
Benchè in Italia il tablet continui a trovare spazi e audience numerose, come piattaforma non è riuscito a rimpiazzare il PC ed è stato superato dallo smartphone come strumento di personal computing. Lo smartphone è diventato pervasivo e sembra essere percepito, per lo meno dalla maggioranza dei più giovani, come piattaforma tecnologica in grado di soddisfare la maggior parte dei bisogni computazionali solitamente associati a un personal computer. Non solo email, media sociali e social network o videogiochi ma anche altre attività tipiche della produttività personale e lavorativa. Ne deriva una minore penetrazione del PC nel mercato, un numero limitato di persone che ne possiede uno e ancora meno che lo utilizzano.
Il fatto però che il PC non sia sparito dall’orizzonte degli utenti indica la sua resilienza come piattaforma capace di soddisfare bisogni che non possono essere soddisfatti altrove. Non sul tablet ma neppure sullo smartphone. Il PC, sia quello inserito nell’ecosistema Windows di Microsoft, sia in quello Mac OS di Apple, continua a abitare le case di tante persone, anche se in molti casi è un PC obsoleto, ancora privo di display tattili e in attesa di essere aggiornato e/o sostituito. La resistenza del PC e la sua apparente insostituibilità sono il risultato del tipo di uso che ne viene fatto. Un uso spiegabile dal fatto che non tutto viene fatto in mobilità e che non tutti amino farlo in mobilità. Lo smartphone rende più facile sodisfare le urgenze e le emergenze, il PC può diventare strumento di produttività stanziale, nelle ore serali e per attività che risultano essere più efficienti se svolte su un dispositivo con un display più grande di quello di uno smartphone, ad esempio anche per video-giocare.
La cosa positiva è che oggi tutti hanno una gamma di scelta ampia, adattabile a bisogni, dimensioni del display, capacità computazionale, tempi e luoghi diversi (casa, lavoro, in viaggio, ecc.). Tutti si sono più o meno abituati ai mille schermi, spesso tenuti contemporaneamente attivi e spesso ibridati in termini di utilizzo e destinazione d’uso, come è il caso di dispositivi BYOD. La prevalenza e la preferenza per lo strumento smartphone, per il suo display e le sue funzionalità, fanno sì che le aspettative rivolte a un PC siano oggi diventate le stesse. Non ci si attende di poter fare le stesse cose che si fanno sullo smartphone ma di poterle fare nello stesso modo, con le stesse funzioni, la stessa connettività, velocità, e durata di batteria, con interfacce uguali, con esperienze utente di qualità come quelle sperimentate sui dispositivi mobili.
Le caratteristiche richieste al prodotto PC sono sicuramente simili a quelle che caratterizzano oggi lo smartphone. Più di esse però ciò che l’utente sembra cercare è di poter soddisfare aspettative e vivere esperienze simili a quelle alle quali si è ormai abituato. La tecnologia è diventata pervasiva e l’utente non ha tempo di interrogarsi sulle diversità che ancora distinguono vari ambiti tecnologici tra loro. Si dà tutto per scontato e si pretende di conseguenza che il passaggio da un dispositivo a un altro, da un display a uno più grande, non implichi l’adattamento a funzionalità e modalità d’uso differenti. In termini di connessione permanente (Wi-Fi), interfaccia (tattile), applicazioni (social network e non solo), sicurezza (credenziali per l’accesso con voce, riconoscimento facciale o delle impronte), tempo reale e altro ancora.