quanto pensi l’opinione comune e, dunque, non se ne può discutere sensatamente avendone presente una versione rudimentale se non addirittura inesatta. Riflettere sulla distanza che corre fra l’opinione comune e la scienza dovrebbe essere un incentivo ad avvicinarla, non ad evitarla.
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Focus Italia
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La filosofia deve assumersi la responsabilità di far riflettere sulla tecnologia
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In un tempo come il nostro, infatti, diventa a mio avviso sempre più urgente un avvicinamento delle “masse” alle modalità di approccio filosofico al “reale”, incoraggiandone in tal senso una più profonda e compiuta interpretazione. In altre parole, il valore critico positivo della filosofia dovrebbe contagiare anche le persone che non sono filosofe di professione, ma che, come ogni essere umano, sono filosofe per natura.
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Religione e Tecnologia
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Mai perdere il difetto umano di pensare, anche sulla tecnologia (Vincenzo Moretti)
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Le tecnologie riarredano il nostro mondo, ci “costringono” a cambiare le nostre abitudini, a fare i conti non solo con le possibilità ma anche con l’incertezza che ci assale ogni qualvolta il mondo intorno a noi, quello a cui ci eravamo abituati, cambia. A livello sociale gli effetti in taluni casi possono essere paradigmatici, penso per esempio a quello che è successo con l’avvento dell’iPhone e ancora prima dell’iPod, in altri doloroso, in questo caso viene facile il riferimento alle donne e agli uomini che vedono minacciato dalle tecnologie il posto di lavoro, naturalmente con le mille altre possibilità che ci sono in mezzo. In ogni caso non ne possiamo fare a meno: le tecnologie sono parte di quello che pensiamo, di quello che facciamo, di quello che siamo e del mondo che abitiamo. Dopo di che la grande questione che rimane aperta è, a mio avviso, il livello di consapevolezza con cui le utilizziamo, ma su questo immagino che avremo modo di tornarci su.
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Sociologia e tecnologia